Buon venerdì a tutti, lettori e lettrici del blog. Oggi voglio lasciarvi l'intervista fatta a Matteo Zapparelli, autore del magnifico thriller Corner's Church. Guardiamo intanto un po' più da vicino il libro.
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Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Matteo. Ti va di raccontarci qualcosa di te?
Ciao Francesco, prima di tutto ti ringrazio per quest'intervista. Vorrei spendere solo alcune parole su di me, perché credo che siano più importanti le opere, dell'autore che le ha scritte. Sono il modo in cui noi scrittori parliamo al mondo, ed è tramite esse che il pubblico dovrebbe imparare a conoscerci. Sono nato e cresciuto a Verona e sono da sempre appassionato di letteratura americana, pur apprezzando allo stesso tempo autori e generi letterari tra loro diversissimi, dal maistream letterario all'horror, dal mistery alla letteratura di viaggio. Prima che scrittore, mi definisco un appassionato lettore. Ho pubblicato racconti e poesie su antologie e riviste, e alcuni sono stati finalisti di premi letterari. Nel 2012 ho pubblicato il mio romanzo d'esordio, un thriller ambientato nell'America dei giorni nostri, intitolato Corner’s Church, e il prossimo autunno uscirà il primo volume di una saga di genere urban fantasy ambientata a Verona.
Vorresti spiegarci com'è nato il tuo libro Corner's Church?
Come per tutti i miei romanzi, l'idea è venuta da sé. Capita che io non scriva per mesi o anni; poi, all'improvviso, nella mente balena un’idea trascinante, che prende forma e mi costringe a scrivere senza sosta. Da quel momento è la storia a trascinarmi e a guidarmi, a scivolare da sola fuori dalle dita, a prendere vita sulla carta. Una buona storia nasce da dentro, dall’inconscio, in qualche angolo dimenticato della nostra mente, e giorno dopo giorno si dipana come una matassa, acquisendo sostanza e credibilità. L’idea alla base di Corner’s Church è nata un pomeriggio di primavera del 2009, quando osservando dalla finestra il cielo cupo e il temporale in arrivo, mi apparve davanti agli occhi quest’uomo cinico, rassegnato fin quasi all'apatia ma al tempo stesso bruciante di vendetta, che lanciava una vecchia Dodge a folle velocità verso la prova più terribile della sua vita.
Tra i vari personaggi presenti, quello che più mi ha colpito è stato Serpe. Mentre, scrivendo, creavi questo personaggio, quali sensazioni hai provato?
In verità il personaggio a cui mi sono sentito legato fin da subito è Alex, il Biondo, il vero protagonista della storia, attorno al quale prendono forma i terribili eventi descritti nel romanzo. Serpe è una sorta di Messia Oscuro, un assassino psicopatico capace di incarnare le paure più irrazionali della popolazione di Corner's Church, ma al tempo stesso motivo della svolta a cui Alex andrà incontro durante l'evolversi della trama. Serpe è più che altro uno strumento: è il perché e il come di molti degli eventi del romanzo ed è la miccia capace di innescare l'esplosione di violenza che trascinerà i personaggi verso un finale che, alla luce dei fatti, può essere solo uno. Perché sia Alex che Serpe sanno bene che uno solo di loro potrà uscire vivo dall'epico scontro che li attende.
Sei un autore italiano, eppure lo sfondo è una cittadina che si trova in America. C'è qualche motivo che ti ha indotto a scartare l'Italia?
Non ho mai scartato l'Italia. Semplicemente l'idea di
ambientarlo nel nostro Paese non mi ha mai nemmeno sfiorato. In molti mi hanno
fatto questa domanda in passato, anche in riferimento ad altre mie opere, e per
una volta posso spiegare ai lettori la motivazione di questa scelta. Per questo
ti ringrazio, Francesco. Come ho accennato nella prima risposta, sono da sempre
un appassionato di cultura americana: fin da piccolo sono stato affascinato
dagli States, e crescendo quest'amore non si è mai indebolito. Leggo romanzi
statunitensi, guardo film americani, mi interesso di cultura d'oltreoceano. Che
si tratti di cowboys dai lunghi revolver o della moderna provincia degli stati
del Sud, questo è il mondo che sogno, e tutto ciò si riflette inevitabilmente
nelle mie scelte narrative.
A quale personaggio sei più affezionato e per quale motivo?
Ad Alex e a Claire, allo stesso modo. Perché senza uno non
avrebbe senso l'altro. Serpe è una miccia, ma Claire è una miccia ancora più
grande, capace non solo di sconvolgere il mondo, ma di cambiarlo. In meglio. Di
illuminare un destino oscuro e già scritto, di donare speranza. È portatrice di
cambiamento, strumento anch'essa indispensabile per giungere al finale tanto
atteso. E, per quanto riguarda il buon vecchio Alex Snyder, penso che non
servano parole: l'ho sempre amato, trovandolo io per primo unico, affascinante,
per certi versi irresistibile. È un antieroe per eccellenza, fatto di toni
grigio, cinico e apatico, desideroso di vendetta e mai di giustizia,
irrispettoso verso tutto e tutti, strafottente, indomabile. Egoista, anche. Ma
dietro a tutto questo grigiore caratteriale, si intravede già da subito il
fascino che solo gli antieroi sanno avere.
Il finale è un aspetto davvero ben fatto e ben curato. Ti è venuto in mente fin da subito o hai dovuto rielaborarlo in seguito?
L'idea che sta alla base del finale è stata nella mia mente fin da subito, ed è stata la seconda idea forte dopo l'immagine del Biondo che guida la sua Dodge blu petrolio sotto la pioggia autunnale. Da essa è poi scaturita tutta la storia, che appare come un semplice thriller, ma invece nasconde un livello più profondo, da ricercare nella psicologia dei personaggi, specialmente di Alex e Serpe, nella loro estrema dualità fatta di similitudini e al tempo stesso di opposti. Perché Corner's Church è la storia della loro eterna battaglia, una battaglia che è più mentale che fisica, più emotiva che reale. Combattuta con le scelte, i sentimenti e le decisioni, più che con le pistole e i pugni.
Quali sensazioni hai provato vedendo il tuo libro finito e successivamente diffuso sul web?
Finire un romanzo è sempre un'esperienza unica, grandiosa e al tempo stesso triste. È la fine di un bellissimo viaggio, di una lunga apnea nel mare della fantasia: si tira finalmente il fiato, si rilassano le dita stanche, gli occhi arrossati. Un po' come sedersi a sorseggiare una bibita fresca osservando le onde dell'oceano, dopo un'estenuante nuotata. Ma è anche un momento triste, nel quale dobbiamo dire addio ─ o arrivederci ─, ai nostri personaggi, amici cari dei quali sentiamo a lungo la mancanza. È un ritorno improvviso alla realtà, una fuga dal sogno: se iniziare un nuovo romanzo è un puro atto di fede, mettervi la parola fine è come rinascere ogni volta, respirare l'aria del mondo a pieni polmoni dopo essere stati per tanto tempo nell'utero della nostra creatività.
Pubblicare il romanzo, invece, è stata un'esperienza bella e nuova, un vero e proprio "esperimento": si tratta di un'opera autopubblicata e disponibile sono in eBook, un mercato che in Italia è fiorente ma ancora assai lontano dai numeri della carta e dalla cultura di moltissimi lettori. Tutto ciò a reso difficile far conoscere e promuovere Corner's Church, ma è proprio quello che volevo: un banco di prova per me stesso e per sondare le nuove possibilità offerte dall'editoria. E, viste le recensioni che il romanzo ha raccolto fino a ora, posso dirmi davvero soddisfatto.
Stai già scrivendo un altro libro che non è focalizzato nel genere thriller. Ti va di spiegarci brevemente di che cosa si tratta e di come mai hai deciso di scostarti da questo genere?
Il mio nuovo romanzo, in uscita il prossimo autunno, si intitolerà Rebirth e come da te spiegato apparterrà a un genere del tutto differente (che brutta parola, poi, questo "genere": credo che etichettare un romanzo in questo modo lo limiti, invece che esaltarlo... ma del resto non si fa la stessa cosa nel cinema e nel mondo musicale?). Semplificando, diciamo che si tratterà di un urban fantasy con spunti thriller e romance, ambiantato a Verona e con protagonista un uomo di nome Etienne, che rispetto al Biondo è di certo meno assimilabile con lo stereotipo dell'antieroe. Quindi posso ammettere che siamo agli antipodi, rispetto a Corner's Church, o così potrebbe apparire a prima vista... Ho abbandonato il genere thriller per il semplice fatto che le mie storie nascono da sé, da un luogo profondo del quale nemmeno io ho il controllo. Come autore mi capita raramente di soffermarmi su un solo genere: ho scritto opere horror, di narrativa letteraria, thriller, fantasy, poesie. Mi piace davvero sperimentare di tutto.
Hai qualche consiglio da dare a chi vuole diventare scrittore?
Se ne potrebbero dare un milione o nessuno, tanto è vario il mondo editoriale e tanto è unico il mestiere di scrittore. Ma alcuni consigli essenziali noi editor ci sentiamo sempre in dovere di darli: leggere molto, sempre, di tutto. Sia libri buoni che libri pessimi, perché dai brutti si impara spesso di più che da quelli belli. Non avere fretta di essere pubblicati: scrivete perché amate farlo, perché non ne potete fare a meno, non per diventare famosi. Però diffidate da quelli che vi dicono di farlo solo per voi stessi, perché si scrive per gli altri, sempre. Scrivere è comunicazione, empatia, rapporto con il mondo. E, soprattutto, scrivere è un lavoro. Difficile, poco redditizio, spesso poco apprezzato, ma è pur sempre un lavoro come gli altri. Quindi sì, si scrive anche per vendere, se si ha la fortuna di riuscirci. E, cosa più importante, se proprio non vi vuole nessun editore, non cascate mai nella trappola degli editori a pagamento. Sono la morte dell'editoria e della qualità. Piuttosto autopubblicatevi, che oggi grazie agli eBook non costa più nulla (ma fatelo sempre con un po' di testa, evitando di mettere in circolazione certe cose che purtroppo si vedono troppo spesso).
Puoi indicarci dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?
Certamente.
Per chi invece volesse aggiungermi su FB, il mio contatto è: Matteo Zapparelli
Ringrazio Francesco e tutti i lettori del suo blog, e colgo l'occasione per augurare un grande in bocca al lupo a tutti, lettori e scrittori!
Ed eccoci arrivati alla fine di quest'intervista. Spero che l'intervista vi abbia incuriosito e che abbiate quindi voglia di leggere il suo thriller, perché merita davvero!
Un saluto e buon weekend a tutti!