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sabato 22 aprile 2017

Una ragazza bugiarda - Ali Land

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi lascio la recensione di un libro dal quale non sapevo cosa aspettarmi, un thriller molto particolare, che ha saputo sorprendermi.
Un saluto, tante buone letture e a presto.




Una ragazza bugiarda || Good me Bad me
Ali Land
Edito Newton Compton Editori - Prezzo 9,90 € - Pagine 350 - Genere Thriller
La mela non cade mai lontana dall'albero.

Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante.
Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato.
E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua.
Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta.
Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva.
Phoebe ha reagito malissimo all'arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche.
Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato.
Eppure nessuno sembra disposto a farlo…

Ricevuto inaspettatamente, "Una ragazza bugiarda" è un libro strano, interessante, peculiare.
Ringrazio la Newton Compton Editori per la copia che mi è stata gentilmente inviata.

Iniziamo, come di consueto, a parlare un po' dei personaggi, l'aspetto del libro più intrigante di tutti.
La nostra protagonista è Milly, una ragazzina che per anni ha vissuto in un contesto familiare orrendo, difficile, con una mamma che possiamo definire psicopatica.
Milly è un personaggio molto dinamico. Più scorriamo le pagine, più scopriamo segreti sempre più profondi, più inaspettati e, a volte, anche pericolosi.

«Le piaccio, credo. Ha visto solo le parti buone. Certe porte non dovrebbero essere aperte, me lo dicevi sempre. Mostra solo il lato che piacerà alla gente. Solo quello di cui sei sicura.»

La famiglia a cui viene data in affido sembra normale, almeno a vederla. Il padre, Mike, è molto protettivo e ha il compito di aiutarla; Saskia, che prova a fare la mamma brava, ma che spesso in realtà fallisce; infine, Phoebe, la possibile "nuova sorella" di Milly, con la quale instaura fin da subito in rapporto di puro odio.
Phoebe, insieme alla sua amica Izzy, non le dà tregua: a casa, a scuola, ovunque la incontri.
In questo mezzo incubo, la nostra protagonista viene aiutata da Morgan, una ragazzina che vive nel palazzo vicino.
Morgan e Milly creano subito un rapporto di amicizia, dove una può contare sull'altra.
Il sistema dei personaggi funziona molto bene ed è tutto molto chiaro nella testa dell'autrice.
Le loro relazioni si intrecciano, creando una rete molto fitta, dove tutto, a un certo punto, diventa inaspettato.
I temi trattati sono tanti: la solitudine, il rimorso, il dolore e l'amore sono solo alcuni degli argomenti a cui viene dato ampio spazio.

«Qualcosa la inseguiva, e lei poteva correre veloce e scappare lontano, non faceva alcuna differenza, la stava sempre alle calcagna.»
«Che cos'era?»
«Una serpe. [...]»
«Una serpe è come un serpente?»
«»
«Perché inseguiva la ragazza?»
«Non era veramente un serpente, faceva solo finta di esserlo.»
«E che cos'era?»
«Era una persona [...]»
«E come fa una persona a trasformarsi in serpente?»
«Certe volte le persone non sono quello che dicono di essere.»

Ben fatte anche le ambientazioni, seppur niente di troppo eccezionale.
Alcuni luoghi hanno una connotazione positiva, come la nuova casa in cui va a vivere Milly, che le dà spesso, tranne in alcuni casi, emozioni positive; altri, invece, fanno riaffiorare ricordi negativi, come la "stanza dei giochi" della mamma.
L'autrice fornisce spesso descrizioni abbastanza dettagliate, soprattutto se il luogo è importante, e lascia i pochi restanti dettagli alla fantasia del lettore.
L'ambientazione viene spesso influenzata e a volte invece influenza la protagonista stessa: in inglese il libro infatti si chiama "Good Me Bad Me" (una sorta di "La buona me, la cattiva me"), titolo molto più azzeccato a mio parere, che riassume proprio ciò che è Milly.

La trama è buona, il ritmo è sempre molto elevato e la lettura scorre via che è un piacere.
Si scoprono sempre più dettagli e il lettore comincia a sospettare di tutti: non ci si può fidare di nessuno, almeno così sembra, neanche della stessa Milly.
L'intreccio dei fatti è ben concepito dall'autrice, che crea un mix di adrenalina e colpi di scena niente male, seppure non del tutto imprevedibile.
Si alternano scene più tranquille a scene di tensione, e l'accoppiata è vincente.

Le pagine scorrono, i fatti accadano e, in poco tempo, si arriva al finale.
Una conclusione particolare, interessante e, per un lato, inaspettata.
Quando tutto si sembra assestato, con un equilibrio ormai ritrovato, ecco che l'autrice inserisce un colpo di scena finale, un'esplosione alle vite dei personaggi.
Un colpo di scena un po' forzato, forse, ma che permette di portare alla luce tutto, di capire davvero quanto contorta può essere la mente delle persone.

Un thriller meno tradizionale, molto psicologico, scritto con uno stile diverso, un alternarsi di discorsi diretti e indiretti, che fa sentire il lettore spesso spaesato e confuso.
Una lettura particolare, che consiglio soprattutto agli amanti del genere, ma anche a chi vuole approcciarsi a un romanzo diverso.