51xt71n-Tjz-L

mercoledì 2 marzo 2016

Segreto di famiglia - Mikaela Bley

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi lascio la recensione di un libro che uscirà domani in libreria, che non mi è dispiaciuto, ma che non è stato capace di convincermi fino in fondo.
Un saluto e a presto.

Segreto di famiglia // Lycke
Mikaela Bley

Edito Newton Compton Editori - Prezzo 12,00€ - Pagine 331 - Genere Thriller
A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città.
La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano…

Non ero a conoscenza di questo libro ma quando, con mia grande sorpresa, il corriere me lo ha consegnato, ho dato subito un’occhiata alla trama, per poi fiondarmi immediatamente su questo thriller, libro di esordio dell’autrice. Devo dire che non mi è dispiaciuto, anche se qualche difetto, purtroppo, ce l’ha. Colgo l’occasione per ringraziare l’editore della copia che mi è stata gentilmente inviata.

Partiamo con ordine e parliamo dei personaggi, che ho apprezzato abbastanza.
Mentre nella prima parte del romanzo si alternano ben quattro punti di vista diversi, dalla seconda metà in poi, invece, viviamo il resto della vicenda esclusivamente dal punto di vista di Ellen, la vera protagonista del romanzo. Ellen è una giornalista di cronaca nera, con un passato un po’ confuso e misterioso. Le viene affidato il caso di Lycke, la bambina di otto anni scomparsa vicino al circolo di tennis. Indagando, cercando indizi e possibili soluzioni, il caso si fa sempre più difficile e il passato di Ellen inizia pian piano a riaffiorare. Si dimostra essere una ragazza abbastanza forte, anche se con Jimmy in giro, ex-fidanzato e attuale capo, il cambiamento che il suo comportamento e atteggiamento subiscono è radicale. 
Gli altri tre punti di vista che leggiamo sono quelli di Chloé, matrigna di Lycke, Helena, madre biologica, e Mona, la tata della bambina.
Helena è un personaggio che non mi è piaciuto per niente e l’ho odiata fin da subito; credo, tuttavia, che fosse proprio intenzione dell’autrice quella di creare un personaggio così; Chloé e Mona, invece, mi sono piaciute entrambe abbastanza, anche se solo Mona, delle tre, sembra manifestare realmente un dolore forte per la scomparsa della bambina.
Infine, c’è Harald, ex-marito di Helena e padre di Lycke. La sparizione della bambina lo distrugge completamente ed è disposto a fare di tutto pur di ritrovarla.
Nonostante sia i personaggi primari che secondari siano gestiti abbastanza bene, si nota subito come il quadro generale di certo non spicchi di originalità: l’autrice, fin dalle prime pagine, ci vuol far sospettare della matrigna, un personaggio troppo scontato, ma non comunque impossibile, che potrebbe essere legata in qualche modo alla sparizione della bambina; in generale, alcune situazioni risultano essere davvero troppo scontate, improbabili e dunque poco credibili.

Aspetto, invece, molto interessante e ben fatto è quello delle ambientazioni.
Il mondo creato dalla Kley è davvero ben pensato e ben strutturato, ogni dettaglio è coerente con l’insieme e il tutto funziona molto bene. I luoghi sono collegati bene tra loro, in maniera sensata e per niente scontata.
Gli indizi sono studiati nei minimi dettagli e vengono forniti sempre nei momenti giusti, anche se un lettore esperto del genere, comunque, riesce spesso a prevederli o, almeno, a non cascare nei tranelli dell'autrice.
Le atmosfere sono davvero interessanti: ogni scena, fin da subito, risulta essere molto inquietante e il lettore spesso ha dentro di sé un misto di ansia e terrore.

La trama, a mio parere, non è sicuramente delle più originali e pecca un po' di fantasia. Anche lo
sviluppo, a volte, risulta un po' carente, banale e scontato, come se fosse un qualcosa di già visto.
Mi è piaciuto molto, invece, lo stile dell'autrice che, per essere al suo primo romanzo, non è per niente male: scrittura diretta, semplice, che trascina completamente il lettore all'interno del libro, caratterizzato da un ritmo veloce, perfetto per il genere in questione.

Nel momento in cui si inizia a leggere un romanzo classificabile come thriller, la parte che più in assoluto si vuole leggere è il finale.
La conclusione di questo romanzo, purtroppo, non ha saputo entusiasmarmi. Mi aspettavo sicuramente di più e, una volta letta, mi ha lasciato piuttosto vuoto, deluso, come se dovessi ancora leggere il vero finale. Se da un lato, forse, l'autrice prova a sorprendere con un finale insolito, con delle motivazioni inaspettate quasi, dall'altro, in realtà, delude molto: molto breve, sembra quasi buttato lì semplicemente per porre la parola fine al romanzo. In pochissime pagine rivela il tutto, in maniera quasi superficiale, senza dare delle motivazioni che, a mio parere, potessero essere davvero credibili, soprattutto per il modo in cui aveva sviluppato tutta la storia nel corso del libro.

Un romanzo si e no, che non mi sento di sconsigliare perché ha saputo regalarmi alcune ore di lettura davvero piacevoli e che si è rovinato, secondo me, nel finale. Consiglio di leggerlo senza troppe aspettative, anche se durante la lettura è inevitabile farsene almeno un minimo, soprattutto per chi ama il genere.