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sabato 22 aprile 2017

Una ragazza bugiarda - Ali Land

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi lascio la recensione di un libro dal quale non sapevo cosa aspettarmi, un thriller molto particolare, che ha saputo sorprendermi.
Un saluto, tante buone letture e a presto.




Una ragazza bugiarda || Good me Bad me
Ali Land
Edito Newton Compton Editori - Prezzo 9,90 € - Pagine 350 - Genere Thriller
La mela non cade mai lontana dall'albero.

Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante.
Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato.
E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua.
Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta.
Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva.
Phoebe ha reagito malissimo all'arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche.
Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato.
Eppure nessuno sembra disposto a farlo…

Ricevuto inaspettatamente, "Una ragazza bugiarda" è un libro strano, interessante, peculiare.
Ringrazio la Newton Compton Editori per la copia che mi è stata gentilmente inviata.

Iniziamo, come di consueto, a parlare un po' dei personaggi, l'aspetto del libro più intrigante di tutti.
La nostra protagonista è Milly, una ragazzina che per anni ha vissuto in un contesto familiare orrendo, difficile, con una mamma che possiamo definire psicopatica.
Milly è un personaggio molto dinamico. Più scorriamo le pagine, più scopriamo segreti sempre più profondi, più inaspettati e, a volte, anche pericolosi.

«Le piaccio, credo. Ha visto solo le parti buone. Certe porte non dovrebbero essere aperte, me lo dicevi sempre. Mostra solo il lato che piacerà alla gente. Solo quello di cui sei sicura.»

La famiglia a cui viene data in affido sembra normale, almeno a vederla. Il padre, Mike, è molto protettivo e ha il compito di aiutarla; Saskia, che prova a fare la mamma brava, ma che spesso in realtà fallisce; infine, Phoebe, la possibile "nuova sorella" di Milly, con la quale instaura fin da subito in rapporto di puro odio.
Phoebe, insieme alla sua amica Izzy, non le dà tregua: a casa, a scuola, ovunque la incontri.
In questo mezzo incubo, la nostra protagonista viene aiutata da Morgan, una ragazzina che vive nel palazzo vicino.
Morgan e Milly creano subito un rapporto di amicizia, dove una può contare sull'altra.
Il sistema dei personaggi funziona molto bene ed è tutto molto chiaro nella testa dell'autrice.
Le loro relazioni si intrecciano, creando una rete molto fitta, dove tutto, a un certo punto, diventa inaspettato.
I temi trattati sono tanti: la solitudine, il rimorso, il dolore e l'amore sono solo alcuni degli argomenti a cui viene dato ampio spazio.

«Qualcosa la inseguiva, e lei poteva correre veloce e scappare lontano, non faceva alcuna differenza, la stava sempre alle calcagna.»
«Che cos'era?»
«Una serpe. [...]»
«Una serpe è come un serpente?»
«»
«Perché inseguiva la ragazza?»
«Non era veramente un serpente, faceva solo finta di esserlo.»
«E che cos'era?»
«Era una persona [...]»
«E come fa una persona a trasformarsi in serpente?»
«Certe volte le persone non sono quello che dicono di essere.»

Ben fatte anche le ambientazioni, seppur niente di troppo eccezionale.
Alcuni luoghi hanno una connotazione positiva, come la nuova casa in cui va a vivere Milly, che le dà spesso, tranne in alcuni casi, emozioni positive; altri, invece, fanno riaffiorare ricordi negativi, come la "stanza dei giochi" della mamma.
L'autrice fornisce spesso descrizioni abbastanza dettagliate, soprattutto se il luogo è importante, e lascia i pochi restanti dettagli alla fantasia del lettore.
L'ambientazione viene spesso influenzata e a volte invece influenza la protagonista stessa: in inglese il libro infatti si chiama "Good Me Bad Me" (una sorta di "La buona me, la cattiva me"), titolo molto più azzeccato a mio parere, che riassume proprio ciò che è Milly.

La trama è buona, il ritmo è sempre molto elevato e la lettura scorre via che è un piacere.
Si scoprono sempre più dettagli e il lettore comincia a sospettare di tutti: non ci si può fidare di nessuno, almeno così sembra, neanche della stessa Milly.
L'intreccio dei fatti è ben concepito dall'autrice, che crea un mix di adrenalina e colpi di scena niente male, seppure non del tutto imprevedibile.
Si alternano scene più tranquille a scene di tensione, e l'accoppiata è vincente.

Le pagine scorrono, i fatti accadano e, in poco tempo, si arriva al finale.
Una conclusione particolare, interessante e, per un lato, inaspettata.
Quando tutto si sembra assestato, con un equilibrio ormai ritrovato, ecco che l'autrice inserisce un colpo di scena finale, un'esplosione alle vite dei personaggi.
Un colpo di scena un po' forzato, forse, ma che permette di portare alla luce tutto, di capire davvero quanto contorta può essere la mente delle persone.

Un thriller meno tradizionale, molto psicologico, scritto con uno stile diverso, un alternarsi di discorsi diretti e indiretti, che fa sentire il lettore spesso spaesato e confuso.
Una lettura particolare, che consiglio soprattutto agli amanti del genere, ma anche a chi vuole approcciarsi a un romanzo diverso.

lunedì 31 ottobre 2016

Il Gioco del Male - Angela Marsons

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi parlo di un libro che mi ha sorpreso davvero in positivo e che sinceramente non mi aspettavo di poter apprezzare così tanto.
Un saluto e a presto



Il Gioco del Male // Evil Games
Angela Marsons

Edito Newton Compton Editori - Prezzo 9,90 € - Pagine 384 Genere Giallo
Quando viene rinvenuto il cadavere di uno stupratore, la detective Kim Stone e il suo team sono chiamati a investigare.
Sembra un semplice caso di vendetta personale, ma l’omicidio è solo il primo di una serie di delitti che via via diventano più cruenti. È evidente che dietro tutto questo c’è qualcuno con un piano preciso da realizzare.
Mentre le indagini si fanno sempre più frenetiche, Kim si ritrova nel mirino di un individuo spietato e deciso a mettere in atto il proprio progetto criminale, a qualunque costo. Contro un sociopatico che sembra conoscere ogni sua debolezza, la detective Stone si rende conto che ogni mossa potrebbe esserle letale.
E così, mentre il numero delle vittime continua a crescere, Kim dovrà considerare ogni minima traccia, perché con un avversario del genere anche la più remota pista va percorsa per fermare il massacro. E questa volta è una questione personale.

Quando il postino ha suonato alla porta per consegnarmi inaspettatamente questo libro, sono rimasto molto sorpreso e incuriosito dalla trama. Mi sembrava un libro che prometteva molto bene, ma avevo paura che la premessa potesse deludermi.
Invece, Angela Marsons mi ha saputo convincere e mi ha regalato una buona lettura.
Ringrazio la Newton Compton per la copia inviatami.


Direi di iniziare dai personaggi, aspetto che più mi ha colpito e che mi è piaciuto maggiormente.
La nostra protagonista è Kim Stone, una donna molto fredda all'apparenza, dura, con un passato alle spalle difficile da dimenticare. L'unico suo amico di vita, e partner di lavoro, è Bryant, un uomo molto diverso da Kim, che cerca sempre di strapparle un sorriso.
Personaggio migliore in assoluto, una costruzione psicologica davvero ben fatta, è quello di Alexandra Thorne, una psicologa davvero particolare. Una donna di bell'apparenza, furba, intelligente, fuori dal comune.
L'autrice introduce poi una serie di personaggi, alcuni più importanti e altri meno, come Dawson o Ruth Willis: alcuni servono soltanto in determinati momenti, altri diventano quasi delle "marionette", altri ancora saranno capaci di sorprendere il lettore quando meno se lo aspetta.
Un sistema di personaggi ben curato e gestito dall'autrice, che ha le idee ben chiare e crea un intreccio niente male, riuscendo a sfruttare bene tutto quello da lei creato.

È stato dato meno peso alle ambientazioni, nonostante non siano state fatte male.
I luoghi vengono presentati soltanto con quei dettagli utili e fondamentali ai fini della trama; il resto viene imputato all'immaginazione del lettore.
Tra i migliori, sicuramente la cantina di casa Dunn, dove inizia tutta la nostra storia, ma anche l'ufficio della dottoressa  Thorne, un luogo all'apparenza positivo, ma che è invece inondato da un'atmosfera negativa, che mette ansia anche al lettore stesso.
Ovunque ci si sposti, insieme alla nostra protagonista, la sensazione che si ha è quella di essere continuamente spiati e seguiti. C'è questa continua atmosfera di paura e tensione, che ci accompagna per l'intera lettura.

La trama è abbastanza interessante, contiene delle idee magari già viste, ma l'autrice riesce a gestirle in maniera diversa e nuova, cercando di intrecciarle tra loro.
La tensione c'è sempre, a volte di più e a volte meno, e questo aiuta ad alternare momenti in cui prevale l'azione, dunque più adrenalinici, a momenti più "morti", creando un mix davvero niente male.
Il libro è scritto bene, con uno stile molto semplice e diretto: questo permette alla lettura di essere molto fluida e per niente noiosa. In un batter d'occhio ci si trova ad essere quasi al termine del libro, pronti per il finale.

Buona conclusione per un libro davvero niente male. Il finale vede una parte piuttosto scontata direi, ma molto voluta dal lettore; però, arriva anche il colpo di scena, che conclude quel caso che per Kim ormai stava diventando quasi un'ossessione.

"Il Gioco del Male" è un libro davvero niente male, molto psicologico. Mi sono divertito tanto a leggerlo e devo dire che mi ha regalato anche diversi spunti di riflessione. Una lettura niente male, che consiglio, soprattutto agli amanti del genere.

mercoledì 2 marzo 2016

Segreto di famiglia - Mikaela Bley

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi lascio la recensione di un libro che uscirà domani in libreria, che non mi è dispiaciuto, ma che non è stato capace di convincermi fino in fondo.
Un saluto e a presto.

Segreto di famiglia // Lycke
Mikaela Bley

Edito Newton Compton Editori - Prezzo 12,00€ - Pagine 331 - Genere Thriller
A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città.
La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano…

Non ero a conoscenza di questo libro ma quando, con mia grande sorpresa, il corriere me lo ha consegnato, ho dato subito un’occhiata alla trama, per poi fiondarmi immediatamente su questo thriller, libro di esordio dell’autrice. Devo dire che non mi è dispiaciuto, anche se qualche difetto, purtroppo, ce l’ha. Colgo l’occasione per ringraziare l’editore della copia che mi è stata gentilmente inviata.

Partiamo con ordine e parliamo dei personaggi, che ho apprezzato abbastanza.
Mentre nella prima parte del romanzo si alternano ben quattro punti di vista diversi, dalla seconda metà in poi, invece, viviamo il resto della vicenda esclusivamente dal punto di vista di Ellen, la vera protagonista del romanzo. Ellen è una giornalista di cronaca nera, con un passato un po’ confuso e misterioso. Le viene affidato il caso di Lycke, la bambina di otto anni scomparsa vicino al circolo di tennis. Indagando, cercando indizi e possibili soluzioni, il caso si fa sempre più difficile e il passato di Ellen inizia pian piano a riaffiorare. Si dimostra essere una ragazza abbastanza forte, anche se con Jimmy in giro, ex-fidanzato e attuale capo, il cambiamento che il suo comportamento e atteggiamento subiscono è radicale. 
Gli altri tre punti di vista che leggiamo sono quelli di Chloé, matrigna di Lycke, Helena, madre biologica, e Mona, la tata della bambina.
Helena è un personaggio che non mi è piaciuto per niente e l’ho odiata fin da subito; credo, tuttavia, che fosse proprio intenzione dell’autrice quella di creare un personaggio così; Chloé e Mona, invece, mi sono piaciute entrambe abbastanza, anche se solo Mona, delle tre, sembra manifestare realmente un dolore forte per la scomparsa della bambina.
Infine, c’è Harald, ex-marito di Helena e padre di Lycke. La sparizione della bambina lo distrugge completamente ed è disposto a fare di tutto pur di ritrovarla.
Nonostante sia i personaggi primari che secondari siano gestiti abbastanza bene, si nota subito come il quadro generale di certo non spicchi di originalità: l’autrice, fin dalle prime pagine, ci vuol far sospettare della matrigna, un personaggio troppo scontato, ma non comunque impossibile, che potrebbe essere legata in qualche modo alla sparizione della bambina; in generale, alcune situazioni risultano essere davvero troppo scontate, improbabili e dunque poco credibili.

Aspetto, invece, molto interessante e ben fatto è quello delle ambientazioni.
Il mondo creato dalla Kley è davvero ben pensato e ben strutturato, ogni dettaglio è coerente con l’insieme e il tutto funziona molto bene. I luoghi sono collegati bene tra loro, in maniera sensata e per niente scontata.
Gli indizi sono studiati nei minimi dettagli e vengono forniti sempre nei momenti giusti, anche se un lettore esperto del genere, comunque, riesce spesso a prevederli o, almeno, a non cascare nei tranelli dell'autrice.
Le atmosfere sono davvero interessanti: ogni scena, fin da subito, risulta essere molto inquietante e il lettore spesso ha dentro di sé un misto di ansia e terrore.

La trama, a mio parere, non è sicuramente delle più originali e pecca un po' di fantasia. Anche lo
sviluppo, a volte, risulta un po' carente, banale e scontato, come se fosse un qualcosa di già visto.
Mi è piaciuto molto, invece, lo stile dell'autrice che, per essere al suo primo romanzo, non è per niente male: scrittura diretta, semplice, che trascina completamente il lettore all'interno del libro, caratterizzato da un ritmo veloce, perfetto per il genere in questione.

Nel momento in cui si inizia a leggere un romanzo classificabile come thriller, la parte che più in assoluto si vuole leggere è il finale.
La conclusione di questo romanzo, purtroppo, non ha saputo entusiasmarmi. Mi aspettavo sicuramente di più e, una volta letta, mi ha lasciato piuttosto vuoto, deluso, come se dovessi ancora leggere il vero finale. Se da un lato, forse, l'autrice prova a sorprendere con un finale insolito, con delle motivazioni inaspettate quasi, dall'altro, in realtà, delude molto: molto breve, sembra quasi buttato lì semplicemente per porre la parola fine al romanzo. In pochissime pagine rivela il tutto, in maniera quasi superficiale, senza dare delle motivazioni che, a mio parere, potessero essere davvero credibili, soprattutto per il modo in cui aveva sviluppato tutta la storia nel corso del libro.

Un romanzo si e no, che non mi sento di sconsigliare perché ha saputo regalarmi alcune ore di lettura davvero piacevoli e che si è rovinato, secondo me, nel finale. Consiglio di leggerlo senza troppe aspettative, anche se durante la lettura è inevitabile farsene almeno un minimo, soprattutto per chi ama il genere.

venerdì 18 luglio 2014

Followers - Anna Davies

Ciao a tutti, followers e non del blog. Torno con una recensione di un libro che aspettavo da tantissimo tempo, uscito il mese scorso in inglese, dal quale, però, mi aspettavo qualcosa di più.
Un saluto e a presto.


Titolo Followers
Titolo originale -
Autore Anna Davies
Edito Point
Prezzo 5,89 £
Pagine 216
Genere Thriller

Pensavo che quella sera mi fossi spaventata, ma non avevo idea di che cosa fosse il vero terrore. Il terrore era vedere qualcuno steso a pancia in su, con lo sguardo vuoto e spento. Il terrore era sapere che il pericolo è un fattore che ti circonda, e che non c'è niente che tu possa fare per fermarlo.

TRAMA
Twittare o non twittare… questo è il dilemma fatale.
Quando Briana perde l’occasione di ottenere un ruolo nella produzione scolastica dell’Amleto, decide di accettare, seppur in maniera riluttante, il ruolo di “responsabile dei social media”, iniziando subito a twittare aggiornamenti apatici. A malapena ha qualche follower, così, quando qualcuno viola il suo account twitter, Briana non riesce a raccogliere le energie sufficienti a fermarlo. Dopotutto, tweet come “Qualcosa è putrefatto in Danimarca” e “Un corpo nel teatro è in decomposizione” sono ovviamente uno scherzo.
Ma poi un corpo viene scoperto nel teatro: la rivale di Briana. Improvvisamente, quello che sembrava essere una burla si tramuta in qualcosa di letale. Davanti al terrore di tutti, gli agghiaccianti tweet continuano… e il conteggio dei corpi inizia ad aumentare.
Non c’è nessun’altra spiegazione; qualcuno sta twittando in diretta gli omicidi che avvengono nel campus. 
Con la scuola nel caos e la polizia incapace di scoprire il colpevole, starà a Briana smascherare lo psicopatico dei tweet, prima che il massacro raggiunga le proporzioni Shakespeariane… o lei sarà la prossima vittima.

Ho visto per la prima volta "Followers" l'anno scorso, su Goodreads, e appena letta la trama, le mie aspettative sono salite al cielo. Ho aspettato a lungo, con il timore che, una volta letto, il libro non mi sarebbe piaciuto. Purtroppo così è stato, o meglio, il libro in sé mi è piaciuto, anche se, per colpa della trama, mi aspettavo una storia un po' diversa.

Direi di andare con ordine e di partire dai personaggi, aspetto ben curato dall'autrice.
Briana, la protagonista, è delusa e distrutta, poiché non è riuscita a ottenere il ruolo di Ophelia nell'Amleto, come invece sperava. Riesce tuttavia a ottenere il compito di mostrare i progressi delle prove della recita, utilizzando il suo account twitter.
Questo, però, provoca l'apparizione di un personaggio misterioso (che mi ha ricordato spesso Ghostface della serie Scream) che si nasconde dietro all'account twitter de "Il fantasma di Amleto" (Hamlet's Ghost in inglese). Il fantasma inizia a ri-twittare gli aggiornamenti di Briana e inizia a commentarli con frasi strane, inquietanti, che spaventano non solo la protagonista, ma anche il lettore stesso.

Il fantasma di Amleto @fantasmadiamleto
Come dice Shakespeare, la morte è una cosa paurosa. Almeno per quelli che sono ancora in vita... nessuna idea di chi possa essere il prossimo a non avere più paura?

Viene inserita anche una sorta di mezza storia d'amore, (con un personaggio che non cito per non fare spoiler) che ho reputato inutile per l'intreccio e anche un po' forzata. Fortunatamente rimane in secondo piano, e non dà molto fastidio.
Il resto dei personaggi presenti, seppur secondari, sono ben caratterizzati: ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti. Davvero ben fatti, e soprattutto molto brava l'autrice, perché porta in uno stato di allerta anche il lettore, il quale non sa più di che personaggi può fidarsi e chi no, arrivando quasi a dubitare della protagonista stessa.
Molto interessante anche l'aspetto delle ambientazioni.
L'autrice non si risparmia e spesso e volentieri fornisce buone descrizioni, dettagliate quanto bastano. Il lettore si crea così una buona immagine nella sua testa, nitida, degli scenari presenti nella storia.
Il teatro è una di quelle che mi ha colpito di più. Niente di particolare, un teatro normalissimo, che però ha un'atmosfera strana, particolare. Fin dal primo momento in cui 'entriamo' in quel luogo, notiamo che qualcosa non va, che c'è qualcosa di strano, anche se non capiamo cosa.
Una lettura scorrevole, non troppo lunga, che si riesce a leggere in un giorno solo. Un libro che cattura, che si vuole far leggere, che intrappola in qualche modo il lettore e lo obbliga a vivere questa sorta di incubo.
Qual è, allora, il problema con questo libro, che non solo io ho riscontrato? La risposta è molto semplice: la trama.
Difatti, questa ci fornisce un certo tipo di informazioni, ma non tutte sono vere e presenti all'interno del romanzo.
Innanzitutto, la parte che ci dice: "qualcuno viola il suo account twitter" NON è assolutamente vera (dato che il 'fantasma' ha il suo account), così come: "Dopotutto, tweet come “Qualcosa è putrefatto in Danimarca” e “Un corpo nel teatro è in decomposizione” sono ovviamente uno scherzo." non esiste: questi sono due tweet non presenti nel libro.
La trama continua dicendoci: "Ma poi un corpo viene scoperto nel teatro: la rivale di Briana. Improvvisamente, quello che sembrava essere una burla si tramuta in qualcosa di letale.". Il corpo della sua 'rivale' (che poi tanto rivale non è) viene sì trovato nel teatro, ma NON come primo: ne hanno già trovato un altro! Inoltre, i personaggi non hanno MAI PENSATO che fosse uno scherzo.
Infine, anche questa parte: "Con la scuola nel caos e la polizia incapace di scoprire il colpevole" non è del tutto vera, dato che la polizia si vede arrivare solo nell'ultima parte del romanzo e la scuola non è nel caos, tralasciando l'ultima parte.
Insomma, molte informazioni non sono vere, altre sono storpiate e solo poche sono presenti davvero. Questo credo sia il motivo principale per il quale molti non hanno apprezzato questo libro.
Buono il finale, anche se per un lettore di thriller non è poi così difficile da indovinare.
Una conclusione comunque ben curata, che pone la parola fine a una lettura davvero interessante.
Sicuramente 'Followers' è un buon thriller, ben fatto, con un atmosfera adatta a questo genere. Peccato, però, che ciò che il libro promette di contenere è soltanto in parte vero, deludendo il lettore. L'inglese è abbastanza semplice, e se state cercando un libro non tanto lungo con un livello della lingua basso, beh, questo potrebbe fare per voi!

Il teatro per me era un'opportunità per non essere silenziosa, per non essere nella media, per non essere me stessa.

VOTO FINALE

domenica 29 settembre 2013

Il silenzio della neve - Jenny Milchman

Ciao a tutti, followers! Oggi vi lascio la recensione di un thriller che ho trovato ben fatto e che mi è piaciuto abbastanza! 

volte, il confine tra verità e bugia è sottile come uno strato di ghiaccio sul punto di spezzarsi. 
Avrai il coraggio di attraversarlo?


Titolo Il silenzio della neve
Titolo originale Cover of Snow
Autore Janny Milchman
Edito Sperling & Kupfer
Prezzo 9,90 €
Pagine 358
Genere Thriller

Poi ancora silenzio, più significativo delle parole.

TRAMA
È una mattina gelida come tante altre nella grande casa di Nora Hamilton, sepolta tra le nevi dei monti Adirondack, nello Stato di New York. Eppure, al risveglio, Nora capisce subito che qualcosa non va. Il tempo di guardarsi intorno, e lasciare che la nebbia del sonno si diradi, e un'agghiacciante verità le si presenta davanti: suo marito Brendan è morto. Si è impiccato, senza un apparente motivo, senza lasciare nemmeno un biglietto. Dopo le prime ore di disperazione e incredulità, però, Nora comincia a riflettere: perché Brendan, marito affettuoso, poliziotto innamorato del suo lavoro, avrebbe dovuto togliersi la vita? C'è qualcosa che lei non sa? Forse qualcuno l'ha spinto a quel gesto? Tormentata dal dubbio e dal sospetto, nonostante il dolore Nora decide che è arrivato il momento di aprire gli occhi. Ha passato tutta la vita a evitare verità scomode, ma ora deve trovare il coraggio di affrontare quel che forse non ha mai voluto vedere. Indagando sul passato di Brendan, Nora incontra una sconcertante resistenza da parte degli amici, dei colleghi, persino della madre di lui, e si rende conto che sta facendo domande a cui nessuno vuole rispondere. Perché, sotto la coltre di ghiaccio, si nasconde qualcosa - un terribile segreto - che deve restare sepolto il più a lungo possibile...

RECENSIONE DI EHRNAIDER
"Nora è la nuova Smilla" Questo è quello che troviamo scritto sulla fascetta del libro, quando lo acquistiamo. Smilla, per chi non lo sapesse, è la protagonista del libro Il senso di Smilla per la neve di Peter Hoeg; un libro che io non ho ancora letto, ma di cui avevo letto recensioni più che positive.
Ringrazio l'editore per la copia che mi è stata inviata.

Le prime pagine sono devastanti.

Mio marito aveva lavorato fino a tardi tutta la settimana, perché non continuare a dormire? E se doveva alzarsi presto, come mai non mi aveva svegliato?
Sentii una stretta allo stomaco. Sapeva che alle otto dovevo incontrare un nuovo cliente, il proprietario di una deliziosa ma decrepita casetta in legno bisognosa di un restauro. Brendan prendeva sul serio la mia attività appena iniziata. Non mi avrebbe mai fatto perdere un appuntamento.

Subito, noi lettori, veniamo avvolti da questa atmosfera di paura e di tensione, che svanirà soltanto a libro concluso.
Partiamo analizzando l'aspetto dei personaggi, curati dall'autrice.
Nora, la nostra protagonista, è una donna che dimostra in più occasioni di essere intelligente, coraggiosa e pronta a correre il rischio: è disposta a fare qualsiasi cosa, pur di scoprire tutto sul marito Brendan.
Brendan è un personaggio che non conosciamo direttamente, ma riusciamo comunque a farci una buona idea di che persona sia, grazie soprattutto ai ricordi della protagonista e dei suoi colleghi.
Dall'aspetto di un giovane, ma che realtà ha un'età simile a quella di Nora, è Dugger, personaggio molto complesso, e per questo il mio preferito. Dugger lo conosciamo a distanza di poche pagine e ci riuscirà a impressionare fin da subito. Parla spesso in rima, dice cose senza senso e tiene dei comportamenti strani, che ci portano a sospettare di lui. Grandissimo riscatto ha nel finale, momento nel quale ho decisamente apprezzato questo ragazzo.
Zia Jean e Eileen, la mamma di Bredan, sono due donne completamente diverse; ci troveremo, quindi, ad apprezzare la prima e a odiare la seconda. Eileen è una donna fredda, che tratta malissimo Nora. Scopriremo molte cose sul suo conto, alcune anche sgradevoli.
Aspetto fatto abbastanza bene è quello delle ambientazioni.
Siamo in inverno e tutte le località sono coperte dalla neve, tocco che ho fortemente apprezzato perché dà ancora più tensione all'atmosfera del libro.
Purtroppo, però, c'è anche il suo lato negativo: la maggior parte delle località visitate diventano, quindi, uguali; tutte sono sepolte dalla neve e sono minimi i dettagli differenti. Ci sembra di restare sempre nello stesso posto, nonostante Nora giri parecchi posti.
A mio parere, l'autrice doveva soffermarsi un po' di più sulle descrizioni e crearne alcune un po' più differenti.

Altra piccola pecca è il ritmo della lettura. Pur essendo un libro pieno di tensione, il lettore riesce a staccarsi facilmente da esso, questo perché ci sono troppi momenti morti nel romanzo. Avrei inserito più colpi di scena oppure avrei ridotto il numero delle pagine.
Avrei preferito, inoltre, l'utilizzo del tempo presente e non di quello passato, che in un thriller non sempre va bene.
Si arriva poi al finale, altro aspetto fatto bene solo a metà.
Finalmente iniziamo ad avere un quadro ben dettagliato sulla situazione generale e siamo pronti per gli ultimi e decisivi colpi di scena. 
Fino alle ultime pagine il nostro cuore batte forte, perché la suspense è molta.
Quando la situazione si tranquillizza, nell'ultima pagina circa, arriva un ultimo colpo di scena, riguardante Nora e la sua dolce sorpresa. Una parte inutile, che avrei tolto.
Se leggerete il libro, capirete che cosa intendo.

Un thriller che comunque mi sento di consigliare, che mi ha saputo coinvolgere, anche se non tanto, grazie alla storia ben sviluppata dall'autrice.

VOTO FINALE

lunedì 9 settembre 2013

Morte Sospetta - Tim Weaver

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi. Seconda recensione del giorno! Vi parlo di un thriller che volevo leggere da un po' di tempo e che mi è piaciuto tantissimo.


Titolo Morte sospetta
Titolo originale Chasing the Dead
Autore Tim Weaver
Edito TimeCrime
Prezzo 12,00 €
Pagine 423
Genere Thriller

TRAMA
Dopo la morte di sua moglie, portata via da un tumore improvviso, l’ex reporter David Raker cerca di rimettere insieme i pezzi della propria vita risolvendo su commissione i casi di persone scomparse. Il caso di Alex Towne è uno di questi. Ma Alex Towne non è semplicemente scomparso: Alex Towne è morto in un incidente d’auto, così brutalmente che gli inquirenti hanno dovuto identificare il suo cadavere dall’impronta dentale. Pur sapendo che si tratta di un caso disperato, David accetta l’incarico quando la madre di Alex gli confida di essere certa di aver visto il figlio in strada un anno dopo la sua morte. Durante la sua ricerca della verità ai margini del disagio esistenziale in un’Inghilterra contemporanea cupa e disperata, David si ritroverà invischiato in un labirinto di segreti e rivelazioni sconcertanti, scoprendo così di essersi cacciato in un’indagine dai risvolti ben più complicati e perversi del previsto. Sepolti nel passato di Alex giacciono i ricordi di una vita da dimenticare e l’ombra inquietante di un sospetto: a volte la morte può non essere solo un doloroso passaggio verso un’altra vita...

RECENSIONE DI EHRNAIDER
Avevo bisogno di un thriller vero, di un libro che mi portasse in un mondo totalmente diverso, ricco di paura e suspense.
Morte Sospetta è arrivato al momento giusto. Ringrazio quindi l'editore per la copia che mi è stata gentilmente inviata.
I primi capitoli sono lenti, circondati da un'aura di malinconia, e ci permettono di capire la situazione in cui ci troviamo.
Tra i personaggi, troviamo David Raker, il nostro protagonista.
Scosso dalla morte della moglie,decide comunque di non arrendersi e di provare, quindi, a continuare a vivere la sua vita. Siamo dunque davanti a un David debole, insicuro. Nel corso del libro, però, viene messa in risalto una vera e propria maturazione di questo personaggio, grazie a un incarico, propostogli da Mary, molto particolare.
Il soggetto di questo caso è, come da titolo, una morte sospetta, quella di Alex Towne.
Di Alex sappiamo poco all'inizio, anche se poi riusciremo ad avere un quadro completo sul suo conto, grazie a frammenti di ricordi raccontati da amici e parenti.
Scopriremo poi, con il proseguire dell'avventura, altre cose sul suo conto, alcune buone e altre non, che lo fanno diventare un personaggio complesso e ben pensato.
Tutti i personaggi comunque, anche quelli più terribili, presentano dei dettagli molto particolari che li rendono dei personaggi affascinanti e davvero ben caratterizzati.
La maggior parte di loro, li conosciamo attraverso i numerosi dialoghi presenti nel corso del romanzo.
Il primo, che dà subito la svolta, si svolge tra David e Mary, la mamma di Alex.


«Ho visto Alex.»
Mi ci volle qualche secondo per realizzare appieno. Sta dicendo che ha visto suo figlio morto.
«Io, uhm... non credo di aver capito.»
«Ho visto Alex.»
«Hai visto Alex?»
«Sì.»
«Che intendi, quando dici che l'hai visto?»
«Intendo dire che l'ho visto.»

Ben fatto, quasi perfetto direi, l'aspetto delle ambientazioni.
L'autore fornisce dei dettagli precisissimi, in qualsiasi luogo il protagonista sia.
L'immagine dei luoghi, nella testa del lettore, è nitidissima: gli sembra quasi di vedere un film.
Le atmosfere poi, da inizio a fine libro, sono meravigliose.
L'intera lettura è piena di suspense e colpi di scena che tengono il lettore incollato al libro.
Il libro lo si legge in pochissimo tempo; pur essendo di 423 pagine, il romanzo lo si divora in neanche due giorni.
C'è da dire che, però, non è un thriller adatto a tutti.
Quando la situazione peggiora radicalmente, si parla quindi delle ultime 150 pagine circa, iniziano a comparire scene violente e crude, difficili anche da immaginare per quanto sono dure.
Si arriva poi al finale, la parte che, in qualsiasi thriller, si vuole leggere.
Niente da dire, se non che l'autore sia riuscito a creare un intreccio pazzesco, complesso e a dir poco perfetto.
Davvero difficile riuscire a intuire tutta la conclusione, anche se una parte può essere benissimo prevista, almeno da chi legge molto questo genere di libri.
In ogni caso, si vede il lampo di genio che l'autore ha avuto e il modo in cui è riuscito a sviluppare il tutto.
Quando tutto sembra essersi risolto, arriva un nuovo colpo di scena.
Direi un esordio più che buono per Tim, che è riuscito a creare un thriller di alto livello.
Ora, la voglia di leggere i due successivi di questa trilogia è alle stelle, quindi, spero che la pubblicazione dei due volumi arrivi presto, altrimenti li dovrò leggere in lingua originale.
Assolutamente da leggere, soprattutto se siete amanti del genere.

VOTO FINALE

mercoledì 3 luglio 2013

Corner's Church - Matteo Zapparelli


Titolo Corner's Church
Titolo originale Corner's Church
Autore Matteo Zapparelli
Edito Narcissus Self-Publishing
Prezzo 2,49 € (ebook)
Pagine 184
Genere Thriller / Horror

TRAMA
Alex Snyder, detto il Biondo, è un agente federale la cui unica ossessione è quella di trovare e ammazzare con le proprie mani un pericoloso serial killer, soprannominato Serpe, che ha ucciso il suo più caro amico e collega Bob.
Il Biondo è un uomo malato, al quale un grave tumore al cervello ha concesso al massimo un paio d'anni. La sua vita non ha più alcun valore. Pur di trovare Serpe è disposto a tutto, scendendo a qualsiasi compromesso.
Seguendo le tracce dell'assassino il Biondo giunge a Corner's Church, una minuscola cittadina del Colorado, dove stringe un patto con il vicesceriffo Benson, un uomo arrivista e svogliato, il cui unico interesse è concludere la carriera in bellezza. Tenendo nascosto il caso all'FBI, Benson spera di prendersi tutti i meriti, lasciando al Biondo la sua personale vendetta.
E' un gioco perverso, quello di Serpe, ma è un gioco nel quale solo il Biondo è protagonista...

RECENSIONE DI EHRNAIDER
Torno nuovamente con il mio genere, il thriller. Questa volta però, a differenza del precedente libro recensito, il romanzo mi ha davvero sorpreso e l'ho divorato in meno di 24 ore. Grazie alla collaborazione con il gruppo Il libro del Martedì, nata da pochissimo, ho avuto la possibilità di leggerlo e voglio quindi ringraziarli.

Avevo già visto in giro per i blog questo libro, la prima volta su Il libro che pulsa, quello della mia amica Lucrezia. Visto che mi fido sempre del suo parere, letta la sua recensione positiva ho subito aggiunto il romanzo alla wishlist.
Le mie aspettative erano quindi salite alle stelle. Ma con immenso piacere, posso dire che non sono state deluse.
Corner's Church parte con un inizio davvero interessante, che fa entrare subito il lettore all'interno del libro e lo inserisce nella sua atmosfera macabra.

"Notte da lupi, questa.
La pioggia scende gelida e impietosa da un cielo più nero della pece. Non c'è luna a rischiarare l'infinita striscia d'asfalto dell'interstatale 25, sui cui lati svettano alti pini, stretti gli uni agli altri come bambini spaventati dal baluginare dei lampi e dal rombo feroce dei tuoni."

Fin da subito quindi, veniamo catturati dal libro.
Il problema principale è che non vi è via d'uscita: una volta iniziata la lettura, il lettore non può più tirarsi indietro e sente il bisogno di finirla. Vuole leggere la parola FINE.
Analizziamo per primo l'aspetto personaggi.
Alex Snyder, detto il Biondo, è il nostro protagonista. Alex è un agente federale, malato di un cancro celebrale incurabile, che si occupa da tempo di un pericoloso serial killer, Serpe, che ha ucciso ben 9 vittime innocenti, tutte donne, tranne una: Bob.
Bob era il suo fidato collega, era l'unico vero amico che aveva ed era colui che stava per scoprire l'identità di Serpe. Sembra che proprio per questo motivo, quest'ultimo lo uccide.
Serpe è il personaggio migliore in assoluto. Chiamato così perché "come un serpente riusciva sempre a sfuggire".  Da Claire, una ragazza che cambierà per sempre il nostro protagonista, viene definito come "Uno a cui piace intrufolarsi in casa, rapire una donna e poi ammazzarla per puro divertimento". Questo è Serpe: uno psyco-killer, una specie di ghostface, una persona che uccide senza motivo.
Davvero ben fatto è l'aspetto dell'ambientazione.
Essendo soltanto una, l'autore ha avuto la possibilità di concentrarsi solo su di questa, riempirla di dettagli e riuscendo a creare un vero e proprio quartiere immerso nel terrore. 
Corner's Church si presenta come una piccola cittadina americana, quella tipica dei film horror, circondata da un quiete strana che sta per terminare.
Dopo il primo omicidio, l'atmosfera cambia radicalmente: la gente impazzisce e il terrore prende il sopravvento. Anche il clima sembra essere partecipe: quasi sempre il cielo è ricoperto di nuvole che, ogni tanto, causano delle vere e proprie tempeste. Che dire, se non PERFETTO!
Una lettura piacevole e scorrevole, che risucchia completamente il lettore, lo avvolge in un vortice di eventi e non lo libera più. Purtroppo però, non tutti gli aspetti sono perfetti.
Non mi è piaciuta la scelta della storia d'amore perché in un horror penso che non sia utile. Verso la fine acquista anche più importanza e questa è una cosa che non ho completamente apprezzato.
Poi, ogni tanto, alcuni fatti erano abbastanza prevedibili, ma questo credo sia perché ormai ho letto tantissimi thriller.
Si arriva poi, con il cuore martellante, alla parte che il lettore desidera leggere più di ogni altra cosa, ossia il finale.
Una conclusione a sorpresa, che può essere intuita soltanto se si presta molta attenzione a tutti i dettagli che vengono forniti nel corso delle indagini. Intuita o no, non ha importanza perché in ogni caso sorprenderà in modo positivo il lettore, lasciandolo a bocca aperta e impartendogli una bellissima morale.
Corner's Church quindi è un thriller particolare, diverso dal solito, simile a un film horror. È un libro che si attaccherà a voi e non vi lascerà più. Se non amate delle scene un po' forti, allora forse non fa per voi, ma se, come me, amate l'horror, allora leggetelo e lasciate che vi porti all'interno di un vero e proprio incubo.

«[...] Chi è quell'uomo? Per cosa lo state cercando?»
Brutta domanda. Brutta risposta.
«Non conosco il suo nome.» risponde il Biondo. «Nessuno all'FBI lo sa. A dire il vero, non sappiamo nemmeno che faccia abbia.»
[...]
«E, per quanto riguarda cos'ha fatto...», aggiunge il Biondo, «semplice. Ha ucciso e fatto a pezzi nove donne. E un federale.»

VOTO FINALE

lunedì 1 luglio 2013

Shift - Em Bailey


Titolo Shift
Titolo originale Shift
Autore Em Bailey
Edito Electric Monkey
Prezzo 6,99 £
Pagine 320
Genere Thriller

TRAMA (tradotta da me)
Olive non è pazza - sebbene abbia avuto un incidente l'anno scorso e abbia passato quel periodo nel reparto psichiatrico, lei adesso sta prendendo le sue medicine e sta alla larga dalla massa coinvolta in prodotti tossici. Ma quando salta fuori la nuova ragazza Miranda, Olive sa che c'è qualcosa di molto pericoloso in lei, anche se nessun altro sembra accorgersene. Ma chi crederà a lei, quando chiunque probabilmente pensa che sia pazza? Così è, tutti lo pensano tranne la sua migliore amica, Ami, la quale è disapprovata dalla madre di Olive per qualche strano motivo. Ma niente è quello che sembra in questo thriller di pagine che girano e ci sono colpi di scena e risvolti che non potete prevedere.

RECENSIONE DI EHRNAIDER
Ritorno finalmente su uno dei miei generi, il thriller, anche se non posso dire che questo libro mi abbia entusiasmato.
Ho visto per la prima volta Shift su internet e appena letta la trama le mie aspettative sono salite fino al cielo. Letto poi l'incipit, ho deciso che avrei letto questo libro.
Shift parte con un inizio mozzafiato.

"There were two things everyone knew about Miranda Vaile before she'd even started at our school. The first was that she had no parents - they were dead. And the second? They were dead because Miranda had killed them."

Già dalle prime righe il lettore entra all'interno del libro e si immagina di trovarsi davanti a una storia che presenta, tra tutti i personaggi, una ragazza particolare, pazza forse, una psycho-killer. Questo purtroppo non c'è, ma è solo un illusione che ci si crea.
Facciamo comunque un passo alla volta e partiamo quindi analizzando l'aspetto personaggi, che, devo dire, non mi ha particolarmente colpito.

La nostra protagonista è Olive. Olive si mostra come una ragazza intelligente, diffidente e che sembra notare qualcosa di strano in Miranda. Purtroppo però, da circa metà libro, Olive sembra diventare un'altra persona: non usa più la sua testa ma agisce di istinto e sembra essere attirata dalla strana ragazza.
Personaggio invece un po' più interessante è la migliore amica di Olive, Ami. Ami è una ragazza molto simile a Olive, sia di aspetto sia di carattere. Si scopriranno poi alcune cose davvero interessanti riguardanti questa ragazza, delle cose che la rendono un personaggio davvero particolare.
C'è poi Lachlan, uno dei ragazzi della classe di Olive. Buona l'idea di base dell'autrice, ma non l'ha saputa rendere bene: poteva ricoprire un ruolo molto più importante questo ragazzo, invece è stato molto tralasciato e a volte ci dimentichiamo di lui.
Miglior personaggio è sicuramente Miranda Vaile. Miranda è una ragazza semplice e carina. Sembra però essere circondata da un'aura malvagia, che però nessuno sembra notare. Quando qualcosa di strano succede, lei è nei paraggi.
"Ma è davvero lei la causa di tutto questo?" questa è la domanda che il lettore spesso si chiede mentre legge il libro e che trova risposta solo alla fine di quest'ultimo.
Aspetto interessante è quello riguardante l'ambientazione.
Possiamo dividerle in due grandi gruppi: fatte bene e fatte male. In alcune l'autrice dedica delle vere e proprie descrizioni, mentre in altre troviamo pochissimi dettagli e sta a noi comporle.
Quella sicuramente più affascinante è la casa di Miranda. Già dal giardino, notiamo come l'ambiente sia tetro, scuro e circondato da un'aura negativa, malvagia. L'interno invece sembra l'esatto opposto: c'è molta luce e tutte le cose sembrano essere in perfetto ordine. L'abitazione è molto grande e scopriremo presto parti particolari.
Una lettura semplice e scorrevole, sempre intrigante e che di conseguenza non annoia il lettore.
Devo dire che io l'ho trovato un semplice thriller con veri e propri momenti di suspense, ma non vi è affatto il tratto psicologico.
La scelta dell'introduzione era molto interessante, ma l'autrice si è fatta del male da sola perché smentisce tutto nella riga successiva, dicendo: "When these rumors started spreading [...]". Infatti l'autrice le definisce "voci di corridoio" (rumors) e questo rende il tutto non più verità, ma dubbio. Una scelta che non ho apprezzato.
Si arriva poi al finaleUna conclusione interessante, che presenta alcuni colpi di scena e alcune rivelazioni: potrebbe essere definito un finale a sorpresa, anche se in realtà il lettore può intuirlo (almeno in parte) già verso la metà del libro.
Le ultime pagine mi hanno lasciato un po' l'amaro in bocca, in quanto sembra che l'autrice si sia lasciata le porte aperte per un eventuale seguito.
Lo consiglio? Sì, se non si hanno troppe pretese. Un libro carino, ma nulla di eccezionale: una lettura semplice, anche l'inglese lo è: non ci sono termini difficili, non c'è slang e la trama non presenta un intreccio difficile da seguire. Se siete alle prime armi con i libri in inglese, questo potrebbe essere una scelta!

"Miranda was frowning at me. 'I asked you a question. Are you jealous of me?' I laughed. 'Of course I am! Who wouldn't be?' Miranda smiled, satisfied."

"It was the voice we'd all heard coming from outside the door. Miss Falippi's voice. But now it was coming from Miranda's mouth. The nausea rose up through me."

VOTO FINALE