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venerdì 24 luglio 2015

Inchiostro Rosso - Julie Mayhew

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Oggi vi parlo di un libro molto strano, particolare, che ha saputo sorprendermi in positivo.
Tengo inoltre a ringraziare l'editore per la copia del libro.
Un saluto e a presto.


Titolo Inchiostro Rosso
Titolo originale Red Ink
Autore Julie Mayhew
Edito Giunti (collana Y)
Prezzo 12,00 €
Pagine 283
Genere Romanzo

«"Abbraccio l'idea della morte!" Io la morte non l'ho abbracciata. Negli ultimi mesi è lei che ha abbracciato me. Mi ha gettato le braccia al collo, alla gola. Poi mi ha spinto giù, sotto la superficie. Avrebbe potuto avere la meglio, annegarmi, ma ho sentito che dovevo nuotare, che dovevo tornare a respirare.»

TRAMA
Un romanzo di formazione. Segreti e miti di famiglia, verità e menzogne tessute pur di essere amati. 
Inchiostro rosso, quello che non devi usare mai per le persone che ami perché si dice sia augurio di morte. Inchiostro rosso, quello che Melon ha usato per scrivere a sua madre dopo il litigio... Sarà solo superstizione, ma Melon Fouraki non riesce a scacciarlo dai suoi pensieri perché Maria, la donna bella e spregiudicata, così diversa da lei, che l'ha data alla luce a soli sedici anni, quel giorno è morta davvero in un incidente. Il padre non l'ha mai conosciuto e Creta, isola delle loro origini, è così lontana.
Ma quanto meno Melon ha la Storia. La Storia così piena di ricordi poetici e confortanti che la madre le ha ripetuto mille volte: della famiglia Fouraki, di un'infanzia serena tra i profumi e i colori mediterranei della fattoria e poi della grande rottura tra Maria e suo padre, che non le ha mai perdonato la fuga d'amore verso l'avventurosa e frenetica Londra. Melon ora sente il bisogno di indagare, di scoprire i luoghi e i personaggi di quella saga, e così accetta la proposta di Paul, il compagno di Maria che per lei è quasi un estraneo ma ora è suo tutore: insieme porteranno le ceneri di Maria in Grecia, ma quel viaggio sarà un'estate che le cambierà la vita, l'inizio di una nuova Storia. 
Sì, perché l'inchiostro rosso è anche quello con cui puoi decidere di riscrivere la tua Storia, quella vera.

Quasi per caso, guardando le mail ricevute, mi sono ritrovato la segnalazione di questo libro da parte della Giunti: incuriosito, leggo la trama e decido immediatamente di dargli una possibilità. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma direi che tutto sommato il libro è decisamente godibile.

Ciò che salta subito all'occhio è il modo in cui è organizzato il romanzo: l'autrice alterna in maniera irregolare momenti che avvengono prima della morte della madre della protagonista, che ci aiutano a capire e conoscere meglio Melon, e momenti che avvengono dopo tale evento e che riguardano ciò che la nostra protagonista deve effettivamente affrontare: si passerà, dunque, da capitoli intitolati "6 anni prima" a "133 giorni dopo".
Ogni tanto, in mezzo tra i vari capitoli, l'autrice inserisce anche "La Storia", volta a raccontarci le origini di Melon.

Per quanto riguarda i personaggi, dunque, la protagonista è Melon, ragazza alla quale le viene strappata via una figura fondamentale nella sua vita, la madre.
Ma Melon è un personaggio forte, che reagisce, che cerca di non pensare a ciò che è successo per continuare a vivere nel migliore dei modi. È molto diretta in ciò che dice e pensa, e spesso questo viene mostrato attraverso l'utilizzo di un linguaggio scurrile, che non mi è mai sembrato esagerato o fuori luogo.

«Devi continuare a nasconderti. Devi continuare a lottare. L'ultima cosa che devi fare è ammettere la sconfitta. [...] Devi ingannare, mentire, mascherare e sperare di avvicinarti un passettino alla volta alla perfezione.»

Molto importante è anche la figura di Paul, il fidanzato della mamma. Personaggio ben caratterizzato: più andiamo avanti con la lettura, più iniziamo a capirlo, a conoscerlo, a sentirlo amico.
Ragazzo che invece non mi è piaciuto è Haris, che viene introdotto molto più tardi rispetto a tutti gli altri, Sinceramente, la sua figura mi è sembrata un po' forzata; spesso ho pensato fosse totalmente inutile e, tuttora, credo che potesse essere benissimo omesso. Anche la migliore amica di Melon, soprannominata Pulcino, non mi ha fatto impazzire, oltre al fatto che risulta essere poco leale verso la protagonista, assumendo atteggiamenti poco condivisibili.
In generale, comunque, il mondo creato dall'autrice è ben delineato, anche se di alcuni personaggi abbiamo poche informazioni e a volte, anche per gli strani nomi, si rischia di fare confusione.
Il tocco della scrittrice è sicuramente meno presente nelle ambientazioni.
Viene lasciato molto più spazio all'immaginazione del lettore che, se da una parte è sicuramente un aspetto positivo, dall'altra invece avrei preferito qualche informazioni in più, soprattutto per quanto riguarda, per esempio, il paesaggio e i luoghi di Creta, che a volte facevo fatica a immaginare.
Il libro si incentra piuttosto sull'aspetto psicologico di Melon, su come affronta la morte della madre e sul come cerca di rimuovere tale momento dalla sua testa, inserendo anche qualche tocco di ironia che, personalmente, ho molto apprezzato.

«Volare è come morire: ti ritrovi in un altro posto.»

In sé il romanzo non è troppo lungo e scorre molto velocemente: lo stile della Mayhew è molto semplice, ma mai banale, e, soprattutto, è diretto. Cattura molto il lettore, che viene preso dalla vicenda e vuole sapere come il tutto si sviluppa.
Ho apprezzato molto anche il finale.
Una conclusione molto curata dall'autrice, per certi versi prevedibile, per altri impensabile. Si nota sicuramente un riscatto, un miglioramento della protagonista, che ho decisamente accolto.
Non voglio aggiungere altro, anche per non rischiare di fare spoiler; in ogni caso, penso che "Inchiostro rosso" sia un romanzo d'esordio niente male, con i suoi difetti, certo, ma nel complesso è  un romanzo più che apprezzabile, al quale si può dare una possiblità.

VOTO FINALE

domenica 6 aprile 2014

Nessuno sa di noi - Simona Sparaco

Ciao a tutti, ragazzi e ragazze. Oggi vi lascio una recensione di un libro forte, denso di emozioni, che mi ha colpito.
Un saluto e a presto.


Titolo Nessuno sa di noi
Titolo originale Nessuno sa di noi
Autore Simona Sparaco
Edito Giunti
Prezzo 12,00 €
Pagine 252
Genere Romanzo

Da lontano sembra che abbia i baffi. La pelle non è luminosa come lo era fino a pochi giorni fa. Lorenzo, andandosene, ha spento tutte quante le luci. Si è solo dimenticato di chiudere la porta. Ma qui, ormai, non c'è più niente da portare via.

TRAMA
Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di ''sesso a comando'', di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo.
Lorenzo è troppo ''corto''. Ha qualcosa che non va. ''Nessuno sa di noi'' è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Quale è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola. Una scrittrice di grande talento, un romanzo che tiene sospesi sul filo delle emozioni più vere, fino all'ultima pagina.

"Nessuno sa di noi" è un titolo che da tempo volevo leggere e finalmente ho trovato il momento giusto da dedicargli.
La tematica trattata, sicuramente, era ciò che più mi allettava: l'aborto terapeutico. Per aborto terapeutico si intende una interruzione volontaria della gravidanza, con lo scopo di preservare la salute della madre e/o evitare lo sviluppo di un feto affetto da gravi patologie.
Un argomento, direi, forte e attuale, ma soprattutto difficile da trattare. L'autrice, però, è riuscita a restare in una posizione neutrale e a dare spazio a diversi punti di vista.

I nostri personaggi protagonisti sono Luce e Pietro, una giovane coppia in attesa di un figlio, Lorenzo. Dopo diversi 'tentativi', Luce resta finalmente incinta e la sua vita cambia completamente. Per lei è un sogno, un sogno che finalmente si sta per realizzare.
Il tutto, però, viene distrutto e infranto al sesto mese di gravidanza. "Troppo corto" sono le uniche due parole che rimbombano nella testa di Luce, ormai abbattuta e frantumata. Per 'proteggersi' da questo dolore immenso, decide di rinchiudersi in se stessa, di isolarsi. Questo comporta una visione distorta della realtà, vede soltanto quello che vuole vedere e, di conseguenza, si allontana presto dal compagno Pietro, che invece resta più 'cosciente'.
Quest'ultimo, difatti, reagisce in modo più 'freddo'. Si rende conto che la displasia scheletrica diagnosticata a Lorenzo è troppo grave: bisogna prendere una decisione.
Se prima le decisioni da prendere con la moglie riguardavano l'arredamento della cameretta del figlio, ora riguardano la sua vita e il cercare di farlo soffrire il meno possibile. Si trovano, quindi, davanti a un bivio: attuare l'aborto terapeutico oppure no? Proprio a questo punto, si rendono conto che effettuarlo in Italia è troppo tardi: la gravidanza è ormai arrivata al sesto mese e sarebbe perciò un'operazione illegale.
Decidono di andare in Inghilterra e quando Luce, ormai assente dal punto di vista psicologico, esprime il suo accordo per l'operazione, la situazione cambia radicalmente. Parte, dunque, quella che è la seconda metà del libro, riguardante i sentimenti, le emozioni e le condizioni di Luce dopo l'aborto.
Entrambi i personaggi mi sono piaciuti moltissimo: ben caratterizzati e pensati dall'autrice. Molto diversi tra di loro, ma allo stesso tempo molto vicini. Sono legati da un'amore fortissimo, potente.
Inizialmente, Pietro non lo avevo completamente apprezzato, ma è nel finale che avviene il suo riscatto, dove viene mostrato il suo dolore, le sue emozioni e l'importanza della coppia.
Personaggi profondi, reali, non perfetti. Simona Sparaco li ha saputi definire molto bene e immergerli in un mondo crudele, simile a quello in cui viviamo.
Interessante anche l'aspetto delle ambientazioni.
Alcune davvero significative e altre un po' meno, ma ognuna di esse ha un ruolo fondamentale nella storia.
Sicuramente la più importante è la cameretta di Lorenzo, ormai pronta e in attesa di essere vissuta. Luce si sentiva madre ancor prima di rimanere incinta e voleva che fosse tutto perfetto al momento della nascita. Ulteriore tristezza e angoscia entrano in lei però, quando vede la polvere su quei mobili e ormai si rende conto che quella stanza non vedrà mai la luce.
Una lettura forte, dura, che seppur non sia particolarmente lunga, richiede un certo tempo di lettura.
La scrittura è semplice e i periodi sono brevi, e l'autrice, perciò, risulta diretta. Spesso, infatti, sbatte davanti al lettore la dura realtà, così com'è, che lo colpisce nel cuore, quasi come un coltello che lo trafigge.
La descrizione dell'aborto terapeutico è davvero impressionante e colpisce totalmente il lettore, che non crede a ciò che sta leggendo. L'operazione avviene in un modo terrificante, ma Simona Sparaco lo descrive in modo molto dettagliato, fornendo una visione completa e precisa della situazione.
Come ho già accennato prima, un altro punto a favore del libro è che quest'ultimo non prende le posizioni sull'argomento, ma resta in posizione neutrale. Sfruttando il lavoro da giornalista di Luce e i forum 'femminili' che questa frequenta, l'autrice introduce diversi punti di vista sull'aborto, alcuni a favore e altri a sfavore, e permette al lettore di pensare, riflettere e farsi una propria idea su tale tema.
Ottimo il finale, che conclude in modo perfetto la storia.
È proprio nella conclusione che ci troveremo ad apprezzare moltissimo il personaggio di Pietro, che si mostra finalmente al lettore. Ed è proprio qui, inoltre, che vedremo l'amore della coppia superare ogni ostacolo, perché questo amore, seppur non sia invincibile, è potentissimo.
Un romanzo intenso, ricco di emozioni, ma assolutamente da leggere. Una storia che non passa inosservata, che distrugge e sfonda tutto ciò che incontra, e che lascia il segno nel cuore di chi lo legge.

Crescendo si scopre che tutto ha un limite. Perfino l'amore. E noi che lo credevamo grandioso, indistruttibile. Ma l'amore è una ferita che non guarisce mai, sempre sul punto di riaprirsi. Basta un niente perché s'infetti.

VOTO FINALE

martedì 3 dicembre 2013

L'ultimo battito del cuore - Valentina Cebeni


Ciao a tutti, care lettrici e lettori del blog! Oggi vi lascio la recensione di un libro che mi ha convinto solo in parte.
Ringrazio la casa editrice per avermelo presentato e per avermi fornito di una copia da recensire.


Titolo L'ultimo battito del cuore
Titolo originale L'ultimo battito del cuore
Autore Valentina Cebeni
Edito Giunti
Prezzo 12,00 €
Pagine 304
Genere Romanzo

Siete davvero convinti che si possa dare una scadenza al dolore?

TRAMA
Nell’incantevole campagna del Kent, Penelope non arriva per caso. Dopo la tragica scomparsa di Adam, il suo unico amore, in un incidente d’auto a cui lei è miracolosamente scampata, si lascia convincere a trascorrere un periodo di tempo nella magnifica tenuta di sua sorella Addison. Ma a casa dei Walker la situazione è tutt’altro che tranquilla. Il matrimonio tra Addison e Ryan, costretto su una sedia a rotelle, peggiora di giorno in giorno, così come l’umore della sorella, sempre più fredda, tagliente e scontrosa. L’unica consolazione per Penelope è prendersi cura del giardino da troppo tempo trascurato. Con l’appoggio di Ryan e l’aiuto di Tristan, l’affascinante giardiniere del paese, quel rettangolo di terra infestato da erbacce si arricchisce di una grande varietà di piante e fiori colorati. Tuttavia i violenti litigi con Addison, il tormento del ricordo di Adam e una serata fatale trascorsa con Ryan fanno sentire Penelope sempre più sola e in balìa delle onde del destino. L’unica voce a raggiungerla nel profondo è quella di Tristan, il primo uomo dopo Adam ad attrarla misteriosamente...

RECENSIONE DI EHRNAIDER

Inauguriamo il fantastico mese di Dicembre con un post-recensione! Oggi voglio parlare di un libro un po' particolare, di cui avevo alte aspettative, anche se non tutte sono state soddisfatte appieno.

Diciamo che la lettura di questo libro è partita con il passo sbagliato, perché mi ero immaginato un inizio completamente diverso.
Il libro inizia nell'autunno 2008, con il funerale di Adam. Io, in realtà, mi aspettavo (e speravo) che il libro mi facesse vivere il momento dell'incidente, la causa che ha portato alla morte dell'uomo, e non che mi venisse raccontata tramite un ricordo.
La nostra protagonista, colei che viene colpita da questo dolore, è PenelopeMi dispiace dirlo, ma non l'ho proprio apprezzata.
È un personaggio che ogni volta che giravo pagina odiavo sempre di più. È troppo banale e poco credibile; si ritrova a vivere dalla sorella, in una situazione molto difficile, ma a lei sembra non interessare! Compie azioni che lei stessa sa che le causeranno guai, ma imperterrito le fa, senza pensare alle possibili conseguenze. 
Ho trovato migliore, per quanto all'inizio non l'apprezzassi tanto, Addison, la sorella.
Addison l'ho trovata un personaggio maturo, che cresce per l'intero libro. Spesso si ritrova a urlare addosso alla sorella, a ferirla anche, però questo non dà particolare fastidio al lettore, secondo me, perché trova talmente banale il personaggio di Penelope che non fa quasi attenzione a quello che le succede.
Non ho apprezzato neanche il marito della sorella, Ryan.
Ryan sembra riuscire a instaurare un buon rapporto con Penelope, forse anche troppo buono. Sembrano andare molto in sintonia; partono da una passeggiata insieme la mattina e arrivano a occuparsi quotidianamente del giardino di casa, costruendo un rapporto molto profondo.
Viene, poi, introdotto l'ultimo personaggio veramente importante, quello che va a completare il triangolo d'amore, che ho trovato forzatissimo e poco credibile, ossia Tristan, l'unico uomo che riesce, in qualche modo, ad attrarre Penelope.
Tristan devo dire che non mi ha particolarmente colpito, anche se non l'ho trovato comunque banale.
Si comporta sempre bene con la nostra protagonista, e nonostante questo, lei spesso lo rifiuta, perché legata al passato. Una motivazione che reputavo valida, fino a quando non la smentisce Penelope stessa con Ryan.
Aspetto migliore è quello delle ambientazioni.
Un po' in tutte le descrizioni dei luoghi, siano essi all'aperto o al chiuso, sono caratterizzate dall'elemento della luce o dell'ombra, che giocano un ruolo fondamentale. Per esempio, in questa frase, si nota come il calore (luce) allontani la protagonista dagli aspetti negativi:

"Il calore che sentiva ogni volta che lui le era vicino, poi, l'aveva investita come una folata d'estate."

La stessa cosa succede anche qui (ma anche in molti altri casi):

"[...] non appena sentì il loro calore disperato, tutta la rabbia si disperse."

Quando, invece, entra in campo l'area semantica dell'ombra e del buio, le cose cambiano:

"Anche quella notte non avrebbe dormito."

Ecco che, in questo caso, tutto sembra ritornare alla normalità e la nostra protagonista si rende conto della situazione reale.
Dove nei primi esempi, Penelope, sembra esser tentata di dimenticare il passato e guardare soltanto il presente, nell'ultimo esempio le cose cambiamo radicalmente, ritornando alla situazione di partenza.
Un libro che si fa leggere, che avvolge il lettore nel suo mondo e non lo stacca più.
Mi è piaciuto molto lo stile dell'autrice, il modo in cui riesce a presentare e fornire i dettagli delle ambientazioni.
Non mi è piaciuto molto il modo in cui ha pensato e costruito i personaggi, e neanche il modo in cui ha gestito i rapporti tra di loro.
Ho apprezzato, invece, le tematiche trattate, come il lutto, ma in particolare la mancanza, la solitudine e il modo in cui l'uomo in generale è attaccato al suo passato.
Il finale devo dire che non mi è dispiaciuto affatto.
Mi è piaciuto il fatto che l'autrice non abbia concluso con l'happy-ending amoroso, ma abbia pensato a far crescere Penelope e anche la sorella Addison, arrivando quindi a una conclusione per niente scontata!
Una lettura scorrevole, che tratta tematiche importanti e che mi sento di consigliare, nonostante non mi sia completamente piaciuta.

Non puoi evitare di vivere e pretendere di non pagare il prezzo, ma se quel prezzo è troppo alto allora devi reagire.

VOTO FINALE

giovedì 13 giugno 2013

Miss Charity - Marie Aude Murail


Titolo Miss Charity
Titolo originale Miss Charity
Autore Marie-Aude Murail
Edito Giunti
Prezzo 12,90 €
Pagine 477
Genere Romanzo

TRAMA
Charity è una bambina. È come tutti i bambini, piena di curiosità, assetata di contatti umani, di parole e di scambi. Vuole creare e partecipare alla vita del mondo. Purtroppo, però, una ragazzina della buona società inglese dell'800 deve tacere, non mostrarsi troppo, salvo che in chiesa. Gli adulti che la circondano non fanno attenzione a lei, le sue sorelline sono morte. Allora Charity si rifugia al terzo piano del suo palazzo borghese in compagnia della servitù. Per non morire di noia, alleva dei topini nella nursery, veste un coniglietto, studia dei funghi al microscopio, impara Shakespeare e disegna incessantemente dei corvi, con la speranza che un giorno succeda qualcosa. Così comincia la vita di Charity Tiddler, ragazzina prima e donna poi che fa della libertà un principio di vita e in nome di questa sovverte tutte le regole borghesi della vita vittoriana. Un romanzo attuale nel tema, anche se di ambientazione ottocentesca, in cui l'ironia, il pettegolezzo, un certo tipo di società snob e talvolta grottesca nella sua smania per le apparenze portano la chiara cifra di una Jane Austen contemporanea.

RECENSIONE DI EHRNAIDER
Ed eccomi tornato con una nuova recensione! Oggi parliamo di un libro particolare, che mi è stato gentilmente presentato e inviato dalla casa editrice Giunti che ringrazio.

Partiamo dai personaggi, un aspetto davvero curato dall'autrice. La nostra protagonista è Charity. Charity è una ragazza intelligente, vivace e molto curiosa. Essendo presenti vari passaggi di età durante il libro (la vediamo dai 5 anni ai 30 quasi), si nota una vera e propria crescita di questo personaggio, che matura sempre di più. Fin dall'inizio (o anche solo dalla trama), si capisce come Charity non è altro che una ragazza ispirata alla famosa Beatrix Potter! Entrambe amano gli animali, Shakespeare e la pittura, specie quella ad acquerello. Dei personaggi secondari, quello che sorprende di più è Tabitha, la tata di Charity. Una donna normale solo all'apparenza, che con lo scorrere del tempo inizia a manifestare strani comportamenti, che provocheranno una serie di vicissitudini. Altro personaggio interessante è Mademoiselle Blanche Legros, "l'insegnante privato" di Charity. Una donna semplice e abbastanza giovane, che stringerà presto amicizia con la nostra protagonista. Ricopre lo stesso ruolo, ma in una famiglia diversa Herr Schmal, che fa parte della famiglia della zia di Charity. Un tedesco vero e proprio, che conoscerà la nostra protagonista, con la quale creerà un rapporto d'amicizia. Ci sono poi altri personaggi che ricoprono però ruoli poco importanti. Sono comunque tutti ben caratterizzati, unici e descritti con minuziosi particolari.
Aspetto nullo, o quasi, è quello dell'ambientazione. A differenza dei personaggi, che presentano vaste e dettagliate descrizioni, gli scenari presenti in questo libro sono "nulli". Non c'è una descrizione della città, della casa in cui vive Charity e dei vari locali che visita.

Esempio: "Il Royal Theatre di Pitlochry non assomigliava affatto al brutto teatro in cui avevo visto recitare Mr. Ashley la prima volta. La scena era ampia, l'orchestra suonava bene, un pubblico elegante sedeva in platea e nei palchi." 
Qui viene presentato un secondo teatro che la nostra protagonista visita, però non ci viene detto com'è fatto: capiamo soltanto che è più bello del primo (e anche quest'ultimo non sappiamo com'è!).

Un amante dell'Inghilterra ottocentesca come me, si crea delle aspettative altissime sulle ambientazioni: vedendo le descrizioni dei personaggi, me ne aspettavo altrettanti riguardanti Londra e dintorni, e invece niente di tutto questo. Lo sfondo è completamente a piacere, se lo deve immaginare il lettore e, per quanto possa essere bello, il romanzo ne risente. 
La lettura del libro scorre abbastanza velocemente, tranne in qualche punto dove vi sono pause descrittive o riflessive che, arrivati a un certo punto, possono annoiare il lettore. Interessante è il modo in cui vengono inseriti i dialoghi: prima della battuta, viene indicato il locutore e questo rende il tutto molto più semplice al lettore, il quale capisce il soggetto che sta parlando e non si crea confusione in testa.
La parte conclusiva del libro, ossia il finale, è fatto abbastanza bene, anche se non è nulla di eclatante. C'è un minimo colpo di scena, che però viene dimenticato dal lettore già la pagina dopo. È giusto così però: per un libro leggere e semplice come questo, una conclusione "lineare" va più che bene! Magari l'autrice avrebbe potuto creare qualcosa di più ingegnoso e meno banale, per soddisfare ancora di più il lettore.
In generale comunque, è stata una lettura piacevole, leggera e senza troppe pretese. Un libro che presenta delle ottime potenzialità, anche se alcune non sono state sfruttate al meglio, e di questo il romanzo ne risente parecchio! È comunque una lettura consigliata.

"Man mano che leggevo, mi sentivo sempre più debole. Mi sembrava che una clessidra si stesse rovesciando nelle mie orecchie con un sibilo e che fosse la mia vita a scorrere. Strinsi i pugni, strinsi i denti, e il malessere se ne andò."

"Ho sempre pensato che la memoria fosse la risorsa degli imbecilli, ma voi siete la prova che mi sbagliavo."

"La mia vita mi sembrava tracciata come un disegno di cui dovevo solo ripassare i contorni, una vita studiosa, attiva, spesso solitaria in mezzo ai miei animali, ma punteggiata da allegre visite di bambini."

"È più facile essere crudeli che divertenti."

VOTO FINALE