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sabato 24 ottobre 2015

The Bunker Diary - Kevin Brooks


Titolo The Bunker Diary
Titolo originale -
Autore Kevin Brooks
Edito Penguin
Prezzo: 7,99 £
Pagine 272
Genere Romanzo

TRAMA
Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire. Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere. Bunker Diary è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un’escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati "dall'uomo di sopra".

Parlare di questo libro non è per niente facile. È di certo un romanzo molto strano, particolare, che trafigge il lettore.
L'inizio è completamente coinvolgente e immerge subito in un'atmosfera davvero claustrofobica.

«Lunedì 30 Gennaio
10.00
Ecco quello che so. Mi trovo in uno spazio rettangolare, col soffitto basso, tutto di cemento imbiancato. Largo dodici metri e lungo diciotto, più o meno. C’è un corridoio principale nel mezzo, con un altro più piccolo, perpendicolare, che porta a un ascensore. Lungo quello principale ci sono sei stanzette, tre per lato. Sono tutte uguali, tre per cinque, ciascuna arredata con un letto di ferro, una sedia con lo schienale rigido e un comodino. A un capo del corridoio c’è un bagno, a quello opposto c’è una cucina. Di fronte alla cucina, nel mezzo di uno spazio aperto, ci sono un tavolo rettangolare e sei sedie, tutti di legno. Nei tre angoli dello spazio aperto ci sono dei divani disposti a L.
Non ci sono finestre. Non ci sono porte. L’unica via di entrata o di uscita è l’ascensore.»

Un'introduzione davvero particolare, che mostra subito lo stile dell'autore e come è strutturato l'intero romanzo.
Andiamo con ordine e partiamo dai personaggi, che ho apprezzato abbastanza.
Il protagonista è Linus, un ragazzo di sedici anni che, risvegliatosi, si trova all'interno di questo posto assolutamente raccapricciante e inquietante.

«Vorrei un dizionario, comunque. Un dizionario contiene tutti i libri scritti finora, e tutti i libri che verranno scritti.»

Con lo scorrere delle pagine, Linus verrà raggiunto da altre cinque persone.
Jenny, una bambina di nove anni, con la quale Linus, e anche il lettore, legherà fin da subito; Anja, che non mi è piaciuta più di tanto; Fred, personaggio molto interessante, ben fatto; Bird, invece, è un po' come Anja, nulla di particolare, anzi a volte l'ho proprio odiato; ultimo ma non ultimo, Russell Lansing, di cui scopriremo molto sul suo conto. Personaggio decisamente completo, che troviamo modo di apprezzare.
Ognuno ha la sua storia alle spalle, dettagliata, pensata dall'autore. Non tutti, tuttavia, riescono a colpirci, specialmente per i loro atteggiamenti senza senso.
Il personaggio più inquietante resta il "rapitore", il pazzo, colui che ha portato giù le sei persone con il solo intento di torturarle. Non mi è piaciuto affatto, però, il fatto che Kevin Brooks non abbia voluto dirci NIENTE riguardo quest'uomo. E anche se questo lo sapevo già, dato che più di una recensione evidenziava proprio questo aspetto, non ho potuto fare altro se non rimanerne deluso. Era d'obbligo, secondo me, almeno fornire le motivazioni di tali gesti, se l'identità di tale folle era troppo. Ma il non fornire nessun tipo di dettaglio mi è sembrato semplicemente un modo, da parte dell'autore, di evitare completamente una questione piuttosto importante e complessa dell'intero romanzo: "non puoi lanciare una pietra e poi nascondere la mano".

«Perché ci sta facendo tutto questo, Linus? Perché è così cattivo?
Non lo so. Forse alcune persone sono semplicemente così, credo. Ad alcuni piace essere cattivi.»

Le ambientazioni sono sicuramente la caratteristica di questo libro.
Questa struttura, bassa, bianca, claustrofobica e raccapricciante, è presente per l'intero romanzo. Ogni azione è ripresa da delle videocamere, presenti in tutte le camere, anche nel bagno. Si viene visionati ovunque e in qualsiasi momento, e non si ha nessuna via di uscita.
L'atmosfera è sicuramente molto particolare, questa sensazione di chiuso, di non avere nessuna via di uscita cresce sempre di più all'interno del lettore. Ansia e terrore sono solo alcune delle emozioni provate durante questa lettura, a tratti davvero sconvolgente.
La trama è davvero unica, strana, ben sviluppata, fatta eccezione per l'identità del "rapitore".
Il ritmo non è particolarmente veloce, però la lettura risulta essere sempre molto interessante, coinvolgente e mai noiosa. È un libro che si può leggere anche in un solo giorno, proprio perché cattura e imprigiona il lettore all'interno della storia, facendogli provare le stesse sensazioni del protagonista.
Direi di passare a parlare del finale, che mi è piaciuto tantissimo, ma per farlo, devo fare qualche spoiler, quindi se non avete letto il libro, vi consiglio di saltare e leggere le ultime righe.
(*SPOILER* La conclusione è a dir poco perfetta per il libro, e non posso negare che mi ha subito fatto venire in mente "An Imperial Affliction", libro inventato da John Green in "Colpa delle Stelle", dove capiamo che la protagonista muore "in the middle of a sentence". In questo romanzo di Brooks avviene proprio lo stesso ed è assolutamente fenomenale.)
Dopo la conclusione, ripeto, avrei dedicato qualche pagina sul "rapitore", svelando la sua identità e anche i motivi che lo avevano portato a catturare proprio questi sei soggetti. Forse non c'è un vero motivo, forse è semplicemente uno psicopatico ma, a mio parere, Brooks doveva comunque formalizzarlo per iscritto e non farlo presumere al lettore.
"The Bunker Diary" è comunque un titolo particolare, strano, agghiacciante. Anche se è spesso visto come libro per ragazzi, sono convinto che possa essere letto da chiunque. Le tematiche affrontate sono tante e il romanzo in sé devasta completamente il lettore. Libro che, tolto il difetto circa il "rapitore", merita di essere letto.

VOTO FINALE

8 commenti:

  1. Anch'io ho pensato a quel dettaglio di Green, giuro!
    Grande Brooks e crudelissimo il suo (non) finale ;)

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    1. Mi è venuto subito spontaneo quel collegamento di Green: bravo davvero Brooks a lasciarci tutti spiazzati :)

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  2. Sono d'accordo con te su praticamente tutto: un approfondimento sul rapitore, soprattutto l'aspetto psicologico, avrebbe reso questo thriller perfetto! Sul finale nulla da dire... Spiazzante!!

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    1. Doveva dedicare qualche pagina, secondo me, su questa figura spietata e folle, concentrandosi in modo particolare, come dici tu, sull'aspetto psicologico: sarebbe stato davvero interessante, oltre al fatto che avrebbe reso il libro praticamente perfetto!
      Il finale è assolutamente spiazzante e lascia proprio senza parole.
      A presto :)

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  3. Ho letto questo libro lasciandomi completamente coinvolgere dalla storia che mostra molteplici temi su cui riflettere. Forse "l'uomo di sopra" rappresenta le nostre fobie, i condizionamenti di una società in cui il male può assumere varie forme. Il finale è perfetto, semplicemente perfetto :)

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    1. Anche a me il libro ha coinvolto totalmente, e mi ha trascinato in questo mondo crudo, dominato dal male.
      Mi piace molto questa tua idea "dell'uomo di sopra": parlando in termini "potteriani", rappresenta un po' il nostro molliccio, che assume la forma di male che a noi più spaventa.
      Per il finale nulla da dire: davvero perfetto :)
      A presto ;)

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  4. Complimenti per la recensione! Questo libro mi ispira davvero molto :)

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    1. Mi fa molto piacere che la recensione ti sia piaciuta!
      Dagli una possibilità: non te ne pentirai!
      A presto ;)

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