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martedì 23 giugno 2015

The DUFF (Designated Ugly Fat Friend) - Kody Keplinger

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Dopo tanto tempo torno finalmente con una nuova recensione di un libro molto interessante, da cui è stato di recente tratto un film, molto diverso per quanto riguarda la trama, ma non per questo meno bello. Tornando al libro, uscirà in Italia nella prima metà di Luglio con il titolo "Quanto ti ho odiato".
Un saluto e a presto.


Titolo The DUFF (Designated Ugly Fat Friend)
Titolo originale -
Autore Kody Keplinger
Edito Poppy
Prezzo 10,00 $
Pagine 304
Genere Romanzo

«Ricordati di fare ciò che ti rende felice, okay? Non mentire a te stessa perché pensi che sia più sicuro. La realtà non funziona così»

TRAMA (tradotta da me)
La diciassettenne Bianca Piper è cinica e leale, e non pensa per niente di essere la più carina tra le sue amiche. È anche troppo intelligente per cadere al fascino del bello e viscido Wesley Rush, il “donnaiolo” della scuola. Difatti, Bianca lo odia. E quando lui la soprannomina “Duff”, lei gli getta la Coca Cola sulla faccia.
Ma le cose non vanno molto bene a casa, e Bianca cerca disperatamente una distrazione. Finisce con il baciare Wesley. La cosa peggiore è che le è piaciuto. Vogliosa di evadere, Bianca si lancia in una segreta relazione da “nemici con benefici” con lui.
Fino a quando tutto inizia ad andare orribilmente storto. Wesley dimostra di essere un buon ascoltatore, e anche la sua vita è piuttosto messa male. Improvvisamente, Bianca inizia a rendersi conto, con estremo terrore, che si sta innamorando del ragazzo che pensava di odiare più di ogni altro.

Appena letta la trama, 'The DUFF' è entrato fin da subito nella lista di libri da leggere. Avendo, però, tanti titoli tra cui scegliere, la lettura di questo romanzo è sempre stata rimandata.
Ho visto, un po' per caso in realtà, il film, dal quale non mi aspettavo tanto, ma che invece è stato in grado di sorprendermi. Perciò, ho deciso di recuperare al più presto la lettura di questo titolo: mi aspettavo delle differenze, anche sostanziali, ma non credevo di trovare una storia completamente (o quasi) diversa.

Direi di iniziare, come di consueto, dai personaggi.
La protagonista del libro è Bianca, una ragazza studiosa, intelligente e leale. Rispetto alle sue migliori amiche, Jess e Casey, però, lei stessa si vede e si sente più bruttina, meno attraente.
Durante una delle tante serate a cui partecipa, semplicemente perché pregata dalle sue amiche, il ragazzo più affascinante della scuola, Wesley Rush, le rivolge la parola. Tuttavia, a differenza della massa, Bianca odia Wesley, o almeno questo è quello che crede. Wesley le dice apertamente che le sta parlando solo per avvicinarsi a una delle due sue amiche e , subito dopo, la definisce una "Duff", ossia quella persona meno attraente presente in ogni gruppo di amici, che ha quasi lo scopo di fare da "intermediario". L'odio verso di lui sale ancora di più e finisce per rovesciargli il bicchiere di coca cola addosso.
A differenza della trasposizione cinematografica, dove il concetto di "Duff" è molto più centrale, qua l'ho trovato quasi posto in secondo piano.
L'odio per Wesley è sicuramente molto più importante, quasi diventa nucleo per la maggior parte della storia, insieme al rapporto genitori-figli, altro tema molto importante e ben analizzato dall'autrice: si passa infatti dalle difficoltà di affrontare un divorzio a genitori alcolizzati. Il tutto analizzato con un stile fresco, semplice, lineare: ci sono momenti molto ironici, che mi hanno spesso portato anche alla risata, e momenti invece più lenti, riflessivi, che affrontano tematiche importanti, molte delle quali attuali e a noi vicine.
Entrambi i personaggi principali, Bianca e Wesley, sono davvero ben caratterizzati, soprattutto la protagonista: di lei conosciamo il suo passato, la sua situazione attuale e, in modo particolare, la sua psicologia: ci sembrerà quasi di conoscerla da tempo.
Interessanti anche le ambientazioni. seppur queste non siano così ben definite, come invece lo sono i personaggi.
Il luogo sicuramente chiave, oltre alla tipica High School americana, è il "Nest", un locale nel quale Bianca e le sue amiche passano la maggior parte delle loro serate. È anche il locale dove Wesley la definisce "Duff" e dove, dunque, tutto ha inizio.
Anche la casa di Wesley presenta caratteristiche interessanti, soprattutto per quanto riguarda l'atmosfera che crea: a differenza del resto, dove tutto è comunque piacevole, di questo luogo viene fin dall'inizio enfatizzato il suo tratto più cupo, più strano, che si riflette poi in Wesley stesso.
The Duff è un romanzo non troppo lungo, per niente noioso, che scorre veloce. Si è curiosi di scoprire come la storia si evolve e non si vuole interrompere la lettura.
Si giunge dunque al finale, curato dall'autrice e non così ovvio come si potrebbe pensare all'inizio.
La conclusione resta incerta fino all'ultima frase, che conclude il romanzo, a mio parere, in maniera perfetta.
Si vede Bianca prendere coscienza della situazione che si è venuta a creare, affrontare la realtà che per diverse pagine del libro cerca di evitare.
Anche Wesley cresce in positivo durante tutto il libro: l'immagine di "donnaiolo" iniziale viene presto dimenticata, per fare posto a un "nuovo" Wesley.
Un libro da cui non sapevo cosa aspettarmi, che ha saputo sorprendermi e al quale sono felice di aver dato una possibilità. Mi è piaciuto molto anche il film, immagino proprio perché non avevo ancora letto il libro: sono due storie, come ho già detto prima, totalmente (o quasi) differenti, e questo bisogna tenerlo in mente prima di affrontare la visione dell'adattamento cinematografico o la lettura del romanzo.

Non importa dove vai o cosa fai per distrarti, alla fine la realtà saprà raggiungerti.

Vivi la tua vita come piace a te.

VOTO FINALE

lunedì 23 febbraio 2015

Se chiudo gli occhi - Simona Sparaco

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi.
Mi scuso per la lunghissima assenza, ma tra connessione ancora instabile, impegni scolastici e sportivi, il tempo per leggere è davvero pochissimo.
Arriva quindi, con un po' di ritardo (molto direi), il mio pensiero su un libro che mi incuriosiva molto, scritto da un'autrice che continua a sorprendermi.



Titolo Se chiudo gli occhi
Titolo originale -
Autore Simona Sparaco
Edito Giunti
Prezzo 16,00 €
Pagine 268
Genere Romanzo

«Credi solo in quello che vedi.
Il fatto che tu sia l'unico a vederlo non vuol dire che non esista»

TRAMA
Viola nella vita ha imparato molto bene una cosa: a nascondersi. I vestiti di una taglia troppo grande, un impiego ben lontano dalle sue passioni di bambina, quando inventava storie e le appuntava su fogli di carta, un bravo ragazzo come marito, con cui però, forse, l’amore non c’è mai stato. Poi un giorno, mentre sta sviluppando alcune fotografie nel negozio in cui lavora, si fa largo tra la folla del centro commerciale un uomo alto e dinoccolato, ancora bello nonostante l’età: è suo padre, l’artista famoso, l’irregolare, l’eterno bambino. È tornato, è venuto a cercarla per proporle un viaggio nella loro terra d’origine e per dirle qualcosa di molto importante. Ma come fidarsi un’altra volta dell’uomo che l’ha abbandonata? Come credere di nuovo a una delle sue funamboliche storie? La tentazione però è troppo forte e Viola accetta. Mentre un paesaggio innevato scorre oltre il finestrino, l’inaspettata sincerità di quell'uomo disarmato inizia a far breccia nelle difese di Viola e quando insieme arrivano alle pendici dei Sibillini, dove è custodito un antico segreto, una nuova forza la travolgerà: la forza dell’amore, che Viola non ha mai conosciuto, della verità, del perdono, di un luogo che la chiama a sé con la sua luce misteriosa e avvolgente. È un viaggio davvero magico se il prezzo della felicità è abbandonarsi con gli occhi chiusi al potere della vita che è pronto ad accoglierci.

Dopo aver letto "Nessuno sa di noi" (QUI la mia recensione), non vedevo l'ora di poter leggere qualcosa d'altro di questa autrice, che con il suo stile molto diretto mi aveva completamente sorpreso nel suo romanzo d'esordio.
Ringrazio anche la casa editrice Giunti per la copia che mi è stata gentilmente inviata.

L'intreccio mi è piaciuto abbastanza: non risulta mai banale e l'autrice riesce a gestirlo molto bene. La tematica principale è sicuramente quella del rapporto padre-figlia, che appare molto problematico all'inizio e pieno di segreti. Nel corso della storia resta sempre in primo piano e viene ben sviluppato dalla scrittrice.

I personaggi sono davvero ben caratterizzati, verosimili, profondi.
La protagonista è Viola, una ragazza che per anni ha vissuto senza il padre, che l'aveva abbandonata per non tornare mai più.
L'uomo, inaspettatamente, ritorna, perché vuole provare a risanare il passato: sembra cambiato, diverso, pronto finalmente a sistemare il rapporto con la figlia. È anche pronto a mostrare (finalmente) un lato di sé che per anni aveva tenuto nascosto, pur di riottenere la fiducia di Viola.
Tra i vari 'attori', sicuramente colpisce la nonna Antina, guaritrice, ma in maniera particolare Nora, una donna che riesce a entrare in contatto e fare delle 'diagnosi' a coloro che sono in uno stato di incoscienza, ma ancora in vita. Con il proseguire della storia, Nora riuscirà a sorprendere tutti: Viola, il padre e anche il lettore stesso.
Le ambientazioni sono uno degli aspetti migliori del libro.
Durante il lungo viaggio in macchina, gli scenari presentati sono molteplici: Simona Sparaco mostra tutte le sue abilità e descrive in maniera chiara e dettagliata qualsiasi luogo venga visitato.
Il luogo in cui vive Nora è sicuramente quello che più mi ha sorpreso: un'atmosfera molto strana, a volte quasi inquietante, in un luogo in cui è impossibile farne parte: l'elemento mistico prevale sulla realtà, diventando spesso angosciante.
Una lettura sicuramente avvincente, stimolante, che, seppur piuttosto breve, riesce a regalare diverse emozioni.
Così come nel suo libro d'esordio, Simona Sparaco risulta molto diretta: evita i lunghi giri di parole, e utilizza periodi piuttosto brevi, utilizzando un linguaggio sempre piuttosto semplice. Sbatte in faccia ai personaggi (e al lettore) la realtà per quello che è, senza filtri o maschere.
Il finale, forse un po' scontato, è comunque apprezzabile.
È un momento nel quale troviamo i nostri due protagonisti sicuramente cambiati, dal mio punto di vista, in meglio. Il viaggio è stato per entrambi un vero e proprio sfogo, oltre che una ricerca, nei luoghi più significativi per il padre, della verità.

A volte i sogni sono come segnali che ci chiedono di risintonizzare la nostra frequenza

Un romanzo che mi sento di consigliare, a mio parere inferiore rispetto a "Nessuno sa di noi", ma comunque molto interessante. Un'autrice che mi è riuscita a sorprendermi nuovamente, che oltre a saper regalare ore di lettura piacevoli, è in grado di trattare argomenti impegnativi, attuali, senza prendere nessun tipo di posizione.

«Il denaro è una gabbia di cui non vedi le sbarre, giusto?»

VOTO FINALE

martedì 23 dicembre 2014

Sbadiglio - Silvestro Nicolaci

Buon martedì mattina, ragazzi e ragazze.
Oggi voglio lasciarvi la recensione (che avevo in arretrato da millenni!) di questo racconto che, seppur breve, è davvero carino.
Colgo anche l'occasione per augurarvi un sereno e felice Natale!
Un saluto e a presto.


Titolo Sbadiglio
Titolo originale -
Autore Silvestro Nicolaci
Edito Graphofeel
Prezzo 12,00 €
Pagine 74
Genere Romanzo breve

«Ci pensi mai?»
«A cosa?»
«Al fatto che la maggior parte della gente non ha la minima idea di quello che sogna»

TRAMA
A metà strada tra un racconto illustrato ed una graphic novel, Sbadiglio narra la storia di due adolescenti che si incontrano mentre sognano, una trama tessuta nel contrappunto tra sonno e veglia e intervallati da disegni in bianco e nero a opera dello stesso autore.
Delizioso e leggiadro, fornisce una chiave di lettura in più rispetto all'importanza del sonno e del sogno.

Quando sono stato contattato per leggere questo brevissimo libricino, non sapevo bene che cosa aspettarmi: una storia per soli bambini? O anche per gli adulti? Una volta letto, ho capito che, a mio parere, è un racconto adatto a qualsiasi età, dato che il sogno, fin da sempre, ci appartiene, non importa l'età che abbiamo.

Non andrò a dire moltissimo su "Sbadiglio", anche perché è un racconto che va letto e integrato con le bellissime illustrazioni disegnate dall'autore stesso.

Direi di partire con i personaggi della storia.
I protagonisti, Nemo e Alice, sono due ragazzini che inizialmente non si conoscono nella vita reale, ma soltanto in sogno. Presentano due personalità diverse, due caratteri diversi, eppure hanno qualcosa in comune: entrambi, nelle ultime notti, continuano a sognare una 'strana' ragazzina bionda, con indosso una vestaglia e delle pantofole.
Sarà proprio questa bambina il pretesto che farà incontrare nella vita reale i due protagonisti, decisi a scoprire il significato di questi strani sogni.
Un aspetto ben fatto: un intreccio che, seppur non particolarmente complesso, è ben gestito dall'autore, che inserisce all'interno di esso una serie di personaggi ben caratterizzati, molto simili tra loro, ma allo stesso tempo molto diversi.
Sono invece meno approfondite le ambientazioni.
Penso che Silvestro abbia proprio voluto limitare le descrizioni per due motivi in particolare: innanzitutto, direi che la presenza delle immagini permette di visualizzare in maniera completa quello che è il 'set' della scena; inoltre, penso sia giusto che il lettore possa immaginare e, perché no, 'sognare', in maniera tale da avvicinarsi ancora di più ai protagonisti e a entrare completamente all'interno dell'intreccio.
Un racconto lungo o un romanzo breve, "Sbadiglio" è comunque una lettura molto interessante, ricca di spunti di riflessione e che porta, seppur per pochissimo tempo dato le poche pagine di cui è composto, in un altro mondo, un universo parallelo.


La peculiarità del libro sta sicuramente nel finale, davvero ben fatto.
Anche qui, non voglio dirvi assolutamente nulla, perché questa è la parte che più in assoluto bisogna leggere senza nessun tipo di informazione. Posso però informavi dicendovi che a me è piaciuto molto: una conclusione curata, che mi ha fatto sorridere.
Una lettura molto veloce, leggera, interessante, che consiglio a qualsiasi lettore, non importa l'età, perché tutti noi amiamo sognare.

VOTO FINALE

domenica 2 novembre 2014

Looking for Alaska - John Green

Ciao a tutti, ragazzi e ragazze. Dopo giorni di assenza per vari problemi tecnici, torno finalmente con una nuova recensione! Oggi vi parlo di un libro davvero bello, di un autore che mi sorprende sempre di più, del quale sto già leggendo un altro suo libro.
Un saluto e a presto.


Titolo Looking for Alaska
Titolo originale -
Autore John Green
Edito HarperCollins Children's Books
Prezzo 8,99 $ / 14,00 € (edizione italiana)
Pagine 268
Genere Romanzo

Passi la vita inchiodato nel labirinto, pensando al modo in cui un giorno ne uscirai, e a come sarà fantastico, e immagini che il futuro ti trascinerà pian piano fuori di lì, ma non succede. È solo usare il futuro per sfuggire al presente.

TRAMA
Miles Halter, solitario collezionista di Ultime Parole Famose, lascia la tranquilla vita di casa per cercare il suo Grande Forse a Culver Creek, una prestigiosa scuola in Alabama. È qui che conosce Alaska. Brillante, buffa, svitata, imprevedibile e molto sexy, per Miles diventa un'enigma, un pensiero fisso, una magnifica ossessione.

"Looking for Alaska" è il romanzo d'esordio di questo fantastico autore: tutti me ne parlavano benissimo e io, ovviamente, mi ero creato aspettative altissime. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di diverso, specialmente dalla trama. Tuttavia, John Green è riuscito lo stesso a colpirmi, a sorprendermi e farmi amare questo libro.

Direi di partire con i personaggi, che come sempre mi lasciano a bocca aperta. Green riesce a creare persone vere, uniche, ma soprattutto reali.
Il protagonista è Miles Halter, ragazzo ormai diplomato e pronto a entrare nel mondo del college. È il suo primo anno e fa fatica ad orientarsi. Incontra, qui, il suo compagno di stanza, Chip Martin, soprannominato "Colonnello", che darà anche il soprannome al nostro protagonista:

«Senti, non chiamarmi Chip. Chiamami Colonnello
Soffocai una risata. «Colonnello?»
«Sì, Colonnello. A te ti chiameremo... Ciccio
«Eh?»
«Ciccio» disse il Colonnello. «Perché sei magro come un chiodo. Si chiama ironia, Ciccio, mai sentito parlare? Adesso andiamo a prenderci un po' di sigarette e inauguriamo l'anno come si deve.»

Sarà proprio il pretesto delle sigarette a permetterci di entrare in contatto con il personaggio, a mio parere, migliore del romanzo, che dà anche titolo: Alaska. Ragazza misteriosa, affascinante, un'accanita femminista e, spesso e volentieri, assai lunatica. È anche una grande lettrice, fattore che avvicina ancora di più lei al lettore, oltre ad essere incredibilmente bella.

«Voialtri fumate per il gusto. Io fumo per morire»
Interessanti e significative, come sempre, le ambientazioni.
Green conferma la sua maestria nel creare scenari sorprendenti, ricchi di dettagli, unici e reali, proprio come i personaggi.
Il college ricorda molto quelli che noi vediamo solo in TV, che ci immaginiamo, dei quali leggiamo informazioni su Internet: i tipici college americani.
Arriva un momento del libro nel quale, proprio come succedeva in Paper Towns e The Fault in Our Stars, avviene una forte scossa, un cambio radicale, che influisce anche sugli scenari stessi: cambia l'atmosfera e cambia anche la maniera di vederli e di presentarli a chi legge.
Il romanzo cattura completamente il lettore, lo immerge nella storia, e lo fa ridere, e poi piangere, e poi ancora ridere. John Green "gioca" con le sensazioni del lettore, lo fa soffrire, lo fa star male, e lo porta a pensare e riflettere.
Interessante la struttura che assume il libro stesso: due grandi parti, il "prima" e il "dopo", divise a loro volta in capitoli numerati come in un conto alla rovescia (Centotrentasei giorni prima, così inizia), che portano il lettore a divorare il libro, poiché sa che una volta arrivati a zero qualcosa cambierà.
Parlare in questo caso di finale sarebbe un po' restrittivo, perciò mi limito a spendere due parole sulla seconda parte del libro, il "dopo".
Dalla metà in poi, il romanzo cambia completamente faccia: tutto ciò che ci circonda è diverso. Da questo punto, il testo sembra quasi diventare un giallo, un mistery: bisogna cercare qualcosa e bisogna assolutamente trovare quel qualcosa.
Una lettura incredibile, un libro stupendo, un autore che riesce a sorprendermi sempre di più. "Looking for Alaska" è assolutamente un romanzo da leggere.

VOTO FINALE

martedì 23 settembre 2014

The truth about Alice - Jennifer Mathieu

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi! Dopo una breve sosta, riprendo le recensioni arretrate. Oggi vi parlo di un libro strano, diverso, che per qualche strano motivo riesce lo stesso a piacere al lettore.
Un saluto e a presto.


Titolo The truth about Alice
Titolo originale -
Autore Jennifer Mathieu
Edito Roaring Brook Press
Prezzo 16,99 $
Pagine 208
Genere Romanzo

Ci sono alcune cose, come il tuo fidanzato della scuola media che bacia un'altra ragazza al ballo, che sono facili da perdonare. E ci sono alcune cose che sono semplicemente imperdonabili.

TRAMA (tradotta da me)
Tutti sanno che Alice è andata a letto con due ragazzi a una festa.
Ma sapevate che Alice stava ‘sessaggiando’ con Brandon quando lui ha avuto l’incidente in macchina.
È vero. Chiedetelo a CHIUNQUE.
Si dice che Alice Franklin sia una sgualdrina. È scritto su tutte le porte dei bagni della Healy High in modo che tutti possano leggere. E dopo che Brandon Fitzsimmons, miglior quarterback della scuola, muore in un incidente stradale, le varie voci iniziano a diventare impossibili da gestire.
In questo straordinario romanzo d’esordio, quattro studenti della Healy High – Elaine, la ragazza dell’ignobile festa; Josh, il ragazzo sopravvissuto all’incidente in macchina; Kelsey, la ex-migliore amica di Alice, e Kurt, il vicino di casa – diranno tutto ciò che sanno.
Ma esattamente qual è la verità su Alice? Alla fine, c’è solo una persona alla quale chiederlo: Alice stessa.

"The truth about Alice" (La verità su Alice) era un libro che, principalmente per la trama, mi attirava parecchio. Il libro in sé è molto strano, un po' come anche la trama lascia intendere, ma, nonostante ciò, il romanzo si fa apprezzare.

L'introduzione è subito molto diretta e fornisce immediatamente le informazioni principali di cui il lettore ha bisogno.

Io, Elaine O'Dea, sto per dirvi due verità indiscutibili, assolute e certe.
1. Alice Franklin, questa estate, è andata a letto con due ragazzi nella stessa notte NELLA MIA CASA, prima dell'inizio del penultimo anno di liceo. È andata a letto con uno e poi, circa cinque minuti dopo, ci è andata con l'altro. Sul serio. E tutti lo sanno.
2. Due settimane fa - appena prima del rientro a scuola - uno dei due ragazzi, Brandon Fitzsimmons (che era super popolare e bello, e che aveva avuto più di una scappatella) è morto in un incidente d'auto. Ed è stata tutta colpa di Alice.

Direi di partire dall'aspetto dei personaggi.
La protagonista, che dà anche titolo al romanzo, è Alice. Ci sono molte voci riguardanti il suo conto, quasi tutte negative, che la mettono in cattiva luce, eppure lei sembra non darci troppo peso. Pur essendo il personaggio principale, Alice diventa voce narrante soltanto nell'ultimo capitolo, dove scopriremo moltissime informazioni che ancora ci mancavano.

Alice Franklin non era soltanto una sgualdrina che era andata a letto con Tommy Cray e Brandon Fitzsimmons a una festa. Lei era la sgualdrina che aveva causato la morte di Brandon Fitzsimmons.

Le quattro voci narranti, dunque, che si alternano capitolo per capitolo, sono le quattro persone che più erano vicine a Brandon: Elaine, Josh, Kelsey e Kurt. Due ragazzi e due ragazze molto diversi tra di loro, ognuno con la sua personalità e il suo carattere; tuttavia, tutti hanno in comune il fatto di essere (o essere stati) amici sia di Brandon che di Alice.
Ottima la caratterizzazione, sia dei protagonisti che dei personaggi secondari; l'autrice riesce a creare ragazzi e ragazze così simili tra loro solo all'apparenza, perché poi si scoprono essere molto diversi.
Anche di Brandon, con lo sfogliare delle pagine, si scopre molto: attraverso ricordi, flashback e dialoghi otterremo diverse informazioni, alcune interessanti e altre meno, che ci aiuteranno a tracciare un profilo anche su questo ragazzo.

Tutti conoscevano Brandon Fitzsimmons.

Interessanti, ma non sorprendenti, anche le ambientazioni.
Aspetto abbastanza curato dall'autrice, però manca di quel tocco in più, di quel qualcosa di diverso.
L'High School l'ho immaginata proprio come quella che si vede nei film: i corridoi con gli armadietti, la palestra, la mensa e le classi.
Il fattore comunque principale del libro è quello mentale e psicologico, quindi penso sia normale che non sia stata data troppa importanza agli scenari.
"The truth about Alice" è un libro non troppo lungo, che si legge in poche ore.
Lo stile semplice, ma mai banale, e diretto dell'autrice riesce a catturare il lettore, che non può più staccarsi dalle pagine: vuole sempre di più sapere, conoscere e scoprire ciò che davvero nasconde quella strana ragazza.
Si arriva quindi al capitolo più atteso, il finale, quello di Alice.
Qui, per la prima volta in tutto il libro, è la voce di Alice a parlare. Non dirò molto (per non fare spoiler), però finalmente si entra nella testa di questa ragazza, si vede com'è veramente all'interno e che cosa pensa di tutta la storia ormai successa.
Una lettura interessante, diversa, strana per certi versi, ma che ho apprezzato molto. Utile anche per chi vuole provare a leggere in inglese, dato che non è particolarmente difficile.

VOTO FINALE

giovedì 11 settembre 2014

Se potessi rivederti - Marc Levy

Ciao a tutti, guys & girls! Nuova recensione del seguito di un libro che avevo letto l'anno scorso, sempre in spiaggia. Duologia interessante, forse il secondo ad alcuni tratti un po' "già visto", ma tutto sommato mi è piaciuto abbastanza.
Un saluto e a presto!


Titolo Se potessi rivederti
Titolo originale Vous revoir
Autore Marc Levy
Edito Tea
Prezzo 8,60 €
Pagine 297
Genere Romanzo

Impari ad accettare con serenità ciò che non può cambiare, abbia il coraggio di cambiare ciò che può e, soprattutto, la saggezza di conoscerne la differenza.

TRAMA (*SPOILER* Leggi solo se hai già letto "Se solo fosse vero")
Arthur è un architetto, Lauren una giovane neurochirurga. Una sera d’inverno, a San Francisco, si incontrano nell'appartamento di Arthur…solo che Lauren è un fantasma. In coma dopo un incidente stradale, il suo corpo giace in ospedale; il suo spirito, vitale e affascinante, si innamora di Arthur, l’unico che può vederla. Ma i medici decidono che è giunto il momento di staccare il respiratore…”Se potessi rivederti” è ambientato qualche anno dopo: Lauren è uscita dal coma; Arthur è andato in Francia per dimenticarla, ma deve tornare a San Francisco per lavoro. Arthur e Lauren sapranno cogliere una seconda opportunità di rivedersi?

Ero rimasto in sospeso, l'anno scorso, quando avevo letto "Se solo fosse vero" (QUI la mia recensione), libro che avevo deciso di leggere dopo aver visto il film. Ho deciso dunque di riprendere in mano la storia e capire come questa andasse a concludersi. Che dire? Per niente male, seppure questo non sia proprio il mio genere.

Partiamo analizzando i personaggi, simili al primo libro.
Il nostro protagonista, Arthur, è un ragazzo con ormai qualche anno in più, diverso, cambiato, più maturo. La storia passata di certo l'ha toccato, e ha deciso dunque di trasferirsi in Francia, magari per dimenticare. Tuttavia, il suo migliore amico lo invoglia a ritornare, per motivi di lavoro, nella sua città natale, San Francisco. Inizialmente titubante, Arthur decide infine di accettare, anche se sa che potrebbe correre il rischio di ritrovarsi davanti a Lauren.
Lauren, protagonista femminile del romanzo, è tornata alla normalità, già da un po' di tempo, nonostante tutto ciò che le è successo (*SPOILER* Dei ricordi del periodo del coma, Lauren ormai non ha più nulla. Le è rimasta impressa, tuttavia, la figura di quell'uomo "sconosciuto" che ogni giorno andava a visitarla; la sua faccia, però, è soltanto un ricordo ormai sfumato).
Sono pochi i personaggi che vengono introdotti; molti, invece, quelli che ritroviamo già dal primo libro. Tra i nuovi, sicuramente, colpisce la nuova vicina di Arthur, un'anziana signora, un po' sorda, ma con un particolare spirito giovanile.
Aspetto, quello dei personaggi, ben curato, più profondo rispetto al primo romanzo. I protagonisti, e non solo, hanno ora una caratterizzazione migliore, che li rende ancora più complessi.
Come mi era successo nell'altro romanzo, ho apprezzato molto le ambientazioni.
Bisogna dire che i luoghi davvero nuovi non sono molti, escluso il nuovo appartamento di Arthur, il resto rimane in secondo piano.
Ciò nonostante, una volta ritornati a San Francisco, tutto ci sembra così familiare: la città è rimasta esattamente come l'avevamo lasciata. Si rivive l'atmosfera di casa e si ripercorrono le vecchie strade: ogni cosa è al suo posto, così come è al suo posto l'appartamento nel quale viveva in affitto Arthur, ora tornato nelle mani di Lauren.
Proprio come per il precedente libro, la lettura scorre via che è un piacere, quasi non ci se ne accorge.
Se da una parte il tutto sembra essere "già visto" (*SPOILER* Difatti, questa volta è Arthur a finire in coma, mentre nel primo era successo a Lauren), dall'altra la storia ha un tocco di nuovo, si evolve e svolge comunque in maniera differente.
Lo stile dell'autore mi è piaciuto anche questa volta: semplice, ma mai troppo, niente giri di parole e subito dritto al punto. Riesce a coinvolgere e catturare il lettore, e a regalargli qualche ora di lettura davvero piacevole.
Parte da molti aspettata, soprattutto da chi ha letto il primo libro, è il finale.
Se nel primo la conclusione era aperta e da interpretare, nel secondo, invece, troviamo la parola "Epilogo".
Direi, innanzitutto, che già l'inizio di questo secondo libro funge, in qualche modo, come finale del primo libro (*SPOILER* Inizio che, personalmente, mi ha un po' spiazzato. Credevo di trovare qualcosa di più positivo, invece ho ritrovato i due divisi da migliaia di kilometri), ma è l'epilogo che davvero mette la parola FINE alla storia.
Un epilogo nel quale tutti, o quasi, sperano e che, per fortuna del lettore, è proprio quello che ha deciso di adottare l'autore. Non dirò assolutamente nulla, per non rovinarvi la lettura; posso solo dire che, a me personalmente, ha soddisfatto.
Una duologia interessante, fresca, che tratta diverse tematiche importanti (unite ogni tanto a qualche stramberia che, comunque, fanno sorridere chi legge) e che regala al lettore una piacevole storia.

La fiducia è la cosa più preziosa al mondo, e anche la più fragile. Senza di essa, nulla è possibile. [...] Ciò che si costruisce sulla menzogna non può durare.

VOTO FINALE

lunedì 1 settembre 2014

This Song Will Save Your Life - Leila Sales

Ciao a tutti, ragazzi e ragazze! Settembre è ormai arrivato e le vacanze sfortunatamente sono quasi finite. I miei piani di lettura sono completamente saltati: dei tre libri in cartaceo che mi sono portato dietro, non ne ho letto neanche uno, e ho preferito dedicarmi ad alcuni titoli che avevo sul mio Kobo.
Vi lascio la recensione del primo libro che ho letto in vacanza che, seppur breve, mi è davvero piaciuto.
Un saluto e a presto.


Titolo This song will save your life
Titolo originale -
Autore Leila Sales
Edito Macmillan Children's Books
Prezzo 6,99 £
Pagine 288
Genere Romanzo

A volte si hanno quei giorni nei quali tutta va nel verso sbagliato. Ma a volte, e in maniera del tutto inaspettata, qualcosa può andare nel verso giusto.

TRAMA (tradotta da me)
Fare amicizia non è mai stata la migliore capacità di Elise Dembowski. Per tutta la sua vita, è sempre stata il bersaglio di ogni scherzo e l’esclusa ad ogni conversazione. Quando il suo ultimo tentativo di ottenere popolarità fallisce, Elise quasi si arrende. Ma poi per caso scopre un magazzino dove incontra Vicky, una ragazza che suona in una band e che l’accetta; Char, un carino, ma misterioso DJ; Pippa, una ragazza dell’Inghilterra dallo spirito spensierato; e maggiormente importante, una grande passione nel fare la DJ. 
Raccontata in maniera del tutto rinfrescante da una voce divertente, “This song will save your life” è un romanzo esuberante sull'identità, l’amicizia, e il potere che la musica ha di unire le persone.

Tutti vogliamo cose che non sono adatte a noi.

"This song will save your life" ("Questa canzone ti salverà la vita") era un titolo che volevo leggere da tanto tempo, anche perché sia la trama che il titolo risultano fin da subito molto accattivanti.

L'inizio del libro immerge immediatamente e completamente il lettore, e fornisce alcune informazioni interessanti sulla nostra protagonista Elise.

"Pensi che sia così facile cambiare se stessi.
Pensi che sia così facile, ma non lo è.
Quanto pensi ci voglia a reinventare te stesso, una persona tutta nuova, una persona che abbia senso, che si senta bene? Cambi i tuoi vestiti, i tuoi capelli, la tua faccia? Vai avanti. Fallo. Fatti i buchi alle orecchie, accorciati la frangia, comprati una nuova borsetta. Vedranno sempre oltre tutto ciò, vedranno te, la ragazza che è ancora troppo terrorizzata, ancora troppo intelligente per il suo bene, ancora con un passo indietro rispetto agli altri, ancora, sempre, impropria. Cambia ciò che vuoi; ma non puoi cambiare tutto questo.
Lo so perché c’ho provato.
Sono nata per essere impopolare. Non c’erano altri modi in cui potesse andare."

Elise, dunque, è una ragazza infelice, che prova in diversi modi a farsi degli amici, a diventare qualcuno. Quando, però, il suo ultimo tentativo di fare amicizia con Amelia Kindl fallisce, Elise non sa più cosa fare e vede soltanto una via di uscita: il suicidio.

"Pensi che sia così facile cambiare se stessi, ma è impossibile. Così ho optato per il successivo passo logico: suicidarmi."

Le forze per questo gesto estremo, tuttavia, le mancano e la sua vita prosegue; ciò che non sa è che presto tutto prenderà una svolta decisiva.
Proprio questa svolta viene data da due ragazze, Vicky e Pippa. Elise le incontra per caso di notte, in una delle sue passeggiate, davanti a un magazzino. Le due dimostrano subito sincerità, lealtà, fiducia, e sono davvero decise a voler inserire Elise nel loro gruppo.
In questo magazzino incontrerà diversi personaggi, tra i quali Char, il DJ, colui che le farà nascere una grande passione per la musica.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, l'autrice li gestisce bene, li fa amare e li fa odiare al lettore, ma in qualche modo fa si che ci si affezioni a tutti loro.
Buone anche le ambientazioni, anche se poche.
Le vicende si svolgono in una piccola cittadina, tra la casa della madre e del padre di Elise, oltre che al Magazzino, lo scenario sicuramente più importante di tutti.

"La porta si aprì per rivelare una pista da ballo piena zeppa di corpi sudati e agitati, illuminati occasionalmente da alcuni fari in un altrimenti stanza buia a soffitti alti.
Le note di “Dancing in the Dark” fuoriuscivano dagli altoparlanti alti due volte me, e la maggior parte della folla cantava come se la loro vita dipendesse da ciò, ad eccezione di un ragazzo che stava facendo delle foto con una fotocamera, almeno all'apparenza, molto costosa, di alcune ragazze in fila per andare in bagno e di due ragazzi che si stavano limonando, con le loro mani sul sedere, in un bacio alla francese immerso nella loro stessa saliva."

L'ingresso in scena impressiona subito Elise, che presto si innamorerà completamente di questo posto.
Una lettura scorrevole, intrigante, che invoglia il lettore a sfogliare le pagine fino a leggere la parola Fine.
Lo stile di scrittura della Sales è abbastanza semplice, ma mai banale, non cerca paroloni o giri di parole, va dritta al punto, sfruttando in modo particolare la voce e il tono divertente della nostra protagonista.
La storiella d'amore (o triangolo amoroso) anche qui c'è, ed è anche abbastanza prevedibile. Tuttavia, l'autrice la tiene in secondo piano, le dà poco spazio e, addirittura, le dà una piega un po' insolita. Non dà alcun fastidio e, anzi, aggiunge un qualcosa in più all'intreccio.
Piacevole e interessante anche il finale.
L'autrice non ha fretta, e conclude il libro nei migliori dei modi, dando spazio a tutti i personaggi, facendo sì che tutti i nodi vengano al pettine.
Una lettura davvero interessante, che mi ha colpito, che mi è assolutamente piaciuta e che la consiglio a tutti, soprattutto se volete leggere qualcosa in inglese che non sia difficile!

Non sempre le persone ottengono ciò che si meritano.

VOTO FINALE

domenica 10 agosto 2014

Fan Art - Sarah Tregay

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi. Oggi vi lascio la recensione di un libro uscito da pochissimo in inglese, inedito in Italia, che mi è piaciuto, anche se alcuni aspetti non mi hanno convinto appieno.
Un saluto e a presto.


Titolo Fan Art
Titolo originale -
Autore Sarah Tregay
Edito Katherine Tegen Books
Prezzo 10,61 £
Pagine 354
Genere Romanzo

TRAMA (tradotta da me)
Quando l’immagine racconta la storia...
L’ultimo anno di liceo è quasi giunto al termine, e Jamie Paterson ha un grande problema. Non riguarda il college – l’ha già deciso. Non riguarda neanche il ballo studentesco – troverà, in qualche modo, una ragazza. No, questo è il problema più grave di tutti: si è innamorato del suo migliore amico.
Per quanto Jamie provi a mantenere il segreto, chiunque sembra conoscere dove risiedano i suoi affetti, e le ragazze della classe di arte sono decise ad aiutare Jamie a mettersi insieme a Mason. Ma Jamie non è sicuro se questo è realmente ciò che voglia – perché sebbene Jamie voglia davvero rivelarsi a Mason, cosa succederebbe se la verità rovinasse ogni cosa? E se non ci fossero più viaggi in strada, cene con il taco o serate a guardare un film? Vuole osare e rischiare di rovinare un’amicizia d’infanzia per amore?

Probabilmente per la tematiche trattate, oltre che per la buona media di voti presente su Goodreads, "Fan Art" era un libro che mi ispirava parecchio e, appena letta la data di uscita, ero deciso a leggerlo durante questi mesi estivi.

Direi di partire dai personaggi.
Il nostro protagonista è Jamie, ragazzo gay frequentate l'ultimo anno di High school, che a inizio libro sembra
avere un problema: si è innamorato del suo migliore amico Mason. Jamie sa, però, che Mason non è gay, ne è assolutamente certo, e passa quindi in una fase di dubbi, incertezze, paure e si chiede spesso se osare e provare a rivelarsi sia la scelta giusta da fare.
Mason, invece, sembra non accorgersi di ciò che Jamie provi per lui, e incentra i suoi pensieri sul ballo studentesco, ormai imminente e importantissimo per tutti i ragazzi della scuola.
Interessante, invece, la madre di Jamie, che ricopre un ruolo molto importante nella vita del ragazzo.
Il protagonista inizialmente aveva paura, ma alla fine decide di dichiarare la sua omosessualità alla madre, che si mostra molto entusiasta della cosa! Un personaggio, quindi, comprensivo, una madre che mostra il suo amore verso il figlio, che accetta la sua personalità.
Le ambientazioni non mi sono dispiaciute affatto.
L'autrice decide di cambiare spesso lo scena, fornendo una vasta gamma di località, tutte diverse tra loro, affiancate da una buona descrizione, che fornisce diversi dettagli fondamentali; la Tregay, però, decide anche di dare spazio alla fantasia del lettore, che sarà necessaria per completare l'immagine presente nella mente di chi legge, che è comunque già nitida e chiara.
Una lettura scorrevole, leggera, adatta anche all'estate.
La scrittura è semplice, lineare, mai banale. Uno stile che cattura, che invoglia ad andare avanti con la lettura, e che permette di finire il libro nel giro di due giorni.
La voglia di incentrarsi su tematiche forti e attuali è molto alta, e la scrittrice, a mio parere, ha fatto un buon lavoro. Il tutto si incentra sicuramente sul tema dell'omosessualità, che resta sempre in primo piano, oltre che priorità per la Tregay.
Viene inoltre trattato il pregiudizio, strettamente collegato al precedente, che si nota soprattutto nelle scene ambientate nella High School, oltre alle tematiche legate alla adolescenza e le sue relative problematiche.
La vera pecca arriva nel finale, che non è mi particolarmente piaciuto.
La conclusione in sé è quella che tutti vorrebbero e che si aspettano. Non mi è piaciuto molto il modo in cui l'autrice arriva alla parola fine, rendendo questa parte un po' banale. Avrei preferito un qualcosa di pensato in maniera migliore, più approfondita.
(*SPOILER* Anche nel corso del libro alcune scelte non mi hanno entusiasmato: ci sono momenti nei quali Mason mostra chiari gesti, si vede e si nota che forse anche lui prova qualcosa per il protagonista, ma la scrittrice ha deciso lo stesso di allungare il tutto. Spesso ci si trova a stufarsi, anche se solo temporaneamente, di Jamie, dato che sembra non notare nulla).
Un libro che comunque consiglio, che mi è piaciuto molto. Un inglese non particolarmente difficile: un libro adatto anche a chi non ha mai letto nulla in lingua e vuole provare!

VOTO FINALE

venerdì 8 agosto 2014

Outcast - Alina Bronsky

Ciao a tutti, followers e non del blog. Oggi vi lascio la recensione di un libro che non mi  piaciuto in modo particolare; non male, ma mi aspettavo sicuramente di più.
Un saluto e a presto.


Titolo Outcast
Titolo originale Spiegelkind
Autore Alina Bronsky
Edito Corbaccio
Prezzo 16,40 €
Pagine 272
Genere Fantasy

Lei è diversa da tutti
La sua vita ha uno scopo
Se lei è tua madre, tu chi sei?

TRAMA
Juliana ha 15 anni e vive in una società rigidamente strutturata dove i Normali controllano tutto e si tengono rigorosamente lontano da coloro che si comportano in modo anticonvenzionale. Juliana frequenta il liceo, abita in un quartiere ordinatissimo e segue tutte le regole della Normalità. Suo padre, esempio di omologazione e sua madre, una pittrice per hobby e più originale, sono separati. All’improvviso la madre scompare, la casa è sottosopra e piena di polizia e il padre sembra stranamente tranquillo. Cosa succede? E perché Julie sente suo padre definire sua madre una Fata, uno degli essere più temuti e disprezzati dalla società dei Normali?
In una corsa contro il tempo Julie dovrà confrontarsi con una realtà ben diversa da quella in cui è cresciuta. Dove le cose e le persone non sono bianche o nere e dove la diversità, l’originalità sono fonti di ricchezza e non cose da combattere. Ma è pericoloso là fuori, violento e pieno di sorprese. Julie ritroverà sua madre? E troverà se stessa?

I libri sulle fate non mi hanno mai attirato particolarmente, forse perché non è mai sentito parlare davvero bene. "Outcast", però, mi era sembrato diverso, sembrava avesse un qualcosa in più rispetto agli altri. Ho deciso dunque di leggerlo, ma l'approccio iniziale non è stato dei migliori.
Ringrazio innanzitutto l'editore per la copia inviatami.

Direi di partire dai personaggi, aspetto che non mi ha convinto appieno.
Juli, la protagonista, è un po' altalenante: a volte è perfetta per il suo ruolo, altre volte per niente. È un personaggio caratterizzato bene solo in parte, una ragazza alla quale faremo fatica ad affezionarci, proprio a causa di queste imperfezioni.
Interessante e ben fatto, invece, il personaggio di Ksü, una ragazza da un aspetto stranissimo, appena trasferitasi nella città di Juli. (*SPOILER* La protagonista crede che Ksü sia una normale per gran parte del libro, ma dal suo aspetto risulta chiaro che quest'ultima non può esserlo. L'autrice, forse, sperava di tenere il lettore sulle spine, ma quest'ultime lo capisce fin da subito che c'è qualcosa che non va con questa ragazza!).
La loro amicizia non inizia nei migliori dei modi ma, dopo alcuni passi falsi, sembra prendere la via giusta: nasce così un rapporto particolare, profondo, del quale nessuna delle due può fare a meno.
Entrambi i genitori non mi hanno impressionato, forse per alcune scelte prese dall'autrice che non ho condiviso.
La madre scompare nel nulla, senza una vera e propria motivazione. Con lo scorrere delle pagine scopriamo molte più informazioni sulle sue origini e sulla sparizione, ma forse non sono state abbastanza. Avrei approfondito di più l'aspetto "provenienza" e quindi anche la figura della Fata.

Cercai di ricordare quello che avevo sentito sul conto delle Fate. Era una parolaccia, d'accordo, ma ogni parola ha un suo contesto.

Ben fatte invece le ambientazioni.
L'autrice fornisce descrizioni, dettagli, particolari unici, che distinguono e rendono unico ogni luogo presente nel romanzo. Gli "scenari" cambiano spesso, alcuni si ripetono di più e altri di meno, ma ognuno è totalmente diverso dall'altro, è particolare e ben gestito. (*SPOILER* Buonissima e ben gestita anche l'idea dei quadri e di un mondo parallelo creato dalla madre: un tocco decisamente importante, che alza la valutazione al libro).
Una lettura abbastanza scorrevole, anche se non inizia nei migliori dei modi. Le prime 70 / 80 pagine circa sono molto lente, troppo, sembrano essere state scritte solo per allungare un po' la storia. Avrei preferito invece un inizio più breve, più diretto, di massimo 20 / 30 pagine, per poi immergere completamente il lettore.
Una scrittura semplice e lineare, con uno stile interessante. L'autrice cerca di inserire più suspense possibile per l'intero libro, ma molti "colpi di scena" sono in realtà prevedibili fin da subito, rendendo spesso questi momenti tutt'altro che sorprendenti.
Un finale interessante, che lascia le porte aperte al seguito.
Una conclusione discreta, un po' troppo sbrigativa forse. Avrei approfondito un po' di più questa parte, ma tutto sommato è accettabile. Si notano però alcuni dubbi lasciati in sospeso e alcune affermazioni (inclusa l'ultima frase) che fanno sperare in un seguito migliore.
Un romanzo carino, con buone idee, non tutte però gestite al meglio. Se il seguito arriverà in Italia, penso che una possibilità gliela darò.

Talvolta l'avidità prevale sulla paura della morte

VOTO FINALE