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lunedì 15 dicembre 2014

Segnalazione "Pelicula" + Intervista all'autore

Buon lunedi a tutti, ragazzi e ragazze.
So che ormai è inutile, ma mi scuso per la lunga assenza. Ho una recensione in arretrato da un po' di tempo e spero di scriverla presto.
Oggi, comunque, voglio segnalarvi il romanzo distopico di Andrea Cabassi, "Pelicula".
Vi lascio la scheda del libro con tutti i dettagli necessari e vi allego inoltre una breve intervista all'autore.

Titolo Pelicula
Pagine 208
Prezzo 13,00 €
Editore
 Utelibri

TRAMA
Pelicula è romanzo distopico ambientato in un futuro prossimo. Caratteristica peculiare: si tratta di un futuro tecnologicamente non evoluto tranne che per un unico grande progetto, progetto al quale è stato dedicato un intero secolo di ricerche e sperimentazioni: Pelicula.
Pelicula è un sistema a forma reticolare composto da nanomacchine in grado di influenzare le persone, per condizionarle, ammansirle e controllarle, entrato talmente in profondità nel quotidiano di tutti che pensare non possa esserci appare assurdo e scioccante.
La storia ruota attorno agli eventi di un uomo e una ragazzina - Lango e Indra - che appartengono a un'organizzazione che opera al di là della legalità con lo scopo di mostrare alla gente quanto questa società dove le persone sono felici e si credono libere sia sostanzialmente finta, impalpabile, traballante.
Ufficialmente loro sono terroristi, sanno però di essere nel giusto e di operare nell'interesse del bene comune, a costo di ricorrere alla forza.
Dopo un esordio che li porta a incontrarsi/scontrarsi si inizia a scoprire qualcosa sul loro passato, si assiste ai duri allenamenti che Lango infligge a Indra bambina, prima, e Indra ragazza, dopo. Le prime missioni, un distacco forzato, i dubbi sulla bontà delle loro azioni. A chiudere il cerchio, il loro rapporto è saldato da un sentimento che cresce giorno dopo giorno, ma che nulla ha della "storia rosa": la loro è una storia fatta di sofferenza e delusioni, grandi scelte e un commovente epilogo.
La loro storia personale inoltre è affiancata a quella dei grandi eventi, ecco quindi che si scoprirà che cosa succede " nella stanza dei bottoni", chi sono le menti e chi le pedine, passando per riflessioni sul ruolo della tecnologia nella vita dell'uomo, anche come sostituto della divinità nel compito di controllore e regolatore, e sul futuro di quel mondo, talmente simile al presente da far da cartina al tornasole alla nostra società.

L'AUTORE
Andrea Cabassi, classe 1978, vive a Brescia e si occupa di marketing e comunicazione.
Fra il 2007 e il 2010 ha organizzato, partecipando anche come autore, a performance live di letture attorali (reading), e nel frattempo un piccolo editore gli ha pubblicato una silloge di poesie: "Geloso permaloso lunatico e noioso". Successivamente ha approcciato il selfpublishing con una raccolta di racconti brevi, "Matilde danza sulla riva" alla quale ha seguito la pubblicazione in eBook di altri racconti.
Nel 2014 esce in libreria il suo romanzo Pelicula.

INTERVISTA

Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Andrea. Ti va di raccontarci qualcosa di te?

Grazie per l'ospitalità. Mi chiamo Andrea Cabassi, classe 1978, vivo a Brescia e mi occupo di marketing e comunicazione.
Fra il 2007 e il 2010 ho organizzato, partecipando anche come autore, a performance live di letture attorali (reading), e nel frattempo un piccolo editore mi ha pubblicato una silloge di poesie: "Geloso permaloso lunatico e noioso". Successivamente ho approcciato il selfpublishing con una raccolta di racconti brevi, "Matilde danza sulla riva" alla quale ha seguito la pubblicazione in eBook di altri racconti. Nel 2014 esce in libreria il mio primo romanzo: Pelicula.

Vorresti spiegarci com'è nato il tuo libro, "Pelicula"?

Il concept originale nasce dall'idea del "film della vita": una tecnologia capace di memorizzare l'intera vita di un essere umano. Da questo punto di partenza, che ovviamente a sua volta proviene da riflessioni ed esperienze precedenti, ho sviluppato l'idea della città distopica in cui è ambientata la storia, dei personaggi principali e - strano a dirsi - del finale. L'ambientazione era così pronta per ospitare la storia.

Qual è l'aspetto (personaggio, ambientazione, ecc.) che ti è piaciuto di più creare o che senti più vicino? Per quale motivo?

Sicuramente il personaggio di Indra! Indra rappresenta il cambiamento: all'inizio è solo una bambinetta ma nel corso della storia cresce tantissimo. Viene addestrata come una macchina ma la sua umanità è fortissima, e alla fine è proprio questo il suo reale valore.
E, com'è giusto che sia, essendo il personaggio più lontano dalla quotidianità dell'autore, ha rappresentato anche la sfida maggiore e più eccitante (e divertente!).

Direi che il tuo romanzo si può inserire nel genere distopico, da me molto apprezzato. Avevi in mente fin dall'inizio di scrivere un romanzo di questo genere oppure ci hai pensato soltanto in un secondo momento?

Come dicevo prima, quella di una società distopica era proprio l'idea iniziale. Mi è molto piaciuto analizzare le possibilità messe a disposizione da quest'impostazione e sfruttarle per muovere i personaggi. Credo tuttavia di aver sì preso qualcosa da questo genere, ma di aver anche dato un contributo molto personale che rende la storia più vicina a un ibrido che a un esemplare canonico.

Nonostante "Pelicula" sia uscito da pochissimo, stai già lavorando a qualcosa d'altro?

Pelicula è uscito da poco in libreria ma in realtà l'ho terminato da qualche anno, quindi sì: sto lavorando a un nuovo romanzo e a diversi racconti brevi. Attualmente sono impegnato in un laboratorio di scrittura sperimentale e cerco di mantenere una certa costanza nel pubblicare articoli sul mondo della scrittura e dell'editoria sul mio blog Anonima Andrea Cabassi (http://www.ryo.it/).

Hai qualche consiglio da dare a chi ama scrivere proprio come te?

Un buon consiglio è quello di leggere, leggere tanto e leggere un po' di tutto. Con questo non voglio dire che un harmony valga quanto un classico della letteratura ma l'esperienza che se ne trae (nel bene e nel male) forse sì. Il secondo consiglio che posso dare è quello di scrivere tutti i giorni. Scrivere qualsiasi cosa, in qualsiasi modalità: scrivere è libertà, libertà anche di scegliere come e che cosa scrivere.

Puoi indicarci dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?

Sono presente in vari social, ne ho l'elenco nella pagina dei contatti sul mio sito (http://www.ryo.it/contatti/); sempre lì c'è anche la possibilità di inviarmi un eMail. Se qualcuno volesse farmi avere le sue opinioni sui temi trattati nell'intervista o avesse qualche domanda extra o - più semplicemente - volesse scambiare un'opinione col sottoscritto, può farlo in questo modo.

Grazie a Francesco per lo spazio che mi ha dedicato e un caro saluto a tutti.

Ed eccoci arrivati al termine di questa intervista. Spero che vi sia piaciuta e che il libro sia di vostro interesse! Come sapete, il genere distopico a me piace moltissimo e quindi un pensierino sicuramente lo farò.
A presto con nuove recensioni!

domenica 9 novembre 2014

Segnalazione "Nera Luna" + Intervista all'autore

Buona domenica a tutti, ragazzi e ragazze.
Oggi voglio segnalarvi il romanzo di esordio di Matteo Piombo Papucci, "Nera Luna", pubblicato da pochissimo.
Vi lascio la scheda del libro con tutti i dettagli necessari e vi allego inoltre una breve intervista all'autore.

Titolo Nera Luna
Pagine 172
Prezzo 9,90 €
Editore
 PersoneDiParola Isola Editrice
In libreria da 2014
TRAMA
“È possibile dimostrare amore all'amore se non amando?” Un viaggio fantastico tra storia e poesia. La vita di una donna che sogna il teatro, divisa tra dolore e passione. L'incredibile energia della figlia della Terra. L'amore di una rosa che sboccia tra la violenza e la repressione. Un sogno che nasce sull'argine di un fiume, protetto dalle fronde di un salice piangente.

L'AUTORE
Matteo Piombo Papucci, nato il 16 ottobre del 1984 a Firenze, è ricercatore di fantasia. Vive nell'immaginazione e vede i sogni tra le pieghe della vita. Scrive per passione e vocazione: il desiderio di trasmettere al prossimo il mondo magico in cui tutti viviamo. Nera Luna è il suo romanzo d'esordio. 

INTERVISTA

Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Matteo. Ti va di raccontarci qualcosa di te?

Grazie del benvenuto, Francesco. Mi racconterò volentieri!
Sono Matteo Papucci, in arte "Piombo". Ho sempre avuto una convivenza difficile con l'immaginazione. Da ragazzino, non sapevo dove applicare quest'energia. Mi sono avvicinato alla narrazione e scrittura per gioco. Le mie storie appassionavano i compagni, ma non gli insegnanti.
Ero molto caotico nell'esposizione, ma non mi sono mai arreso. Penso che mettersi in gioco e migliorarsi sia l'unico modo per ottenere risultati, ma non toglietemi il cinema; la mia seconda grande passione.

Vorresti spiegarci com'è nato il tuo libro, "Nera Luna"?

"Nera Luna" è un'idea che mi è sempre gironzolata per la testa. Ogni volta, si sviluppava, prendeva forme e sfumature.Quando ho iniziato a scriverla, decisi di proporre un personaggio da ammirare: una donna bellissima, fatale, potente, ma al contempo magica e raffinata; Nera Luna. L'ho messa a confronto con un'epoca buia, maschilista e prepotente. Il mio obbiettivo era creare una fiaba moderna che non nascondesse le ombre della realtà. Non so se sono ci riuscito, ai lettori la sentenza!

Qual è il personaggio che ti è piaciuto di più ideare e creare? Perché?

Il mio personaggio preferito è indubbiamente il maestro Saitò. Quando l'ho ideato, ho pensato a un'intera storia parallela su di lui. Sebbene trapeli pochissimo dalla sua perfezione, ha una passionalità immensa. È uno dei personaggi che partecipa maggiormente all'evoluzione della protagonista. Ha un pensiero molto profondo, ma anche oscuro e triste. Spero di poterlo approfondire in futuro.

Sebbene "Nera Luna" sia il tuo romanzo d'esordio (uscito da pochissimo), stai già lavorando a qualcosa d'altro? Ci puoi anticipare qualcosa?

Effettivamente, c'è qualcosa in cantiere! Si tratta di una storia che iniziai a scrivere agli albori: "Il Re Orco". È il viaggio di una ragazza in un mondo immaginario. Si sveglia in una prigione, priva di memoria. Un mostro appartenete al passato le dà la caccia. Non posso dire altro; conoscendomi ti racconterei il finale!
Inoltre, sto lavorando a progetti editoriali in altri ambiti. Sono ancora in fase embrionale, ma posso anticiparvi che saranno molto interattivi.

Hai qualche consiglio da dare a chi vuole diventare scrittore?

Il più grande consiglio che posso dare è: perseveranza. Lo scrittore è un lavoro molto solitario e impegnativo. Deve spaziare in tutti i campi editoriali e portare avanti più progetti. Succede spesso di doversi rimettere in discussione o aspettare tempi molto lunghi per le valutazioni. Le cose importanti sono mantenere viva la passione e impegnarsi al massimo. Arrivano sempre risultati a chi ci crede davvero.

Puoi indicarci dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?

Certamente! È possibile seguirmi sulla mia pagina Facebook "Matteo Piombo Papucci". Attualmente, è il mio unico spazio ufficiale.
Dato che siamo arrivati alla fine, ne approfitto per ringraziare e salutare te e i tuoi lettori, Francesco. È sempre un piacere rispondere a interviste stimolanti!

Ed eccoci arrivati al termine di questa intervista. Spero che vi sia piaciuta e che il libro sia di vostro interesse!
A presto con nuove recensioni!

venerdì 19 luglio 2013

INTERVISTA A: Matteo Zapparelli

Buon venerdì a tutti, lettori e lettrici del blog. Oggi voglio lasciarvi l'intervista fatta a Matteo Zapparelli, autore del magnifico thriller Corner's Church. Guardiamo intanto un po' più da vicino il libro.

Schiacciate QUI se volete leggere la trama del libro o acquistarlo
Schiacciate QUI per sapere che cosa penso di questo libro

Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Matteo. Ti va di raccontarci qualcosa di te?

Ciao Francesco, prima di tutto ti ringrazio per quest'intervista. Vorrei spendere solo alcune parole su di me, perché credo che siano più importanti le opere, dell'autore che le ha scritte. Sono il modo in cui noi scrittori parliamo al mondo, ed è tramite esse che il pubblico dovrebbe imparare a conoscerci.  Sono nato e cresciuto a Verona e sono da sempre appassionato di letteratura americana, pur apprezzando allo stesso tempo autori e generi letterari tra loro diversissimi, dal maistream letterario all'horror, dal mistery alla letteratura di viaggio. Prima che scrittore, mi definisco un appassionato lettore. Ho pubblicato racconti e poesie su antologie e riviste, e alcuni sono stati finalisti di premi letterari.  Nel 2012 ho pubblicato il mio romanzo d'esordio, un thriller ambientato nell'America dei giorni nostri, intitolato Corner’s Church, e il prossimo autunno uscirà il primo volume di una saga di genere urban fantasy ambientata a Verona.

Vorresti spiegarci com'è nato il tuo libro Corner's Church?

Come per tutti i miei romanzi, l'idea è venuta da sé. Capita che io non scriva per mesi o anni; poi, all'improvviso, nella mente balena un’idea trascinante, che prende forma e mi costringe a scrivere senza sosta. Da quel momento è la storia a trascinarmi e a guidarmi, a scivolare da sola fuori dalle dita, a prendere vita sulla carta. Una buona storia nasce da dentro, dall’inconscio, in qualche angolo dimenticato della nostra mente, e giorno dopo giorno si dipana come una matassa, acquisendo sostanza e credibilità. L’idea alla base di Corner’s Church è nata un pomeriggio di primavera del 2009, quando osservando dalla finestra il cielo cupo e il temporale in arrivo, mi apparve davanti agli occhi quest’uomo cinico, rassegnato fin quasi all'apatia ma al tempo stesso bruciante di vendetta, che lanciava una vecchia Dodge a folle velocità verso la prova più terribile della sua vita.


Tra i vari personaggi presenti, quello che più mi ha colpito è stato Serpe. Mentre, scrivendo, creavi questo personaggio, quali sensazioni hai provato?

In verità il personaggio a cui mi sono sentito legato fin da subito è Alex, il Biondo, il vero protagonista della storia, attorno al quale prendono forma i terribili eventi descritti nel romanzo. Serpe è una sorta di Messia Oscuro, un assassino psicopatico capace di incarnare le paure più irrazionali della popolazione di Corner's Church, ma al tempo stesso motivo della svolta a cui Alex andrà incontro durante l'evolversi della trama. Serpe è più che altro uno strumento: è il perché e il come di molti degli eventi del romanzo ed è la miccia capace di innescare l'esplosione di violenza che trascinerà i personaggi verso un finale che, alla luce dei fatti, può essere solo uno. Perché sia Alex che Serpe sanno bene che uno solo di loro potrà uscire vivo dall'epico scontro che li attende.

Sei un autore italiano, eppure lo sfondo è una cittadina che si trova in America. C'è qualche motivo che ti ha indotto a scartare l'Italia?

Non ho mai scartato l'Italia. Semplicemente l'idea di ambientarlo nel nostro Paese non mi ha mai nemmeno sfiorato. In molti mi hanno fatto questa domanda in passato, anche in riferimento ad altre mie opere, e per una volta posso spiegare ai lettori la motivazione di questa scelta. Per questo ti ringrazio, Francesco. Come ho accennato nella prima risposta, sono da sempre un appassionato di cultura americana: fin da piccolo sono stato affascinato dagli States, e crescendo quest'amore non si è mai indebolito. Leggo romanzi statunitensi, guardo film americani, mi interesso di cultura d'oltreoceano. Che si tratti di cowboys dai lunghi revolver o della moderna provincia degli stati del Sud, questo è il mondo che sogno, e tutto ciò si riflette inevitabilmente nelle mie scelte narrative.

A quale personaggio sei più affezionato e per quale motivo?

Ad Alex e a Claire, allo stesso modo. Perché senza uno non avrebbe senso l'altro. Serpe è una miccia, ma Claire è una miccia ancora più grande, capace non solo di sconvolgere il mondo, ma di cambiarlo. In meglio. Di illuminare un destino oscuro e già scritto, di donare speranza. È portatrice di cambiamento, strumento anch'essa indispensabile per giungere al finale tanto atteso. E, per quanto riguarda il buon vecchio Alex Snyder, penso che non servano parole: l'ho sempre amato, trovandolo io per primo unico, affascinante, per certi versi irresistibile. È un antieroe per eccellenza, fatto di toni grigio, cinico e apatico, desideroso di vendetta e mai di giustizia, irrispettoso verso tutto e tutti, strafottente, indomabile. Egoista, anche. Ma dietro a tutto questo grigiore caratteriale, si intravede già da subito il fascino che solo gli antieroi sanno avere.

Il finale è un aspetto davvero ben fatto e ben curato. Ti è venuto in mente fin da subito o hai dovuto rielaborarlo in seguito?

L'idea che sta alla base del finale è stata nella mia mente fin da subito, ed è stata la seconda idea forte dopo l'immagine del Biondo che guida la sua Dodge blu petrolio sotto la pioggia autunnale. Da essa è poi scaturita tutta la storia, che appare come un semplice thriller, ma invece nasconde un livello più profondo, da ricercare nella psicologia dei personaggi, specialmente di Alex e Serpe, nella loro estrema dualità fatta di similitudini e al tempo stesso di opposti. Perché Corner's Church è la storia della loro eterna battaglia, una battaglia che è più mentale che fisica, più emotiva che reale. Combattuta con le scelte, i sentimenti e le decisioni, più che con le pistole e i pugni.

Quali sensazioni hai provato vedendo il tuo libro finito e successivamente diffuso sul web?

Finire un romanzo è sempre un'esperienza unica, grandiosa e al tempo stesso triste. È la fine di un bellissimo viaggio, di una lunga apnea nel mare della fantasia: si tira finalmente il fiato, si rilassano le dita stanche, gli occhi arrossati. Un po' come sedersi a sorseggiare una bibita fresca osservando le onde dell'oceano, dopo un'estenuante nuotata. Ma è anche un momento triste, nel quale dobbiamo dire addio ─ o arrivederci ─, ai nostri personaggi, amici cari dei quali sentiamo a lungo la mancanza. È un ritorno improvviso alla realtà, una fuga dal sogno: se iniziare un nuovo romanzo è un puro atto di fede, mettervi la parola fine è come rinascere ogni volta, respirare l'aria del mondo a pieni polmoni dopo essere stati per tanto tempo nell'utero della nostra creatività.

Pubblicare il romanzo, invece, è stata un'esperienza bella e nuova, un vero e proprio "esperimento": si tratta di un'opera autopubblicata e disponibile sono in eBook, un mercato che in Italia è fiorente ma ancora assai lontano dai numeri della carta e dalla cultura di moltissimi lettori. Tutto ciò a reso difficile far conoscere e promuovere Corner's Church, ma è proprio quello che volevo: un banco di prova per me stesso e per sondare le nuove possibilità offerte dall'editoria. E, viste le recensioni che il romanzo ha raccolto fino a ora, posso dirmi davvero soddisfatto.

Stai già scrivendo un altro libro che non è focalizzato nel genere thriller. Ti va di spiegarci brevemente di che cosa si tratta e di come mai hai deciso di scostarti da questo genere?

Il mio nuovo romanzo, in uscita il prossimo autunno, si intitolerà Rebirth e come da te spiegato apparterrà a un genere del tutto differente (che brutta parola, poi, questo "genere": credo che etichettare un romanzo in questo modo lo limiti, invece che esaltarlo... ma del resto non si fa la stessa cosa nel cinema e nel mondo musicale?). Semplificando, diciamo che si tratterà di un urban fantasy con spunti thriller e romance, ambiantato a Verona e con protagonista un uomo di nome Etienne, che rispetto al Biondo è di certo meno assimilabile con lo stereotipo dell'antieroe. Quindi posso ammettere che siamo agli antipodi, rispetto a Corner's Church, o così potrebbe apparire a prima vista... Ho abbandonato il genere thriller per il semplice fatto che le mie storie nascono da sé, da un luogo profondo del quale nemmeno io ho il controllo. Come autore mi capita raramente di soffermarmi su un solo genere: ho scritto opere horror, di narrativa letteraria, thriller, fantasy, poesie. Mi piace davvero sperimentare di tutto.

Hai qualche consiglio da dare a chi vuole diventare scrittore?

Se ne potrebbero dare un milione o nessuno, tanto è vario il mondo editoriale e tanto è unico il mestiere di scrittore. Ma alcuni consigli essenziali noi editor ci sentiamo sempre in dovere di darli: leggere molto, sempre, di tutto. Sia libri buoni che libri pessimi, perché dai brutti si impara spesso di più che da quelli belli. Non avere fretta di essere pubblicati: scrivete perché amate farlo, perché non ne potete fare a meno, non per diventare famosi. Però diffidate da quelli che vi dicono di farlo solo per voi stessi, perché si scrive per gli altri, sempre. Scrivere è comunicazione, empatia, rapporto con il mondo. E, soprattutto, scrivere è un lavoro. Difficile, poco redditizio, spesso poco apprezzato, ma è pur sempre un lavoro come gli altri. Quindi sì, si scrive anche per vendere, se si ha la fortuna di riuscirci. E, cosa più importante, se proprio non vi vuole nessun editore, non cascate mai nella trappola degli editori a pagamento. Sono la morte dell'editoria e della qualità. Piuttosto autopubblicatevi, che oggi grazie agli eBook non costa più nulla (ma fatelo sempre con un po' di testa, evitando di mettere in circolazione certe cose che purtroppo si vedono troppo spesso).

Puoi indicarci dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?

Certamente.
Il mio sito è: www.matteozapparelli.com
Per chi invece volesse aggiungermi su FB, il mio contatto è: Matteo Zapparelli

Ringrazio Francesco e tutti i lettori del suo blog, e colgo l'occasione per augurare un grande in bocca al lupo a tutti, lettori e scrittori!


Ed eccoci arrivati alla fine di quest'intervista. Spero che l'intervista vi abbia incuriosito e che abbiate quindi voglia di leggere il suo thriller, perché merita davvero!
Un saluto e buon weekend a tutti!

venerdì 12 luglio 2013

INTERVISTA A: Robin Sloan

Ciao a tutti, ragazze e ragazzi! Ho avuto la possibilità di porre qualche domanda all'autore de "Il segreto della libreria sempre aperta", ossia Robin Sloan, che ha gentilmente accettato di rispondere. Innanzitutto vediamo più da vicino il suo romanzo di esordio.

Schiacciate QUI se volete leggere la trama del libro o acquistarlo
Schiacciate QUI per leggere la mia recensione
INTERVISTA IN INGLESE

First of all welcome to my blog, Robin. Would you like to tell us a little about yourself?


It's good to be here! I'm a writer in San Francisco, California; Il Segreto della Libreria Sempre Aperta is my first novel.

Would you like to introduce briefly your book to blog readers?


It's a mystery and an adventure that begins when a young man finds a job working the night shift at a 24-hour bookstore. Of course, the bookstore turns out to be much more than it appears… in fact, it holds a secret nearly 500 years old—almost as old as books themselves.

I've read your book and I've really liked it (HERE my review), in particular the mixture you've created of hi-tech elements and books, two completely  different worlds. So, how was this idea born?

The truth is, that's simply my world: I love technology, but I also love books—the real, printed kind. I'm not particularly convinced they're even "different worlds," though. The more I've studied the early history of publishing, the more familiar it seems; in fact, I think Italy circa 1500 was a lot like Silicon Valley today. Almost eerily so. And if you study that place and that time, you realize that books themselves are a form of technology. They always have been. So it's all one world, one story: one that's been unfolding for (at least) 500 years.

The main character is Clay, a determined guy who always tries to achieve his goals. So, how much of yourself did you put into him?

Clay and I aren't totally the same person, but his voice is definitely mine. I think if you go back and read old blog posts I wrote on the internet around 2007 or so, you'll find a way of saying things that's very similar to Clay's in this book.

There are a lot of characters in the book, all of whom are well-characterized. Which one do you prefer and why?

Oh, no question: I like Kat the best. Here in San Francisco, I have worked with so many super-impressive female designers and engineers, and yet somehow that archetype is almost entirely absent in fiction. I couldn't understand why… and eventually it started to make me pretty angry… so I decided to set things straight with Kat.

Since in the book there are plenty of technological references, I would like to know what you think about e-books. Are they better than paper? And, one day, will they be able to replace it?

I don't think e-books are better than paper; but I don't think paper books are better than e-books, either. They're both good for different things. For instance, I like the fact that the paper books on my shelf take up space; that they can "remind me" that they exist, and entice me to pick them up—even from across the room. E-books can't really do that; they disappear too easily. But on the other hand, when I travel, I never ever carry heavy books anymore. Instead, I take a tablet loaded with e-books. For me—and I suspect for many others as well—these two formats don't actually compete much. Instead, they're very complementary.

Have you ever thought that inserting hi-tech elements in the book, some readers couldn't appreciate it?


Oh definitely—and I know this book isn't for everyone. But I was writing the kind of book I wanted to read myself. I'm a huge fan of books that try to capture this moment right now, and I don't think you can do that without writing about technology. (For more examples of that kind of right-now book—the kind I love most—I recommend William Gibson's latest three novels.)

What are your future plans? Are you already writing a new book?

Yes, I'm working on a new book! I can't say too much about it yet, but here's one thing that might be interesting: it prominently features food and wine. I guess you could put it this way: what books are to Il Segreto della Libreria Sempre Aperta, food is to this new story.

Can you show us where we can follow you? For example Facebook, Twitter and so on.

I use Twitter most often, and there I'm @robinsloan. I look forwarding to meeting Italian readers there—I don't know much Italian, but I do know how to say "grazie per la lettura"!


INTERVISTA IN ITALIANO

Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Robin. Vorresti raccontarci qualcosa di te?


È bello essere qui! Sono uno scrittore di San Francisco, California; Il segreto della libreria sempre aperta è il mio primo romanzo.

Vorresti introdurre brevemente il tuo libro ai lettori del blog?


Si tratta di un mistero e di un'avventura che inizia quando un giovane ragazzo trova un impiego facendo il turno di notte in una libreria aperta 24 ore. Naturalmente, la libreria si rivela molto di più di quello che sembra... infatti, detiene un segreto di circa 500 anni - pressoché vecchio quanto i libri stessi.

Ho letto il tuo libro e mi è piaciuto molto (QUI la mia recensione), in particolare il miscuglio che hai creato tra elementi tecnologici e libri, due mondi completamente diversi. Quindi, come è nata questa idea?

La verità è che è semplicemente il mio mondo: mi piace la tecnologia, ma mi piacciono anche i libri - quelli reali, quelli stampati. Non sono particolarmente convinto, tuttavia, che siano addirittura "mondi differenti". Tanto più studio l'antica storia dell'editoria, tanto più familiare mi sembra; difatti, penso che l'Italia del 1500 sia un po' come la Silicon Valley di oggi. Quasi inquietante quindi. E se studiate quel luogo e quel momento, capite che i libri stessi sono una forma di tecnologia. Lo sono sempre stato. Dunque, è tutto un unico mondo, un'unica storia che è stata dispiegata per (almeno) 500 anni.

Il protagonista è Clay, un ragazzo determinato che cerca sempre di raggiungere i suoi obiettivi. Quindi, quanto di te hai inserito in lui?


Io e Clay non siamo affatto la stessa persona, ma la sua voce è sicuramente la mia. Penso che se voi tornaste indietro a leggere vecchi post che ho scritto sul blog nel 2007 circa, troverete un modo di dire le cose molto simile a quello di Clay nel libro.


Ci sono molti personaggi nei libro, i quali sono tutti ben caratterizzati. Quale preferisci e perchè?

Oh, non ho alcun dubbio: Kat è quella che mi piace di più. Qui a San Francisco, ho lavorato con così tante donne designer e ingegnere molto impressionanti, e ancora adesso, in qualche modo, questo archetipo è pressoché inesistente nella narrativa. Non riuscivo a capire il perché... e alla fine ha iniziato a farmi diventare piuttosto arrabbiato... così ho deciso di mettere le cose a posto con Kat.

Dato che nel libro ci sono molti riferimenti tecnologici, mi piacerebbe sapere cose pensi degli ebook. Sono meglio della carta? E, un giorno, potranno sostituirla?

Non penso che gli ebook siano migliori della carta; però, non penso neanche che i libri di carta siano migliori  degli ebook. Sono entrambi buoni, ma per scopi differenti. Per esempio, mi piace il fatto che i libri di carta occupino spazio nella mia libreria; che possano "ricordarmi" quasi della loro esistenza, e mi invoglino a prenderli - anche se sono dall'altra parte della stanza. D'altra parte però, quando viaggio, non mi porto mai e poi mai libri pesanti. Invece, mi porto il tablet nel quale ho caricato gli ebook. Per me - e sospetto che anche per altri sia così - questi due modi di leggere non competono tra loro. Ma sono complementari.

Hai mai pensato che inserendo elementi tecnologici nel libro, alcuni lettori avrebbero potuto non apprezzarlo?

Oh, decisamente - e so che questo libro non è per tutti. Ma scrivevo il tipo di libro che io stesso volevo leggere. Sono un grandissimo fan dei libri che provano a catturare il momento istantaneamente, e non penso che si possa fare senza scrivere di tecnologia. ( Per ulteriori esempi di questo tipo di libri - che io adoro in assoluto - raccomando gli ultimi tre romanzi di William Gibson.)

Quali sono i tuoi piani futuri? Stai già scrivendo un nuovo libro?

Sì, sto lavorando a un nuovo libro. Non posso dire ancora molto, ma è una cosa che potrebbe essere interessante: sono messe in risalto le caratteristiche del cibo e del vino. Potreste metterla così: quello che i libri sono per Il segreto della libreria sempre aperta, il cibo lo è per questa nuova storia.

Puoi mostrarci dove possiamo seguirti? Ad esempio Facebook, Twitter e così via.

Uso molto spesso Twitter, nel quale potete trovarmi con il nome @robinsloan. Non vedo l'ora di incontrare lì dei lettori italiani - non conosco molto l'italiano, però so come dire "grazie per la lettura"!

Ed eccoci arrivati alla fine di questa intervista! Voi lo avete letto il suo libro? Cosa ne pensate?

sabato 22 giugno 2013

INTERVISTA A: Linda Bertasi

Ciao a tutti, lettrici e lettori del blog. Oggi, andiamo a scoprire qualcosa di più sul libro Il profumo del Sud e dell'autrice Linda Bertasi, che ha gentilmente accettato di rispondere a qualche mia domanda. 

Schiaccia QUI se vuoi leggere la trama del libro o acquistarlo

Innanzitutto benvenuta sul mio blog, Linda. Vorresti parlarci un po’ di te?

Ciao e grazie per avermi ospitata. Sono moglie e mamma, gestisco una piccola realtà commerciale nella provincia di Ferrara. Sono una lettrice instancabile, amo viaggiare, scrivere  e mi diletto in video-maker. Dal febbraio 2013 gestisco personalmente il blog Linda Bertasi Blog dove do spazio agli emergenti tutti i lunedì con un’intervista gratuita.

Vorresti presentarci il tuo nuovo romanzo "Il profumo del Sud" e di com'è nata l'idea di questo libro?

“Il profumo del sud” è fondamentalmente una storia d’amore ambientata durante la guerra di secessione americana. E’ una storia di ideali, di eroi, coraggio e speranza. Anita, venuta a conoscenza di uno scomodo passato, decide di lasciarsi la penisola alle spalle e di tentare la fortuna nel Nuovo Mondo. Siamo nel 1858, pochi anni ci separano dall’inizio della guerra civile che investì l’America e la macchiò di sangue innocente. Anita corre incontro al suo fututo, a una terra rigogliosa e fertile e a una passione indomabile, ignara di ciò che la sorte le riserverà. L’idea per questo romanzo è più che altro un sogno nel cassetto. Da appassionata di storia ho sempre desiderato utilizzare l’ambientazione della guerra di secessione per un mio libro e finalmente sono riuscita nell’impresa.

Dei personaggi, qual'è il tuo preferito? E quello più simile a te?

Sono affezionata a tutti quanti, ma se dovessi sceglierne uno non posso non citare Justin Henderson, l’industriale di Richmond, il libertino, nordista e arrogante Justin. Protagonista dei miei sogni persino la notte e sfido le lettrici a non innamorarsene. Personaggi che mi somiglino non ce ne sono, per lo meno nel senso stretto del termine. Possiedono dei tratti caratteriali similari, forse, come il disgusto di Anita per  politica e schiavismo o la passione per la lettura, niente di più.

Per quale motivo hai deciso di ambientarlo nell'800?

Sono una grande appassionata di storia e il 1800 è il mio secolo. Chi mi conosce, mi definisce ‘una donna nata nel secolo sbagliato’. Sono cresciuta con Jane Austen e Tolstoj, amo il diciannovesimo secolo. Per scrivere questo romanzo ho compiuto una lunga e faticosa ricerca storica: usi, costumi, rotte marittime, diari di sopravvissuti. Tutto ciò che troverete nel romanzo è documentato e attinente fatta eccezione per i protagonisti.

Da cosa nasce la tua passione per la scrittura? Hai scritto fin da piccola oppure un particolare evento ti ha fatto scattare la scintilla?

Scrivo da che mi ricordo, per me è linfa vitale, è il mio modo di essere, il mio rifugio, il mio sostentamento. Non posso immaginare la mia vita senza. Ho sempre scritto: corrispondenza , diari, poesie, racconti sino ad approdare al romanzo. Il mio primo, che ancora custodisco nel cassetto, un tomo di 400 pagine, vide la luce dopo la lettura di “Ragione e Sentimento” della Austen che da sempre considero mia “Musa”.

Cosa pensi degli ebook?

Non riesco ad apprezzarli, amo il profumo dei libri, odorare le pagine, carezzarne i caratteri in rilievo della copertina, lasciare che l’odore di pagine, parole e storia entri nelle narici e mi trasporti in quei mondi lontani. Sono altrettanto consapevole che la tecnologia è il futuro, anzi il presente, e ho dovuto stare al passo. Per questo motivo troverete i miei primi romanzi anche in formato ebook sul sito di Amazon.
Per chi fosse interessato vi riporto i link dove è possibile acquistarli alla cifra irrisoria di € 0,89.
Il rifugio

Hai qualche consiglio da dare a chi vuole diventare scrittore?

Credere in se stessi, non darsi per vinti, mai. Fare tesoro dei consigli e delle critiche costruttive. Tenere gli occhi bene aperti, i piedi ben ancorati al terreno ed essere umili, consapevoli delle proprie capacità ma anche dell’ambiente in cui ci stiamo muovendo. E scrivere, scrivere soprattutto, sempre e comunque.

Puoi indicare dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?

Per chi volesse seguirmi, gestisco un blog dove do spazio agli esordienti e dove ho raccolto le mie pubblicazioni, recensioni, interviste e gli articoli per la rubrica che curo su Io come Autore dedicata al Romanzo classico e non solo. (schiaccia QUI

Recentemente ho aperto un secondo blog in collaborazione con l’amica e collega Laura Bellini, è uno spazio in cui condivideremo molte esperienze con i lettori che vorranno seguirci, una sorta di diario di bordo per un progetto che avvieremo quest’estate. (schiaccia QUI)

Per chi fosse interessato ai miei romanzi può seguirli anche sulle pagine Facebook:

Per chi volesse contattarmi:
Indirizzo mail: bertasilinda@gmail.com
Twitter: @lindabertasi
Sito ufficiale: http://nuke.lindabertasi.it/
Canale Youtube: QUI

Questa era l'ultima domanda. Grazie per aver accettato di rispondere!

Grazie a te per avermi ospitata e complimenti per il blog!


Ed eccoci arrivati alla fine dell'intervista. Ringrazio nuovamente l'autrice per la sua disponibilità e spero che vi abbia incuriosito a leggere i suoi romanzi!
A presto e buone letture!

mercoledì 15 maggio 2013

INTERVISTA A: Rosanna Rubino

Ciao a tutti, lettori e lettrici del blog. Oggi intervisto per voi la scrittrice Rosanna Rubino, autrice del libro "Tony Tormenta", che ha gentilmente accettato di rispondere a qualche mia domanda. Come d'abitudine, prima dell'intervista, andiamo a scoprire il suo libro!

Schiaccia QUI se vuoi leggere la trama del libro o acquistarlo
Se vuoi leggere che cosa ne penso di Tony Tormenta, schiaccia QUI 

Innanzitutto benvenuta sul mio blog, Rosanna. Vorresti parlarci un po' di te?

Sono un architetto. Vivo e lavoro a Milano. Ho una bambina di tre anni e mezzo e un cane lupo che si chiama Boa, proprio come Tony. Una curiosità: quando ho iniziato a scrivere il romanzo non sapevo come chiamare il cane, e allora, per semplicità, ho usato un nome provvisorio, quello del mio, con l’intenzione di trovarne un altro più adatto appena mi fosse venuto in mente. Poi, col passare dei giorni, il personaggio “cane” nel libro ha cominciato ad avere una vita sua, e non me la sono sentita di cambiargli il nome, così è rimasto quello.

Ti va di raccontarci come è nato "Tony Tormenta"? 

Dal desiderio di creare un personaggio memorabile. Un personaggio che avesse caratteristiche di straordinarietà rispetto al contesto. E’ chiaramente un omaggio alla Carrie di Stephen King, anche se il mio romanzo va a parare in tutt’altra direzione. Nel mio caso è nato prima il protagonista e poi la storia. La trama ha preso forma in un secondo momento, su misura del personaggio che avevo in mente. 
E poi c’è la combinazione di temi a me cari. Tony Tormenta è una storia sulla “distanza”, ovvero sulla difficoltà a trovare la giusta distanza con l’altro. Una storia sulle conseguenze dell’isolamento e sulle ingannevoli seduzioni della simbiosi. Una storia sullo scontro tra due tensioni contrapposte: la volontà di costruire e la pulsione a distruggere. Infine, una storia d’amore.

Tony, il protagonista del libro, è un ragazzo molto strano. Ti sei ispirata a qualcuno in particolare oppure è tutto frutto della tua fantasia?

Da sempre faccio un sogno, che ricorre negli anni. Quello di poter spostare gli oggetti col pensiero. Nel sogno avverto una sensazione di felicità assoluta. Quando però mi sveglio, e capisco che è stato solo un sogno, ci resto molto male. Questa sensazione negativa poi sfuma nel corso della giornata, e quasi me ne dimentico, ma solo fino al prossimo sogno “psicocinetico”, e a un altro deludente risveglio. Ecco, da quando ho scritto Tony Tormenta non ho mai più sognato di avere poteri di psicocinesi.

Tornando a te, cosa pensi degli ebook?

Ne penso tutto il bene possibile. Detto questo, preferisco avere in mano l’oggetto libro, fatto di carta e inchiostro, per poterlo sottolineare, segnare, sporcare, odorare e adorare a dovere.

Hai sempre avuto la passione per la scrittura? Oppure è nata dopo, allo scattare di un particolare evento?

Ho sempre desiderato scrivere, fin da quando ricordo di avere coscienza. Ho iniziato a scrivere piccole storie sconclusionate già tra i sei e i sette anni. Come spesso accade nella vita, poi, ho finito col fare altro, per ragioni insondabili.  Mi sono laureata in architettura e ho fatto tutt’altro percorso. A un certo punto, però, il desiderio di dare forma e sostanza alle storie che avevo in testa è diventato un’ossessione. Allora mi sono presa una lunga pausa dal lavoro, mi sono iscritta ai corsi di scrittura creativa di Raul Montanari e ho cominciato a scrivere con regolarità, cinque o sei ore al giorno, tutti i giorni. E’ nata così una prima raccolta di racconti, poi questo romanzo, dal titolo originale Ossitocina, pubblicato da Fanucci col titolo Tony Tormenta. 

Tony Tormenta è stato il tuo libro di esordio. Stai già scrivendo il tuo secondo?

A parte i temi di cui ho parlato prima c’è da dire che questo è un libro sul corpo: il corpo dotato di Tony, quello affamato di Marla, il corpo segnato dell’agente Max, o il corpo venduto di Blondie. Nel prossimo libro affronterò ancora il tema della relazione tra corpo e ambiente, e della condizione d’isolamento che in alcuni casi può generare.

Puoi indicarci dove i tuoi lettori possono seguirti? Hai qualche account sui vari social networks?

Ho un sito web www.rosannarubino.com, dove è possibile trovare informazioni su di me, recensioni e news su eventi in programmazione, e un account  Facebook a mio nome. 

Questa era l'ultima domanda! Grazie ancora Rosanna per aver accettato di rispondere a queste mie domande. 

Ringrazio di nuovo l'autrice per la sua disponibilità. Io spero che questa intervista vi sia piaciuta e che abbiate voglia di leggere questo meraviglioso libro!
Un saluto e a presto!

lunedì 11 febbraio 2013

INTERVISTA A: Emanuele Velluti

Ciao a tutti, lettori e lettrici del blog. Oggi intervisto per voi lo scrittore emergente Emanuele Velluti, autore di "Le Ombre della Dea: sovrastare il Destino", che ha gentilmente accettato di rispondere a qualche mia domanda! Prima dell'intervista, andiamo a scoprire insieme il suo libro!

Schiaccia QUI se vuoi leggere la trama del libro o acquistarlo in ebook!
QUI invece trovi la copia cartacea!

Innanzitutto benvenuto sul mio blog, Emanuele. Vorresti parlarci un po’ di te?

Grazie per quest'opportunità. Ho 28 anni e sono di Roma, scrivo per passione, non mi considero certo un colto scrittore o chissà chi. Ma amo inventare storie e provare a dargli vita. Quello che faccio è immaginare, appena ho un momento libero mi rifugio nella mente ed inizio a vagare tra i mondi che sto immaginando. Poi devo scrivere per non far si che la storia svanisca nel tempo.

Ci parli del tuo libro “Le Ombre della Dea: sovrastare il Destino” e di come è nata l’idea di questo libro?

Avevo iniziato a scrivere i primi capitoli, così, inseguendo un idea che mi girava in testa, poi l'ho fatto sapere a mio fratello (Stefano Pescosolido) e da li abbiamo iniziato ad immaginare insieme il proseguire della trama. Noi due sin da bambini, abitando uno di fronte l'altro dall'età di sei anni, abbiamo sempre vissuto e giocato insieme, per questo la nostra mente e la nostra immaginazione è più o meno simile. Creare una storia insieme a lui è come confrontarmi con me stesso per trovare le idee migliori.

Ho visto che il tuo libro ha soltanto il formato ebook. Arriverà anche un formato cartaceo di questo libro?

Bhe, sarebbe una soddisfazione arrivare anche al cartaceo, ma per ora mi fermo all'ebook. Se la saga prenderà piede, allora punterò anche al cartaceo. Essendo un opera autopubblicata, la strada dell'ebook è la più semplici e la più immediata per arrivare ai lettori e farmi conoscere. Anche se in realtà, sul mio sito, c'è già una sezione cartaceo, con i servizi print on demand è possibile anche acquistarlo in quel formato; certo, non è la stessa cosa di vedere il proprio libro sullo scaffale di una libreria.

Restando in tema: cosa pensi dei libri elettronici, detti anche ebook?

Penso che siano il futuro. Il cartaceo resta di indubbio fascino, ed il buon vecchio libro non credo che morira mai, ma sicuramente l'ebook è il futuro su cui si deve puntare, non solo per un fatto di costi ma anche per un semplice fatto ecologico.

Stai già scrivendo il secondo libro della saga “Le Ombre della Dea”? Pubblicherai anche questo secondo capitolo soltanto in ebook o proverai anche la versione cartacea?

Sicuramente anche questo sarà in ebook, poi vediamo, spero che lo leggerano in tanto e che altrettanti mi chiedano anche la versione cartacea, ho comunque intensione di sentire delle case editrici, ma solo dopo un pò di tempo che la prima parte de Le ombre della Dea è in vendita.

Hai sempre avuto la passione per la scrittura? O è stato un particolare evento a farla scattare?

Ho sempre avuto la passione di inventare storie, questo si, o comunque di voler comunicare qualcosa, la scrittura è un ramo dell'arte in cui mi sono affacciato dopo aver sperimentato altre strade.

Hai qualche consiglio da dare agli autori emergenti?

Non so quale consiglio potrei dare essendo un autore emergente io stesso, o almeno che sta provando ad emergere. L'unica cosa che mi sento di dire è: se credete davvero nel vostro libro, allora non abbiate paura di condividerlo con chiunque. Questo è in realtà il consiglio che ho dato a me stesso, mentre erano attanagliato da mille insicurezze, prima di mettere online Le ombre della Dea.

Puoi indicarci dove i lettori possono seguirti? Hai degli account sui vari social network?

Ho una pagina facebook: http://www.facebook.com/leombredelladea ,dove ultimamente pubblico alcune frasi tratte dalla seconda parte del libro che sto scrivendo in questi giorni, ed un sito http://emanuelevelluti.com/ dove pubblico le notizie e alcuni disegni dei personaggi che la mia ragazza Valentina Reale, sta realizzando.

Questa era l’ultima domanda! Grazie mille per aver accettato di rispondere a queste domande! 

Grazie a te per quest'intervista, spero che la mia storia possa donare le stesse emozione che ho provato io immaginandola.

Ringrazio ancora l'autore che ha gentilmente accettato di rispondere alle mie domande. Spero che il suo libro vi abbia incuriosito e che seguiate la sua pagina facebook o il suo sito!
Un saluto a tutti e a presto!

martedì 29 gennaio 2013

INTERVISTA A: Jolanda Buccella

Ciao a tutti!! Oggi "inauguro" la rubrica (se così si può definire!) delle interviste di autori/autrici!! Oggi intervisto per voi la scrittrice emergente Jolanda Buccella, autrice di "Fortuna, il buco delle vite", che ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune mie domande! Prima dell'intervista vera e propria vi mostro la copertina del suo libro.

Schiaccia QUI se vuoi leggere la trama del libro o acquistarlo!

Innanzitutto benvenuta sul mio blog, Jolanda. Ci racconti qualcosa su di te?

Ciao Francesco e grazie per avermi dato l’opportunità di parlare del mio primo romanzo sul tuo blog. Faccio molta fatica a raccontarmi, in realtà più che elencare le qualità che penso di avere,  vorrei che fossero quelli che mi si avvicinano a riconoscerle. Mi ritengo una sognatrice, una donna che sa combattere tenacemente per gli ideali in cui crede, ribelle, testarda, lunatica a volte anche un pochino scontrosa.  Adoro la mia famiglia e la mia terra d’origine, la Campania, e un giorno mi piacerebbe avere accanto un uomo concreto e forte come mio padre che dal nulla ha saputo crearsi una buona  e rispettabile posizione nella società.

Ci parli del tuo romanzo “Fortuna, il buco delle vite” edito da Ciesse Edizioni e di come è nata questa idea?

Fortuna è la mia prima creatura, perciò provo per lei lo stesso amore che una madre prova per il primo figlio che partorisce con fatica e dolore.  E’ una storia d’amore che racconta mille amori diversi : l’amore tra un uomo e una donna estremamente diversi tra di loro, l’amore di una nipote per la sua eccentrica nonna, l’amore per la patria, per la giustizia, per il prossimo… Fortuna è una donna a cui la vita non risparmierà mai nessun dolore ma lei con coraggio e tenacia riesce ogni volta a rinascere dalle sue ceneri  e a reinventarsi una nuova vita da vivere. Questo romanzo è nato in un periodo un po’ difficile della mia vita, scriverlo mi ha dato l’opportunità di superarlo ed è per questo che gli sarò profondamente legata per il resto dei miei giorni.

Ho visto che il tuo libro ha anche la versione ebook. Cosa pensi di quest’ultimi? Sei a favore degli ebook o no?

Ho un rapporto complicatissimo con le nuove tecnologie,  perciò preferisco decisamente un buon libro in versione cartacea,  quando ho un po’ di tempo libero mi fiondo in una libreria e trascorro ore e ore a scegliere i libri da comprare e portare a casa. 

Hai già qualche progetto per un altro futuro libro?

Ci sto lavorando, anche se non è semplice ricominciare a scrivere dopo aver raccontato una storia ampia, articolata e dolorosa come Fortuna. 

Com’è nata questa passione per la scrittura? Vi è stato un evento particolare che ti ha portato a scrivere?

Probabilmente sarà una risposta banale, ma credo che la scrittura faccia parte di me da quando ho imparato a capire che fissare su una pagina immacolata i miei pensieri e le mie emozioni mi lasciava un appagamento  straordinario.

C’è qualche consiglio che potresti dare a tutti quelli che vorrebbero inviare un loro manoscritto alle case editrici?

Sinceramente non me la sento di dare consigli, sono al mio primo romanzo e ho ancora tanta strada da fare prima di potermi considerare una scrittrice. Io ho semplicemente creduto  nella forza della mia storia e non mi sono lasciata avvincere dalle sfavillanti proposte di quelle case editrici a pagamento che promettono mari e monti e poi dopo aver ottenuto il loro scopo, lasciano l’emergente in balìa di se stesso.

Dove possono seguirti i lettori? Hai degli account sui vari social network?

I lettori  se lo desiderano possono seguirmi sul  mio profilo personale di facebook : http://www.facebook.com/#!/jolanda.buccella

Questa era l’ultima domanda! Grazie mille per aver accettato di rispondere a queste mie domande!

Ringrazio ancora l'autrice che ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune mie domande! Spero che l'intervista vi sia piaciuta e che siate incuriositi dal suo libro!
Un saluto e a presto!