Ciao a tutti, ragazze e ragazzi, torno con una nuova recensione e, forse, ultima per quest'anno, ormai arrivato al suo termine. Il libro di cui voglio parlarvi mi ha colpito e mi ha sorpreso.
Ringrazio l'editore per avermi dato la possibilità di leggerlo.
Un saluto e a presto.
Ringrazio l'editore per avermi dato la possibilità di leggerlo.
Un saluto e a presto.
Titolo Monoceros
Titolo originale Monoceros
Autore Suzette Mayr
Edito Miraviglia editore
Prezzo 17,00 €
Pagine 331
Genere Romanzo
Non si può scappare dalla società, per quanto uno si sforzi.
TRAMA
Una scuola canadese cattolica. "Qualcuno ha scribacchiato 6 1 frocio con un pennarello rosso sul suo armadietto". Così Patrick Furey, diciassette anni, si suicida, dopo essersi incontrato un ultimo glorioso martedì con Ginger nel loro posto speciale, al cimitero. Sullo sfondo la neve di Calgary e una moltitudine di ragazzi e di emozioni, perchè in Monoceros i ragazzi possono essere crudeli e indifferenti, fragili e soli.
L'autrice inchioda le voci dei protagonisti ad una trama durissima, esplora l'effetto a catena che il suicidio del ragazzino ha su un gruppo eterogeneo di adolescenti. Nel cast figurano la crudele e spietata Petra e la sensibile Faraday, ossessionata dalla verginità e dagli unicorni che acquisterà in internet, Gretta, la madre di Patrick che cerca disperatamente di elaborare il lutto per la perdita del figlio, ma anche il preside Max e l'assistente scolastico Walter, legati da una relazione gay in forte crisi. Evitando sempre il sentimentale l'autrice ci offre il supremamente reale, con personaggi egoisti, violenti, immaturi, ma molto umani.
RECENSIONE DI EHRNAIDER
L'autrice inchioda le voci dei protagonisti ad una trama durissima, esplora l'effetto a catena che il suicidio del ragazzino ha su un gruppo eterogeneo di adolescenti. Nel cast figurano la crudele e spietata Petra e la sensibile Faraday, ossessionata dalla verginità e dagli unicorni che acquisterà in internet, Gretta, la madre di Patrick che cerca disperatamente di elaborare il lutto per la perdita del figlio, ma anche il preside Max e l'assistente scolastico Walter, legati da una relazione gay in forte crisi. Evitando sempre il sentimentale l'autrice ci offre il supremamente reale, con personaggi egoisti, violenti, immaturi, ma molto umani.
RECENSIONE DI EHRNAIDER
Direi che scrivere questa recensione non è affatto facile, ma non credo sia solo colpa mia.
Monoceros è un titolo che mi è stato consigliato da diverse persone di cui mi fido, e una volta incontrato di persona l'autrice al festival Mare di Libri di giugno, avevo deciso di leggerlo.
Per un motivo o per un altro, in questi mesi non sono riuscito a leggerlo e le mie aspettative sono salite alle stelle, e sono contento, ora, di affermare come la maggior parte di esse non siano state deluse.
L'inizio prometteva molto bene. Intrigante e particolare, mi ha subito inserito nella storia.
Monoceros è un titolo che mi è stato consigliato da diverse persone di cui mi fido, e una volta incontrato di persona l'autrice al festival Mare di Libri di giugno, avevo deciso di leggerlo.
Per un motivo o per un altro, in questi mesi non sono riuscito a leggerlo e le mie aspettative sono salite alle stelle, e sono contento, ora, di affermare come la maggior parte di esse non siano state deluse.
"Perché qualcuno ha scribacchiato 6 1 frocio con un pennarello nero sul suo armadietto.
Perché giovedì scorso, dopo scuola, la ragazza del ragazzo di cui è innamorato gli ha tirato addosso merda di cane congelata e le sue amiche gli hanno lanciato lo skateboard nel fiume, come fosse un frisbee."
Peccato che questo duri poco, perché poi seguono una cinquantina di pagine nelle quali il libro perde il suo ritmo, la sua scorrevolezza, e risulta ripetitivo. Tutto questo viene causato dalla struttura che possiede il libro, il quale presenta l'alternanza di diversi punti di vista. Dopo la morte del ragazzo, quindi, si osservano quelle che sono le reazioni dei personaggi principali. Peccato che i loro comportamenti risultino spesso simili e già visti.
Dopo questa parte, che penso sia il vero difetto di questo libro, il romanzo si riprende benissimo e ricattura il lettore.
Meravigliosi e fantastici sono i personaggi che l'autrice ha creato. Sono realistici, spesso simili a persone che conosciamo.
Il ruolo di protagonista lo attribuiamo a Patrick Furey, che distrugge subito l'equilibrio delle vite delle persone che lo circondano, attraverso il suicidio. Si sente escluso, si sente diverso; viene respinto anche da colui che ama e per questo, forse, si uccide.
I personaggi secondari inseriti dall'autrice sono moltissimi, ma solo alcuni mi hanno colpito.
Ho amato fin da subito Faraday, la ragazza degli unicorni (l'unicorno è un simbolo molto importante nel libro, che dà anche titolo al romanzo stesso. Monoceros infatti è una costellazione moderna e, tradotto dal latino, significa proprio unicorno). Fragile, debole e dispiaciuta; si ritrova sconvolta dalla morte di Patrick, pur conoscendolo appena. In qualche modo, lei si sente causa del suo suicidio.
Seppur "terrificante", Petra colpisce molto. Capiamo dopo poche righe che la nostra Petra è una ragazza crudele, che fa parte dei personaggi "cattivi", che hanno anche aggredito il nostro protagonista quando era ancora in vita. Nonostante ciò, però, è riuscita in qualche modo a colpirmi, forse perché si scopre un lato che tende a nascondere quando è in pubblico.
E per ultimo metterei il ragazzo di quest'ultima, Ginger. Durante la lettura, mi sono spesso chiesto come facessero a essere fidanzati, visto che presentano due caratteri completamente diversi. Direi che Ginger è più simile a Faraday: è debole, distrutto, triste. Lui, più di lei, è convinto di essere causa della morte del ragazzo.
Sparsi per il libro troviamo altri personaggi, come Max e Walter, la coppia gay, o la mamma di Patrick, ma non mi sono piaciuti particolarmente.
Le ambientazioni non mi sono dispiaciute, ma non le ho trovate neanche eccezionali.
Tutto il romanzo si svolge nel piccolo paesino di Calgary, tra la scuola e le varie case dei personaggi.
L'autrice tende a fornire pochi dettagli sulle varie località, preferendo renderle uniche per ogni lettore, che se li deve creare nella sua mente attraverso la sua immaginazione.
Non vengono neanche inseriti dei luoghi più significativi di altri, ma tendono a restare tutti sullo stesso livello.
Un libro che si fa leggere, se si esclude la parte iniziale, che fa fatica a scorrere.
Lo stile di Suzette è buono: semplice, ma che allo stesso tempo riesce a conquistare il lettore e a farlo passare attraverso tematiche tutt'altro che facili, e per questo la ammiro molto.
Riesce, attraverso questo suo romanzo, a trattare di argomenti come il suicidio, l'adolescenza e i suoi problemi, l'omosessualità, che si uniscono ad altre tematiche trasversali. Tutto questo le riesce benissimo, perché coinvolge perfettamente il lettore e lo porta spesso a una riflessione.
Si giunge, poi, alla parte più 'strana' del libro, il finale.
Una conclusione particolare, che mi ha lasciato senza parole. Credo che sia inimmaginabile e imprevedibile. Riesce a collegare il mondo degli unicorni a quello di Patrick, della realtà, e li fonde, creandone uno solo. Una fine che a prima vista potrebbe essere definita 'aperta', ma che in realtà non lo è. Perché il finale è proprio all'inizio del libro, dove il primo capitolo si intitola "La Fine".
Un romanzo che analizza tematiche forti, poco comuni, attraverso i pensieri dei diversi personaggi. Personaggi che sono umani, realistici, crudeli, fragili. Un libro che porta a riflettere e che mi sento di consigliare. Peccato che, forse, qui in Italia sia poco conosciuto.
E mentre ero dietro la telecamera, la mia amica e collega blogger Deborah (del blog Smell of Books) intervistava l'autrice Suzette Mayr per la manifestazione Mare di Libri!
E mentre ero dietro la telecamera, la mia amica e collega blogger Deborah (del blog Smell of Books) intervistava l'autrice Suzette Mayr per la manifestazione Mare di Libri!