Ciao a tutti, ritorno con una nuova recensione. Ormai le vacanze sono arrivate e si può quindi ritornare a leggere a pieni ritmi!
Vi parlo di un libro che mi è piaciuto abbastanza, ma non troppo, forse perché mi aspettavo qualcosina di più.
Un saluto e a presto.
Titolo Pantera
Titolo originale Pantera
Autore Stefano Benni
Edito Feltrinelli
Prezzo 12,00 €
Pagine 106
Genere Racconto lungo
Si aspettava qualcosa ma soprattutto si imparava a non aspettare nulla
TRAMA
L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis, Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il conto delle battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.
Ho sempre voluto leggere qualcosa di questo autore ma, per un motivo o per un altro, ho sempre rimandato la lettura dei suoi libri. Il momento giusto è arrivato proprio in questi giorni: con la sua presenza nel fine settimana al festival Mare di Libri, la lettura della sua ultima fatica era obbligatoria.
Il libro presenta due racconti, ma io parlerò soltanto del primo, Pantera, dato che è il più lungo dei due ed è anche quello che mi è piaciuto di più.
Direi quindi di partire dall'aspetto che ho apprezzato di più, i personaggi.
La protagonista, dunque, è Pantera, una ragazza "snella, flessuosa, pallida", che un giorno decide di fare il suo ingresso in una sala di biliardo. È un personaggio strano, inquietante per certi versi. Viene spesso paragonata a una Dea e , in certi punti, sembra proprio ricoprire questo ruolo.
Dei vari personaggi secondari, quello che più affascina è sicuramente il vecchio Borges, proprietario dei Tre Principi, grandissimo ex-giocatore di biliardo. L'anziano, purtroppo, è diventato cieco e ha dovuto rinunciare al gioco del biliardo. È una persona molto saggia, che, pur non potendo vedere, sente e percepisce sensazioni che agli altri non traspaiono.
Altra persona che si rivela molto particolare e assolutamente straordinaria è Jones l'inglese. A lui, viene lasciato lo spazio più importante del racconto: la parte finale.
Se abbiamo detto che Pantera è la Dea, allora qui possiamo dire che Jones è il Dio. Due personaggi così diversi, ma allo stesso tempo così uguali: se in alcuni aspetti sono completamente opposti, in altri sono completamente conformi.
Fondamentali entrambi, proprio perché la morale della storia si basa proprio su loro due.
Poco presente, invece, l'aspetto delle ambientazioni, in particolar modo nel secondo racconto.
Mi è piaciuta molto la presentazione della sala da biliardo, L'accademia dei Tre Principi, che viene descritta con minuziosi particolari, oltre ad essere accompagnata da delle immagini, che permettono di avere un'immagine chiara della stanza.
La sala, anzi l'Accademia dei Tre Principi era un vasto sotterraneo scavato un secolo prima dai misteriosi adoratori del dio d'Avorio. [...] Quando ci misi piede per la prima volta mi strabiliò. C'erano quarantatré laghi di smeraldo, illuminati da una luce fredda, quarantatré biliardi di marca: elefanti o draghi di legno, ardesia e panno soffice. Quaranta file da dieci e tre appartati e speciali, i Tre Principi, a fondo sala.
A parte questo, però, gli altri luoghi sono poveri di descrizione, e soltanto le immagini riescono a dare un'idea dell'ambiente circostante.
Una lettura poco impegnativa, che vi richiederà pochissimo tempo, dato anche il numero basso di pagine.
Il primo racconto scorre via molto velocemente ed è un vero e proprio piacere leggerlo. Il secondo, invece, mi è piaciuto molto poco. Il ritmo della lettura diviene lentissimo e il lettore fatica a leggere quelle poche pagine rimastegli.
Ritornando su Pantera, aspetto molto interessante è il finale.
Una conclusione triste, ma allo stesso tempo bella agli occhi del lettore. Conclude in modo perfetto il racconto e lascia soddisfatto il lettore.
Un libro interessante, con buone idee, specie nel primo racconto, ma mal gestite. Avrei preferito un approfondimento sul personaggio di Pantera, sui fatti che la circondano e magari omesso la seconda storia.
I soldi sono finiti, le medicine sono finite, l'ultimo pomodoro è stato colto, solo il dolore non conosce stagioni
VOTO FINALE
M'incuriosisce molto Benni. Soprattutto Di tutte le ricchezze, ma metto in lista anche questo ;)
RispondiEliminaQuesto non è male (mi riferisco al racconto di Pantera), forse è troppo breve. Affronta comunque diversi temi che portano a una serie di riflessioni :)
EliminaFai bene a metterlo in lista ;)
Anche tu eri a Mare di Libri?^_^ Quello che ho letto di Benni mi è piaciuto molto, però ho sentito tante critiche sui suoi libri degli ultimi anni, che io, a parte "Le Beatrici" (che avevo trovato molto divertente però non mi ha lasciato segni particolari), non ho proprio letto. Io ti consiglio assolutamente "Margherita Dolcevita", i racconti contenuti in "La grammatica di Dio" e "Il bar sotto il mare", che sono tra i miei racconti in assoluto preferiti e che mi fanno viaggiare con la fantasia in qualsiasi momento e sono una medicina per quando si è triste. E poi "Achille piè veloce" molto più cupo, ma che trovo una storia bellissima! Fammi sapere se leggi qualcosa^_^ (Benni a Mare di Libri mi ha fatto morire :) fantastico!)
RispondiEliminaSì, anch'io ero a Mare di Libri (il ragazzo che ha intervistato Benni all'evento ero io!) :)
Elimina"Margherita Dolcevita" ce l'ho e infatti aspetta solo di essere letto; "Bar sotto il mare" l'ho letto diverso tempo fa, però mi ricordo che mi piacque molto :). "Achille piè veloce" me lo segno e lo aggiungo alla wishlist :D
Grazie per i consigli :)