Seconda recensione post-vacanze, miei cari followers.
Oggi vi parlo di un thriller Made in Italy, edito da La mela avvelenata, un po' particolare.
Spero vi piaccia!
Titolo Vae Victis
Titolo originale Vae Victis
Autore Daniela Barisone
Edito La Mela Avvelenata
Prezzo 1,99 (ebook) / 10,00 €
Pagine 54 (ebook)
Genere Horror
TRAMA
Vae victis è una locuzione latina che letteralmente significa Guai ai vinti. È divenuta proverbiale in molte culture e viene più frequentemente utilizzata come amaro commento dinanzi a una crudele sopraffazione o a un beffardo accanimento di chi ha di fronte un avversario non più in grado di difendersi.
È in una situazione di ossessione psicologica che i detectives Dave Carter ed Erik Hangover si muovono, in una Chicago anni ’30 in mano ad Al Capone. Ma l’arresto del mafioso è l’ultimo dei loro pensieri, perché la loro vita è un sogno dentro il sogno e le ossessioni sessuali sono di quanto più difficile e terribile da affrontare… soprattutto quando la donna che ti fa uscire pazzo è morta.
RECENSIONE DI EHRNAIDER
Il thriller, come ho già detto migliaia di volte ormai, è uno dei miei generi preferiti: per chi mi segue da un po' però, sa che le varie varianti, come il legal-thriller, il paranormal-thriller, ecc.. non mi entusiasmano, salvo casi eccezionali.
Proprio un'eccezione è questo libro.
L'inizio è davvero intrigante e inserisce subito il lettore nel libro.
"Chicago - 1929
«Non farà male come credi.»
Ci sono giorni in cui molti si ritrovano a pronunciare una frase del genere. Dottori, maestre, poliziotti, i professionisti più svariati.
La giovane donna rannicchiata sul pavimento non era comunque pronta. Di certo non si sarebbe mai aspettate che a dirle una frase del genere sarebbe stato proprio il suo assassino."
Lo stile dell'autrice è più che buono e riesce a tenerci incollati alle pagine.
Partiamo, come di consueto, analizzando i personaggi.
I nostri due protagonisti sono David "Dave" Carter e Eric Hangover.
Proprio un'eccezione è questo libro.
L'inizio è davvero intrigante e inserisce subito il lettore nel libro.
"Chicago - 1929
«Non farà male come credi.»
Ci sono giorni in cui molti si ritrovano a pronunciare una frase del genere. Dottori, maestre, poliziotti, i professionisti più svariati.
La giovane donna rannicchiata sul pavimento non era comunque pronta. Di certo non si sarebbe mai aspettate che a dirle una frase del genere sarebbe stato proprio il suo assassino."
Lo stile dell'autrice è più che buono e riesce a tenerci incollati alle pagine.
Partiamo, come di consueto, analizzando i personaggi.
I nostri due protagonisti sono David "Dave" Carter e Eric Hangover.
Sono entrambi poliziotti, anche se si vedono poco, visto che spesso lavorano a casi differenti.
Il caso di cui si occupa Eric è quello più interessante; difatti, le indagini si trasformeranno in un vero e proprio incubo per il nostro poliziotto, che si ritroverà ad essere ossessionato da una particolare vittima.
Quest'idea dei sogni è ben sviluppata dall'autrice, che riesce a gestirla senza problemi per tutto il libro.
Entrambi i poliziotti sono ben pensati e ben caratterizzati: due persone che, seppur di carattere completamento diverso, sono ottimi amici.
Non mi hanno entusiasmato le varie ambientazioni.
Sono poche le descrizioni presenti nel romanzo e non sono neanche tanto dettagliate.
Per questo, il lettore è costretto a lavorare di fantasia, cosa che in un thriller, a mio parere, non va bene.
Le idee per i vari "sfondi" delle scene sono buone, però non vengono ben sfruttate e questo è un vero peccato.
Il libro in generale è scorrevole e intrigante, e non annoia mai il lettore.
Grazie alla sua brevità, il libro si divora in meno di un giorno e fa passare qualche ora piacevole al lettore.
Pur essendo un thriller però, la suspense manca quasi totalmente e sono pochi, se non nulli, i colpi di scena.
Cosa che non ho per niente apprezzato è il tocco erotico.
Dopo il boom di Fifty Shades, inserirlo è diventato una moda.
Io, personalmente, non l'avrei proprio aggiunto perché non ha un'utilità.
Quindi non solo l'autrice l'ha voluto includere, ma, a mio parere, l'ha utilizzato in troppe scene.
Si arriva poi al finale che, almeno teoricamente, è a sorpresa.
Dico teoricamente perché per un appassionato di thriller risulta molto prevedibile.
È comunque una conclusione curata dall'autrice, che lascia anche la speranza di un seguito.Un thriller interessante, con poca suspense, quindi adatto a chi non ama il genere.
Una lettura piacevole, che mi sento di consigliare.
VOTO FINALE